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La madre di Cecilia

da "I promessi sposi " di Alessandro Manzoni Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d'averne sparse tante; c'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne' cuori. Portava essa in collo una bambina di forse nov'anni, morta; ma tutta ben accomodata, co' capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se ...

Rivolta di San Martino: LE PROPOSTE ECONOMICHE DI MANZONI

Manzoni descrive l’atteggiamento dei milanesi innanzi alla mancanza del pane a Milano e spiega che il popolo cerca una ragione per tale scarsezza e, soprattutto, qualcuno da incolpare. La folla chiede a gran voce provvedimenti, pronta a tutto, ma il pane, dopo un iniziale abbassamento del prezzo, subisce poi un ulteriore aumento «doloroso». Secondo Manzoni, la soluzione alla crisi sarebbe importare sufficiente grano dall'estero, il che era ostacolato dalle «leggi stesse tendenti a produrre e mantenere il prezzo basso». Manzoni osserva che il calmiere dei prezzi abbassa il prezzo del pane oggi, ma riporterà nuovamente la mancanza domani. Manzoni si mostra, infine, contrario al liberismo, ossia è contrario ad ogni intervento governativo che miri a modificare il rapporto tra le merci  e i prezzi, alterando il naturale equilibrio tra domanda ed offerta dei prodotti.

La statua di Filippo II

ANCHE UNA STATUA SUGGERISCE MOTIVI DI MEDITAZIONE Nel finale del capitolo XII dei Promessi Sposi Manzoni ironizza sulla statua di Filippo II in piazza dei Mercanti. Descrive la statua del sovrano spagnolo  «che anche dal marmo imponeva un non so che di rispetto», riferendo che nel 1797 a quella statua «fu levata la testa, le fu levato di mano lo scettro e sostituito a questo un pugnale; e alla statua fu messo nome Marco Bruto» così «stette forse un paio d'anni; ma una mattina certuni che non avevan simpatia con Marco Bruto ... gettarono una fune intorno alla statua, la tiraron giù e le fecero cento angherie» e la trascinarono per le strade «e la ruzzolarono non so dove». Questo episodio rappresenta per Manzoni la ferocia della massa durante i tumulti popolari, poichè la gente si lasica prendere dalla follia collettiva, dall’irrazionalità e dai rapidi cambiamenti d’umore di coloro che guidano la rivolta.

Rivolta di San Martino: LE OSCILLAZIONI DEL CAPITANO DI GIUSTIZIA

Durante l'assalto al forno delle Grucce giunge, a capo di una squadra di alabardieri, il capitano di giustizia che,  essendo incaricato di mantenere l'ordine in città, cerca di calmare la folla, inizialmente con parole tranquille e familiari (figliuoli, tornate a casa); poi, una volta entrato nel forno, fa un secondo discorso ai rivoltosi, utilizzando sempre parole dolci e promettendo che coloro che ritorneranno a casa loro verranno perdonati. Improvvisamente, però, viene colpito in fronte da una pietra scagliata da un popolano, e immediatamente cambiato tono, esclamando "Ah canaglia!" per cui capiamo che in realtà anche questo personaggio si rivela incapace di gestire la difficile situazione in cui si ritrova Milano, perchè pur essendo il rappresentante dell'autorità giudiziaria spagnola non è in grado di prendere le giuste decisioni di fronte ai moti popolari.

Renzo a Milano, durante la Rivolta di San Martino

IL PUNTO DI VISTA DI UN MONTANARO INGENUO ED INESPERTO Renzo giunge a Milano proprio nel giorno di S. Martino, mentre è in corso il tumulto popolare per il pane. Egli nota dapprima i pani gettati in terra, poi una famiglia che scappa con i pani, poi una gran folla composta da uomini, donne e bambini, diretta verso il forno delle Grucce. Renzo incuriosito, osserva da spettatore interessato agli eventi, decidendo molto saggiamente di non prendere parte a nessuna violenza, ma di limitarsi ad osservare da lontano cosa succede. Quando Renzo arriva davanti al forno, la folla si è già allontanata, e Renzo nota i danni che i popolani hanno arrecato al forno, ed afferma che distruggere il forno non è il modo giusto per risolvere la situazione e per avere il pane a un prezzo inferiore, in quanto se i forni vengon distrutti non vi è più il luogo in cui poter fare il pane. Secondo Renzo, i disordini e la distruzione non sono la soluzuione ai problemi della povera gente, anche perchè la gente non ...

