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Le divinità dei Galli DE BELLO GALLICO, VI, 17-18

Deum maxime Mercurium colunt. Huius sunt plurima simulacra: hunc omnium inventorem
artium
ferunthunc viarum atque itinerum ducem, hunc ad quaestus pecuniae mercaturasque habere vim maximam arbitrantur.
Post hunc Apollinem et Martem et Iovem et Minervam. De his eandem fere, quam reliquae genteshabent opinionem: Apollinem morbos depellere, Minervam operum atque artificiorum initia tradere, Iovem imperium caelestium tenere, Martem bella regereHuiccum proelio dimicare constitueruntea quae bello ceperint plerumque devoventcum superaverunt, animalia capta immolant reliquasque res in unum locum conferunt. Multis in civitatibus harum rerum exstructos tumulos locis consecratis conspicari licetneque saepe acciditut neglecta quispiam religione aut capta apud se occultare aut posita tollere auderet, gravissimumque ei rei suppliciumcum cruciatu constitutum est.

TRADUZIONE LETTERALE
Fra gli dei i Galli venerano massimamente Mercurio. Di questo ci sono moltissimi simulacri: lo ritengono l’inventore di tutte le arti, lo (ritengono) guida delle vie e dei cammini, credono che questo abbia una grandissima influenza per i guadagni di denaro e per i commerci. Dopo questo (venerano) Apollo e Marte e Giove e Minerva. Riguardo a questi, hanno quasi la medesima opinione che (hanno) i restanti popoli : c’è la credenza che Apollo scacci le malattie, che Minerva tramandi i princìpi dei mestieri e delle arti, che Giove detenga il comando dei Celesti, che Marte domini le guerre. A questo ( = A Marte), quando hanno deciso di dare inizio ad una battaglia, consacrano per lo più ciò che avranno conquistato in guerra: dopo che hanno vinto, immolano gli esseri viventi (animali) catturati e ripongono le rimanenti spoglie in un unico luogo. In molte città è possibile vedere nei luoghi consacrati tumuli innalzati di queste cose, e di rado accade che qualcuno, trascurata la religione, osi nascondere presso di sé le cose conquistate o portare via le cose depositate, per quel fatto è stabilito un severissimo castigo la tortura.


ANALISI LOGICA con suggerimenti di ANALISI GRAMMATICALE
degli dei = deum = arcaismo del genitivo plurale deorum del sostantivo deus (particolarità della seconda declinazione) – genitivo partitivo (fra gli dei) dipendente dall'avverbio al grado superlativo maxime

