TESTO ORIGINALE GRECO
[1.2.62] Ἐμοὶ μὲν δὴ Σωκράτης τοιοῦτος ὢν ἐδόκει τιμῆς ἄξιος εἶναι τῇ πόλει μᾶλλον ἢ θανάτου. καὶ κατὰ τοὺς νόμους δὲ σκοπῶν ἄν τις τοῦθ’ εὕροι. κατὰ γὰρ τοὺς νόμους, ἐάν τις φανερὸς γένηται κλέπτων ἢ λωποδυτῶν ἢ βαλλαντιοτομῶν ἢ τοιχωρυχῶν ἢ ἀνδραποδιζόμενος ἢ ἱεροσυλῶν, τούτοις θάνατός ἐστιν ἡ ζημία· ὧν ἐκεῖνος πάντων ἀνθρώπων πλεῖστον ἀπεῖχεν. [1.2.63] ἀλλὰ μὴν τῇ πόλει γε οὔτε πολέμου κακῶς συμβάντος οὔτε στάσεως οὔτε προδοσίας οὔτε ἄλλου κακοῦ οὐδενὸς πώποτε αἴτιος ἐγένετο· οὐδὲ μὴν ἰδίᾳ γε οὐδένα πώποτε ἀνθρώπων οὔτε ἀγαθῶν ἀπεστέρησεν οὔτε κακοῖς περιέβαλεν, ἀλλ’ οὐδ’ αἰτίαν τῶν εἰρημένων οὐδενὸς πώποτ’ ἔσχε. [1.2.64] πῶς οὖν ἂν ἔνοχος εἴη τῇ γραφῇ; ὃς ἀντὶ μὲν τοῦ μὴ νομίζειν θεούς, ὡς ἐν τῇ γραφῇ ἐγέγραπτο, φανερὸς ἦν θεραπεύων τοὺς θεοὺς μάλιστα τῶν ἄλλων ἀνθρώπων, ἀντὶ δὲ τοῦ διαφθείρειν τοὺς νέους, ὃ δὴ ὁ γραψάμενος αὐτὸν ᾐτιᾶτο, φανερὸς ἦν τῶν συνόντων τοὺς πονηρὰς ἐπιθυμίας ἔχοντας τούτων μὲν παύων, τῆς δὲ καλλίστης καὶ μεγαλοπρεπεστάτης ἀρετῆς, ᾗ πόλεις τε καὶ οἶκοι εὖ οἰκοῦσι, προτρέπων ἐπιθυμεῖν· ταῦτα δὲ πράττων πῶς οὐ μεγάλης ἄξιος ἦν τιμῆς τῇ πόλει;
Dunque Socrate, essendo tale, a me sembrò dalla parte della città fosse degno più di onore che di morte. E qualcuno, considerando ciò secondo le leggi, lo troverebbe vero. Infatti, secondo le leggi, se qualcuno appare manifestamente ladro o rapitore di indumenti o tagliaborse o traforatore di muri o venditore di persone libere o ladro di oggetti sacri, per queste colpe la pena è la morte: ma da esse Socrate era il più lontano fra tutti gli uomini. Inoltre egli non fu mai causa che alla città capitasse una guerra d’esito infelice né una sedizione né un tradimento né alcun’altra sventura; e nemmeno privatamente egli spogliò mai alcuno fra gli uomini delle proprie sostanze, né avvolse alcuno in calamità né giammai incorse in processo per qualcuna delle colpe suddette. In che maniera dunque potrebbe esser soggetto all'accusa? egli che invece di non creder nell'esistenza degli dei, com'era stato scritto nell'atto di accusa, evidentemente li venerava più di tutti gli altri uomini, e invece di corrompere i giovani, del che lo incolpò chi distese l’atto di accusa, evidentemente, se alcuni tra coloro che lo praticavano avevano malvagie passioni, li faceva desistere da esse e li esortava a desiderare la bellissima e magnificentissima virtù, con la quale si amministrano bene e le città e le case: ora facendo tutte queste cose come non sarebbe stato degno di grande onore da parte della città?