Milano, città violenta nei Promessi Sposi

La città di Milano, in preda alla sommossa popolare del 11-12 novembre 1628, detta "tumulto di S. Martino", si ritrova protagonista di una serie di tragici eventi che vedono come protagonista la FOLLA, una massa informe di persone che, stanche della loro triste condizione di fame e miseria, scendono in strada, aggrediscono dapprima i garzoni dei forni, poi assaltano i forni stessi e poi in massa si dirigono verso la casa del vicario con l'intenzione di linciarlo. La folla è dotata di grande forza, ma è difficile da controllare e, soprattutto, disomogenea e disordinata e, pertanto, molto pericolosa. Infatti, la violenza a cui ricorre la folla, nel vano tentativo di farsi giustizia, viene criticata dal Manzoni (attraverso i pensieri e le parole di Renzo) e Manzoni si dimostra totalmente contrario alle sollevazioni popolari, anche perchè la folla è composta da persone totalmente diverse tra loro: donne, uomini, bambini, vecchietti, ma anche uomini crudeli e diabolici che int...

ERRATI PROVVEDIMENTI ECONOMICI nei Promessi sposi, Rivolta di San Martino

Ferrer, nel momento in cui deve affrontare le difficoltà dovute alla carestia e agli ingenti costi della guerra del Monferrato, dimostra tutta la sua ignoranza in materia economica e politica,  in quanto compie una serie di errati provvedimenti economici: prima alza il prezzo del pane, poi lo riabbassa e poi lo rialza nuovaente, e questo continuo oscillare del prezzo del pane fa imbestialire il popolo e porta alla sommossa del giorno di S. Martino, con tutte le sue atroci conseguenze. La fame e la carestia, infatti, fanno esplodere il popolo con tutta la sua violenza, poichè i provvedimenti del governo hanno portato al rapido esaurimento delle scorte di grano, i fornai non sanno più cosa fare ed il popolo muore di fame e non trova altra scelta che assaltare i forni, i magazzini e le botteghe, credendo erroneamente che il grano sia solo nascosto. Pertanto, tra le principali cause della ribellione popolare vi è sicuramente la pessima gestione della carestia da parte delle stato.

POLITICA SERIA E POLITICA DEMAGOGICA

La Politica, in quanto  gestione della res publica (la cosa pubblica dei Romani) dovrebbe essere seria, decisa, e tutti i politici dovrebbero seriamente impegnarsi nel portare avanti lo Stato in modo da aiutare tutta la popolazione, invece quotidianamente lo spettacolo che ci viene offerto dalla nostra classe politica, da parte di coloro che dovrebbero rappresentarci, è sempre più indegno, deleterio e continua a mortificare l'intelligenza umana, a calpestare la dignità di chi vuol continuare a credere ( forse anche illudendosi) nel significato più profondo del termine “politica” ossia "servizio per la comunità". Invece, "demagogia" è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e aghein, "trascinare") che indica il comportamento di un politico che, attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo, cerca di accaparrarsi il favore popolare a fini politici o per il raggiungimento/conservazione del suo potere. Ovviamente, nei ...

Profilo di Don Gonzalo nei Promessi sposi

Don Gonzalo Fernandez de Cordoba è il governatore di Milano. Manzoni, cercando le cause della carestia che affliggono Milano, dice che don Gonzalo è impegnato nell'assedio di Casale del Monferrato. In seguito alla sommossa dell'11 novembre 1628 è costretto a rientrare precipitosamente a Milano. Don Gonzalo è un politico superficiale,  incompetente e ambizioso, interessato più alla gloria personale e alle vicende della guerra che non alla popolazione milanese affidata al suo governo, per cui esso rappresenta quei politici del tutto inadeguati al ruolo che ricoprono.

