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Il discorso di Critognato

Brano De Bello Gallico: Il discorso di Critognato

Cesare, nella sua campagna contro i Galli, mise in atto un abile e complesso assedio contro la città di Alesia. La città era situata in una posizione strategica, sulla sommità di un colle circondato da due fiumi e da altri tre colli, e i Galli credevano che questa posizione fosse sufficiente a garantirne la sicurezza. Cesare, però, dimostrò la sua abilità tattica costruendo una doppia linea di fortificazioni:

  • Una fortificazione interna, progettata per attaccare la città;
  • Una fortificazione esterna, destinata a respingere eventuali rinforzi che gli alleati di Vercingetorige avrebbero potuto inviare.

I Galli avevano provviste sufficienti solo per 30 giorni, e alla fine del trentesimo giorno il frumento era terminato. Di fronte a questa emergenza, i capi della città si riunirono in assemblea per decidere il da farsi.

In questo contesto, prese la parola Critognato, membro di una famiglia nobile dell'Alvernia e uomo dotato di grande autorità. Critognato si dichiarò fermamente contrario alla resa, sottolineando che arrendersi avrebbe significato diventare schiavi dei Romani. Incitò i suoi compatrioti a continuare a combattere per difendere la libertà dell’intera Gallia, al fine di evitare che essa fosse assoggettata a una condizione di schiavitù perpetua.

Critognato avanzò una proposta estrema e macabra: secondo lui, bisognava imitare ciò che avevano fatto i loro antenati nella guerra contro i Cimbri e i Teutoni, ovvero nutrirsi dei corpi di coloro che, per età, non erano più idonei a combattere. Cesare riporta questa proposta con l’intento di evidenziare la crudeltà e la disperazione dei Galli, pronti persino al cannibalismo per sopravvivere.

Critognato, nel suo discorso, cercò di ispirare i suoi concittadini ricordando il triste destino delle regioni galliche confinanti. Dopo essere state sconfitte dai Romani, erano state ridotte a province romane, costrette a vivere sotto il giogo di una schiavitù perpetua. Questo esempio doveva servire da monito affinché i Galli di Alesia non si arrendessero, ma continuassero a lottare per preservare la loro libertà.


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