ALTRI TITOLI:
Socrate è degno di grande onore, non di morte
Socrate è meritevole di onori
Socrate meritava riconoscimenti da Atene e non Ιa condanna a morte
[1.2.62] Ἐμοὶ μὲν δὴ Σωκράτης τοιοῦτος ὢν ἐδόκει τιμῆς ἄξιος εἶναι τῇ πόλει μᾶλλον ἢ θανάτου. καὶ κατὰ τοὺς νόμους δὲ σκοπῶν ἄν τις τοῦθ’ εὕροι. κατὰ γὰρ τοὺς νόμους, ἐάν τις φανερὸς γένηται κλέπτων ἢ λωποδυτῶν ἢ βαλλαντιοτομῶν ἢ τοιχωρυχῶν ἢ ἀνδραποδιζόμενος ἢ ἱεροσυλῶν, τούτοις θάνατός ἐστιν ἡ ζημία· ὧν ἐκεῖνος πάντων ἀνθρώπων πλεῖστον ἀπεῖχεν. [1.2.63] ἀλλὰ μὴν τῇ πόλει γε οὔτε πολέμου κακῶς συμβάντος οὔτε στάσεως οὔτε προδοσίας οὔτε ἄλλου κακοῦ οὐδενὸς πώποτε αἴτιος ἐγένετο· οὐδὲ μὴν ἰδίᾳ γε οὐδένα πώποτε ἀνθρώπων οὔτε ἀγαθῶν ἀπεστέρησεν οὔτε κακοῖς περιέβαλεν, ἀλλ’ οὐδ’ αἰτίαν τῶν εἰρημένων οὐδενὸς πώποτ’ ἔσχε. [1.2.64] πῶς οὖν ἂν ἔνοχος εἴη τῇ γραφῇ; ὃς ἀντὶ μὲν τοῦ μὴ νομίζειν θεούς, ὡς ἐν τῇ γραφῇ ἐγέγραπτο, φανερὸς ἦν θεραπεύων τοὺς θεοὺς μάλιστα τῶν ἄλλων ἀνθρώπων, ἀντὶ δὲ τοῦ διαφθείρειν τοὺς νέους, ὃ δὴ ὁ γραψάμενος αὐτὸν ᾐτιᾶτο, φανερὸς ἦν τῶν συνόντων τοὺς πονηρὰς ἐπιθυμίας ἔχοντας τούτων μὲν παύων, τῆς δὲ καλλίστης καὶ μεγαλοπρεπεστάτης ἀρετῆς, ᾗ πόλεις τε καὶ οἶκοι εὖ οἰκοῦσι, προτρέπων ἐπιθυμεῖν· ταῦτα δὲ πράττων πῶς οὐ μεγάλης ἄξιος ἦν τιμῆς τῇ πόλει;
Dunque Socrate, essendo tale, a me sembrò dalla parte della città fosse degno più di onore che di morte. E qualcuno, considerando ciò secondo le leggi, lo troverebbe vero. Infatti, secondo le leggi, se qualcuno appare manifestamente ladro o rapitore di indumenti o tagliaborse o traforatore di muri o venditore di persone libere o ladro di oggetti sacri, per queste colpe la pena è la morte: ma da esse Socrate era il più lontano fra tutti gli uomini. Inoltre egli non fu mai causa che alla città capitasse una guerra d’esito infelice né una sedizione né un tradimento né alcun’altra sventura; e nemmeno privatamente egli spogliò mai alcuno fra gli uomini delle proprie sostanze, né avvolse alcuno in calamità né giammai incorse in processo per qualcuna delle colpe suddette. In che maniera dunque potrebbe esser soggetto all'accusa? egli che invece di non creder nell'esistenza degli dei, com'era stato scritto nell'atto di accusa, evidentemente li venerava più di tutti gli altri uomini, e invece di corrompere i giovani, del che lo incolpò chi distese l’atto di accusa, evidentemente, se alcuni tra coloro che lo praticavano avevano malvagie passioni, li faceva desistere da esse e li esortava a desiderare la bellissima e magnificentissima virtù, con la quale si amministrano bene e le città e le case: ora facendo tutte queste cose come non sarebbe stato degno di grande onore da parte della città?
ALTRI TITOLI:
Socrate è degno di grande onore, non di morte
Socrate è meritevole di onori
Socrate meritava riconoscimenti da Atene e non Ιa condanna a morte
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