Nel libro V Cesare racconta della spedizione in Britannia, dove combatte vittoriosamente contro Cassivellauno. Tuttavia, all'iniziio, i Romani sono presi un po' alla sprovvista perché non conoscono i luoghi, e i Britanni non solo combattono da lontano lanciando frecce dai boschi, ma incendiano le navi romane lasciate sulla costa. Perciò Cesare deve avvertire Labieno, lasciato nel continente di fronte, e dirgli di portare altre navi e uomini in aiuto. I fatti risalgono all'anno 54 a. C.
Testo originale in latino
[11] His rebus cognitis Caesar legiones equitatumque revocari atque in itinere resistere iubet, ipse ad naves revertitur; eadem fere quae ex nuntiis litterisque cognoverat coram perspicit, sic ut amissis circiter XL navibus reliquae tamen refici posse magno negotio viderentur. Itaque ex legionibus fabros deligit et ex continenti alios arcessi iubet; Labieno scribit, ut quam plurimas posset eis legionibus, quae sunt apud eum, naves instituat. Ipse, etsi res erat multae operae ac laboris, tamen commodissimum esse statuit omnes naves subduci et cum castris una munitione coniungi. In his rebus circiter dies X consumit ne nocturnis quidem temporibus ad laborem militum intermissis. Subductis navibus castrisque egregie munitis easdem copias, quas ante, praesidio navibus reliquit: ipse eodem unde redierat proficiscitur. Eo cum venisset, maiores iam undique in eum locum copiae Britannorum convenerant summa imperi bellique administrandi communi consilio permissa Cassivellauno, cuius fines a maritimis civitatibus flumen dividit, quod appellatur Tamesis, a mari circiter milia passuum LXXX. Huic superiore tempore cum reliquis civitatibus continentia bella intercesserant; sed nostro adventu permoti Britanni hunc toti bello imperioque praefecerant.Traduzione letterale in Italiano
Conosciuti questi eventi (lett. cose), Cesare ordina che le legioni e la cavalleria siano fatte ritirare e resistano durante il viaggio; egli stesso ritorna alle navi; capisce personalmente circa le stesse cose, che aveva appreso dai messaggeri e dalla lettera, così che perdute circa quaranta navi, tuttavia le restanti sembrava che potessero essere riparate con grande lavoro. Pertanto,fra le legioni sceglie gli artigiani e ordina che altri siano fatti venire altri dal continente; scrive a Labieno di costruire quante più navi possibile (lett. navi quante più potesse), con quelle legioni, che erano presso di lui ( = a sua disposizione). Egli stesso, sebbene la cosa fosse (lett. era) di grande fatica e lavoro, tuttavia ritenne che fosse convenientissimo che tutte le navi fossero tirate in secco (ritirate) e unite con l'accampamento con una sola fortificazione. In tali azioni spende circa dieci giorni, neppure le ore notturne (lett. i tempi notturni) sono tralasciate al lavoro dei soldati ( = i soldati lavorano anche di notte). Tirate in secco le imbarcazioni e ben fortificato l'accampamento, lasciò a presidio delle navi le stesse truppe, di prima (lett. che prima): egli stesso va nel medesimo luogo da dove era ritornato. Essendo arrivato là, in quel luogo erano già e da ogni parte convenute truppe più grandi di Britanni, essendo stato affidata con una decisione comune la direzione generale della guerra e il comando supremo (lett. la totalità di amministrare la guerra e il comando) a Cassivellauno, i cui territori il fiume, che è chiamato Tamigi, divide dalle nazioni costiere, (distante) dal mare circa 80mila passi. Nel tempo precedente ( = in passato) tra costui e i restanti popoli vi erano state guerre continue; ma turbati dal nostro arrivo, i Britanni avevano messo lui (lett. questo) a capo di ogni operazione militare (guerra e comando).
hunc toti bello imperioque praefecerant = da praeficio verbo che si costruisce con l'accusativo della persona (hunc) e il dativo della cosa (toti bello imperioque)
FIGURE RETORICHE
maiores ... copiae = iperbato
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