Profilo di Ferrer nei promessi sposi

La figura di Ferrer ne I promessi sposi di Alessandro Manzoni   Ferrer è il gran cancelliere spagnolo che a Milano sostituiva Don Gonzalo. Egli aveva imposto ai panettieri il prezzo a cui vendere il pane, ma ciò aveva aggravato la carestia e aveva dato inizio ai tumulti da parte del popolo. Egli è un politico che sa usare bene le sue doti, perché riesce a riportare per un po’ la calma tra i popolani; è   molto furbo e sa usare bene le leggi e la diplomazia e, soprattutto, le parole perché, usando sia l’italiano che lo spagnolo, riesce a far credere di essere un bravo politico a Renzo e ai tanti popolani accorsi ai forni, finge di essere disposto ad aiutare la povera gente contro i malvagi, come il vicario. Invece, il suo obiettivo è totalmente l’opposto e, infatti, prelevò e portò in salvo il vicario che rischiava di essere ucciso dal popolo inferocito.

Resurrezione

Poesie di Pasqua:   Resurrezione   di Alessandro Manzoni E' risorto: il capo santo più non posa nel sudario è risorto: dall'un canto dell' avello solitario sta il coperchio rovesciato: come un forte inebbriato, il Signor si risvegliò. Era l'alba; e molli il viso Maddalena e l'altre donne fean lamento in su l'Ucciso; ecco tutta di Sionne si commosse la pendice e la scolta insultatrice di spavento tramortì. Un estranio giovinetto si posò sul monumento: era folgore l'aspetto era neve il vestimento: alla mesta che 'l richiese dié risposta quel cortese: è risorto; non è qui .

Tema Il senso del pudore

Il pudore è il sentimento di vergogna, che ci porta   a nascondere agli altri tutto ciò che riguarda la nostra intimità. Tuttavia, oggi questo sentimento sembra essere passato di moda ed essere solo un ricordo di un tempo lontanissimo da quello in cui viviamo. Nel Capitolo VIII dei Promessi Sposi, Manzoni parla del pudore di Lucia, definendo “ quel non nasce dalla triste scienza del male, quel pudore che ignora se stesso, somigliante alla paura del fanciullo che trema nelle tenebre senza sapere perché ”. Lucia è una fanciulla casta e pura e, nelle varie scene del romanzo, reagisce spesso tremando e arrossendo e, quindi, provando sempre pudore per tutto quello che le capita. Di contro, i giovani di oggi sono vittime di una società esibizionista. Secondo Hegel il nostro modo di vestire deve rispettare il pudore, perché il nostro modo di vestire e, quindi, di apparire offre agli altri la prima impressione su di noi. Oggi noi  viviamo in un’epoca in cui tutto è esagerato ed e...

I TUMULTI POPOLARI IN MANZONI

I TUMULTI POPOLARI Col termine “tumulto popolare” si intende la rivolta (ribellione) di un gruppo più o meno numeroso di persone, che protesta per ottenere determinati cambiamenti e provvedimenti di qualche legge o problema. Il tumulto popolare descritto da Manzoni nei capitoli  XI ,  XII  e  XIII  dei Promessi   Sposi è il cosiddetto “tumulto di S. Martino” o anche “rivolta del pane”, avvenuto nei giorni 11 e 12 novembre 1628 a Milano. Manzoni immagina che  Renzo , arrivato a Milano, rimanga colpito dagli eventi che vede accadere davanti ai suoi occhi e, pur non prendendo realmente parte a nessuna violenza, commenta le azioni della folla con buon senso e critica i crimini compiuti dai ribelli. Negli anni 1627-1628 l a città di Milano ed i territori circostanti erano afflitti da una profonda carestia, dovuta a cause naturali (la  scarsità del raccolto  dell’estate precedente), ma aggravata dalla guerra (per la successione al ducato d...

Il cinque maggio - Alessandro Manzoni

 Ei fu. Siccome immobile,        dato il mortal sospiro,        stette la spoglia immemore        orba di tanto spiro, 5         così percossa, attonita        la terra al nunzio sta,        muta pensando all’ultima        ora dell’uom fatale;        né sa quando una simile 10         orma di piè mortale        la sua cruenta polvere        a calpestar verrà.        Lui folgorante in solio        vide il mio genio e tacque; 15         quando, con vece assidua,        cadde, risorse e giacque,   ...