di questo = huius genitivo singolare maschile dell'aggettivo dimostrativo hic, haec, hoc
questo/lo = hunc accusativo singolare maschile dell'aggettivo dimostrativo hic, haec, hoc
[sottinteso ferunt] credono  = arbitrantur - proposizione principale
abbia la massima influenza = habere vim maximam – proposizione infinitiva oggettiva retta dalla principale arbitrantur per i guadagni di denaro e per i commerci = ad quaestus pecuniae mercaturas/que  AD + accusativo con valore finale - quaestus è un sostantivo maschile di 4 declinazione, qui in caso accus. plurale Dopo di lui = post hunc [sottinteso colunt ]  Su questi = de his = de + ablativo, complemento di argomento "Riguardo a questi"eandem fere opinionem = complemento oggetto, accusativo singolare, con aggettivo acc. femminile sing. del pronome determinativo-identificativo idem, eadem, idem
delle restanti genti = quam reliquae gentes = secondo termine di paragone quam + caso del primo termine [Apollinem ... depellere; Minervam ... tradere; Iovem ... tenere; Martem ... regere. – operum ... initia]: queste sono 4 proposizioni infinitive oggettive (col soggetto in caso accusativo e il verbo all'infinito; essendo infinito presente, capiamo che si tratta di CONTEMPORANEITA' rispetto alla principale), rette dalla proposizione principale habent opinionem (hanno l'opinione). A questo = huic - dativo singolare maschile di hic, haec, hoc - riferito a Marte quando decidono di dare inizio a una battaglia (preposizione temporale cum + indicativo, in cui il cum ha un valore iterativo = tutte le volte che)   consacrano = devovent terza persona plurale presente indicativo da devoveo: il verbo corrisponde a "promettere un sacrificio cruento a un dio"animalia “esseri viventi”: uomini o animali, nome di terza declinazione, appartenente al terzo gruppo (nomi in -al, -ar, -e), con ablativo singolare in -i, casi diretti del neutro plurale uscenti in -ia e genitivo plurale in –ium per lo più = plerumque
ciò che/ quelle cose che = ea quae = accusativo neutro  plurale del pronome dimostrativo is ea id + accusativo neutro  plurale del pronome relativo qui quae quod che da luogo alla proposizione relativa avranno conquistato (ceperint – terza persona plurale del congiuntivo perfetto con valore eventuale) quando vincono (cum superaverunt proposizione temporale cum + indicativo) immolano gli animali catturati (capta – accusativo neutro plurale del participio passato di capio, participio con valore attributivo)  in un unico luogo (in unum locum - complemento di moto a luogo IN + accusativo con aggettivo  pronominale unus-a-um, genitivo in -ius, dativo in -i) In molte città (multis in civitatibus) = complemento di stato in luogo IN + ablativo con attributo multus, a, um
è possibile/ si può = licet = verbo impersonale, 3 persona singolare presente indicativo, proposizione principale vedere ( conspicari), infinitiva soggettiva dipendente da licet
in zone consacrate (locis consecratis – complemento di stato in luogo - ablativo senza la preposizione IN  giacché si ha locus accompagnato da un aggettivo tumuli innalzati = exstructos - accusativo maschile plurale del participio passato di exstruo, in cui il participio ha valore attributivo
con tali cose (harum rerum = GENITIVO plurale, rerum viene da res, rei, sostantivo di quinta declinazione e di rado (ne/que saepe – letter. e non spesso) accade = accidit, Verbo di accadimento: accidit ... ut. proposizione principale
che qualcuno (ut quispiam) +  osasse (auderetproposizione completiva diretta con il verbo semideponente audeo, -es, ausus sum, audere, “osare”, retta da accidit
disprezzata la religione = neglecta religione - ablativo assoluto con valore temporale o nascondere = occultare
presso di sè = apud se  complemento di stato in luogo  apud + accusativo singolare del pronome personale di terza persona sui, sibi, se, se 

le cose catturate (capta – participio passato di capio, con valore di participio sostantivato)  
o sottrarre  (tollere)  
le cose depositate (posita – participio sostantivato da pono) 
e per questo reato (ei rei dativo singolare)  
è stabilito (constitutum est)  proposizione principale, costruzione impersonale del verbo constituo: terza persona singolare perfetto passivo 
il castigo (supplicium) gravissimo (gravissimum) aggettivo di grado superlativo = la pena di morte
con tortura (cum cruciatu) complemento di modo cum + ablativo.

Figure retoriche

huius …Hunc… Hunc… Hunc – anafora/poliptoto (ripetizione di una o più parole all'inizio di frasi o di versi successivi, per sottolineare un'immagine o un concetto ), che segna il primato del dio che Cesare identifica con Mercurio 
simulacra: probabilmente andrebbe tradotto  con “simulacri” anziché con “statue”, poiché i Galli non si dedicavano alla scultura, ma rappresentavano le divinità con massi di pietra oblunghi conficcati al suolo



multis in locis- anastrofe (inversione dell'ordine abituale di un gruppo di termini successivi)ne/que saepe – e non frequentemente) = LITOTE (la negazione del contrario)

Note: Cesare indica le divinità celtiche con i nomi di quelle latine: Mercurio corrisponde al celtico Teutates,  Apollo al celtico Beal o Belenos, Mars a Hesus o Heus, Iuppiter a Taraonis (dio del tuono) e Minerva a Belisama.


Itinerum = da iter, itineris è una particolarità della terza declinazione






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