Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Demetra in cerca di Persefone rapita

TESTO GRECO Πλουτων, Περσεφονης ερασθεις , Διος συνεργουντος ηρπασεν αυτην κρυφα της μητρος, Δημητηρ δε μετα λαμπαδων νυκτος τε και ημερας κατα πασαν την γην ζητουσα επορευετο : μαθουσα δε οτι Πλουτων αυτην ηρπασεν , οργιζομενη τοις θεοις τον ουρανον κατελιπεν , εικασθεισα δε γυναικι ηκεν εις Ελευσινα. Και πρωτον μεν επι την απ' εκεινης κληθεισαν Αγελαστον εκαθισε πετραν παρα το Καλλιχορον φρεαρ καλουμενον , επειτα προς Κελεον ελθουσα , τον βασιλευοντα τοτε Ελευσινιων, ενδον ρωσων γυναικων και λεγουσων τουτων παρ' αυτας καθεζεσθαι , γραια τις, Ιαμβη το ονομα, σκωψασα την θεον, εποιησε μειδιασαι . Δια τουτο εν τοις θεσμοφοριοις τας γυναικας σκωπτειν λεγουσιν .  (da Apollodoro) Da Atena 2, n. 16 TRADUZIONE IN ITALIANO Plutone, innamoratosi di Persefone, con l’aiuto di Zeus, la rapì di nascosto. Ma Demetra con lampade notte e giorno andava in giro per tutta la terra in cerca di lei. Avendo saputo dagli Ermionesi che Plutone l’aveva rapita, adirata contro gli dei,

Annibale tenta la presa di Nola

TESTO LATINO Hannibal agro Nolano excessit et ad mare proxime Neapolim descendit , cupidus maritimi oppidi potiundi (potiendi = da potior, costruito col genitivo) , quo tutior cursus navibus ex Africa esset ; sed, postquam Neapolim a praefecto Romano teneri accepit , Neapoli quoque, sicut Nola, omissā , petivit Nuceriam. Eam cum aliquamdiu circumsedisset , saepe vi, saepe sollicitando nequiquam nunc plebem, nunc principes, fame demum in deditionem accepit , pactus ut inermes oppidani cum singulis abirent vestimentis. Itaque dilapsi sunt ii omnes per Campaniae urbes, maxime Nolam Neapolimque. Nucerina praeda deinde Poenis militibus data est populanda , urbs direpta atque incensa est . Interim Nolam primores civitatis Marcello defendendam tradiderunt , qui plebem timebant et ante omnes L. Bantium. Is enim nunc ad proditionem patriae, nunc ad transfugiendum plebem Nolanam stimulabat . Erat Bantius iuvenis acer et nobilissimus eques; seminecem eum ad Cannas in acervo caesorum cor

Eurialo e Niso

Virgilio, Eneide, Libro IX, 418-449 La morte di Eurialo TESTO LATINO  Dum trepidant , it hasta T a go per tempus utrumque stridens traiecto que haesit tepefacta cerebro. 420 Saevit atrox Volcens nec teli consp i cit usquam auctorem nec quo se ardens immittere possit . “Tu tamen interea calido mihi sanguine poenas persolves amborum” inquit ; simul ense recluso ibat in Eur ya lum. Tum vero exterr i tus , amens, 425 conclamat N j sus nec se celare tenebris amplius aut tantum potuit perferre dolorem: “Me, me, adsum qui feci , in me convertite ferrum, o R u t u li! Mea fraus omnis, nihil iste nec ausus nec potuit ; caelum hoc et conscia sidera testor; 430 tantum infelicem nimium dilexit amicum”. Talia dicta dabat , sed viribus ensis adactus transad i git costas et candida pectora rumpit. Volvitur Eur ya lus leto, pulchrosque per artus it cruor inque umeros cervix conlapsa recumbit: 435 purpureus veluti cum flos succisus aratro

Tema Il senso del pudore

Il pudore è il sentimento di vergogna, che ci porta   a nascondere agli altri tutto ciò che riguarda la nostra intimità. Tuttavia, oggi questo sentimento sembra essere passato di moda ed essere solo un ricordo di un tempo lontanissimo da quello in cui viviamo. Nel Capitolo VIII dei Promessi Sposi, Manzoni parla del pudore di Lucia, definendo “ quel non nasce dalla triste scienza del male, quel pudore che ignora se stesso, somigliante alla paura del fanciullo che trema nelle tenebre senza sapere perché ”. Lucia è una fanciulla casta e pura e, nelle varie scene del romanzo, reagisce spesso tremando e arrossendo e, quindi, provando sempre pudore per tutto quello che le capita. Di contro, i giovani di oggi sono vittime di una società esibizionista. Secondo Hegel il nostro modo di vestire deve rispettare il pudore, perché il nostro modo di vestire e, quindi, di apparire offre agli altri la prima impressione su di noi. Oggi noi  viviamo in un’epoca in cui tutto è esagerato ed eccessivo.

Riassunto capitolo VIII Promessi Sposi

Il capitolo VIII viene definito da Manzoni stesso “ la notte degl’imbrogli e de’ sotterfugi ”. All'inizio, i due testimoni, Tonio (debitore di Renzo e di don Abbondio) e suo fratello Gervasio giungono a casa di don Abbondio, dicendo che Tonio vuole saldare il debito con il curato. Mentre Agnese distrae Perpetua (chiedendole se veramente da giovane era stata corteggiata o meno dagli uomini e il motivo per cui non si era sposata), Renzo e Lucia entrano di nascosto in casa di don Abbondio per cercare di pronunciare la famosa frase “Signor curato, questa è mia moglie... questo è mio marito” in presenza dei due testimoni. Il curato, però, spegne le candele e inizia a gridare, facendoli fuggire. Perpetua viene allertata dal suono della campana. Contemporaneamente, i bravi di don Rodrigo, con a capo il Griso, sono andati a casa di Lucia per rapirla, ma trovano solo Menico , un ragazzino inviato a casa di Agnese e Lucia da fra Cristoforo (a cui il servo di don Rodrigo aveva svelato s

Congiuntivo presente e imperfetto latino

CONGIUNTIVO PRESENTE LATINO  Tema del presente  I CONIUGAZIONE vocale Desinenze attive Desinenze  passive Tema del presente II  CONIUGAZIONE vocale Desinenze personali attivo Desinenze personali passivo Tema del presente III  CONIUGAZIONE vocale Desinenze personali attivo Desinenze personali passivo   LAUD E M R   MON EA M R LEG A M R LAUD E S RIS MON EA S RIS LEG A S RIS LAUD E T TUR MON EA T TUR LEG A T TUR LAUD E MUS MUR MON EA MUS MUR LEG A MUS MUR LAUD E TIS MINI MON EA TIS MINI LEG A TIS MINI LAUD E NT NTUR MON EA NT NTUR LEG A NT N