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I CULTI RELIGIOSI E I VALORI DEI GRECI

LA LINGUA UNISCE I GRECI 
La lingua greca è unica. Essa consente ai greci di comprendersi e di riconoscersi tra di loro, distinguendosi dai popoli che si esprimono in altre lingue, che i Greci chiamavano "barbari" perché non capaci di parlare il greco. 


LA RELIGIONE UNISCE I GRECI
La religione pubblica è un ulteriore elemento di unità culturale nell'antica Grecia, anche se nelle varie poleis il culto non era identico e non vi era una vera e propria organizzazione religiosa. Infatti, nelle varie comunità vi era una forte differenza nella pratica religiosa nei confronti delle varie divinità. Tutti i Greci, però, si riconoscevano in un comune universo religioso, in quanto credevano tutti nelle stesse divinità rappresentate da Omero nell'Iliade, nell'Odissea e nelle opere di Esiodo: le grandi divinità del pantheon dei grandi dèi olimpici (es. Zeus, Era, Efesto, Atena, Ermes, Apollo) e varie divinità minori. I grandi santuari panellenici [composto di pan- e ellenico = si riferisce o appartiene a tutti gli Elleni], i più importanti dei quali erano il santuario di Zeus ad Olimpia e quello di Apollo a Delfi (ove vi era l'oracolo di Delfi e la famosa scritta: "ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ", "Conosci te stesso"), venivano frequentati da tutti i Greci e dotati di uno statuto internazionale. 

Le pratiche di culto, le preghiere i sacrifici, venivano effettuate per avere protezione dalla divinità e per chiedere che il matrimonio fosse felice, che la coppia avesse figli, che il raccolto fosse buono, che la guerra venisse vinta. Ad occuparsi del culto nell'ambito di ogni famiglia era il padre, mentre nella comunità cittadina era il funzionario pubblico.

Le divinità erano distinte in:

  • divinità uraniche (da ouranos "cielo" ), legate al cielo, al sole, alle stelle, ecc
  • divinità ctonie (da kton "terra"), legate alla terra e all'ambiente sotterraneo. Le più importanti divinità ctonie erano Demetra (legata alla raccolta del grano) e Dioniso (alla raccolta dell'uva).
IL CULTO MISTERICO E ORGIASTICO DI DIONISO
Il culto rituale in onore di Dioniso, dio dell'uva e del vino, prevedeva: travestimenti (indossavano vestiti di pelle di leopardo o pantera o di altri animali selvatici), balli sfrenati, orgie, eccitazione erotica, ebbrezza. Questo culto era colmo di mistero, soprattutto per quanto riguardava le orge. Per essere ammessi a tale culto era previsto un periodo di iniziazione e, pertanto, coloro che vi erano ammessi venivano detti iniziati e dovevano giurare di mantenere l'assoluto riserbo sulle pratiche religiose e su tutto ciò che avevano visto (la parola mistero deriva proprio da myein = tener chiusa la bocca). Durante il rituale si si eccitava e ci si ubriacava fino ad avere le visioni, in quanto il partecipante raggiungeva l'enthousiasmos, ossia sentiva di avere il dio (theos) dentro (en) di sè.

L'ORFISMO
L'orfismo era un culto misterico basato su dei testi composti dal mitico Orfeo.
Per essere ammessi a tale culto era previsto un periodo di apprendistato in cui si doveva esercitare il corpo fino ad arrivare all'ekstasis (ek, fuori, stasis, stare) ossia alla capacità di far uscire l'anima (di natura umana e divina) dalla "gabbia", dalla "tomba", rappresentata dal corpo. Per poter liberare la propria anima occorre vivere tutta la vita in "purezza", evitando il peccato e il male.

I VALORI MORALI DELL'ANTICA GRECIA
I poemi omerici rispecchiano i 
valori della società greca antica. 
Nell'Iliade prevalgono la virtù (areté) il valore militare, la forza, il potere. Gli àristoi, i migliori fra i cittadini, sono coloro che con la forza hanno saputo prevalere sugli altri e possiedono il potere.
Nell'Odissea prevalgono la forza guerresca, l'ingegno, l'intelligenza, la capacità di saper parlare bene, l'astuzia.
In Esiodo viene descritta la società greca dal punto di vista lavorativo: l'economia monetaria, la marineria, la lavorazione del ferro, le attività manifatturiere. Pertanto, si ha anche un cambiamento nel sistema di valori: fondamentale è la giustizia (impersonificata dalla dea Dike) e, solo l'uomo che agisce secondo giustizia può essere definitio virtuoso, mentre colui che viola la giustizia si macchia di tracotanza (ubris = arroganza) e subirà irrimediabilmente la vendetta divina (nemesis = giusta punizione).


FONTI:
it.wikipedia.org
library.weschool.com
www.accademiaplatonica.com
www.emsf.rai.it
www.riflessioni.it
www.unife.it
www.treccani.it

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