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VIRGILIO: ENEIDE e GEORGICHE

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L'Eneide: un epos per il Principato, tra storia e mondo omerico  Il capolavoro 'nazionale' di Virgilio, l'Eneide, di argomento mitologico, aveva lo scopo di imitare le grandi opere di Omero (l'Iliade e l'Odissea) e lodare Augusto «partendo dai suoi antenati», celebrare e nobilitare le origini di Roma e le imprese gloriose della gens   Iulia e soprattutto del Princeps Ottaviano Augusto, in quanto discendente diretto dell'eroe troiano Enea, figlio della dea Venere e del troiano Anchise. Secondo un'antica leggenda molto nota ai Romani, Enea per volere del Fato era riuscito a scampare alla distruzione di Troia e, dopo lunghe peregrinazioni, aveva raggiunto il Lazio, dove aveva dato inizio a quelle che poi sarebbe diventata la più grande potenza del Mediterraneo: ROMA. Come modello per la sua opera Virgilio scelse gli Annales di Ennio, un poema epico-storico, ma per di più volle confrontarsi direttamente con Omero, per celebrare Augusto «partendo dai suoi a...

Un esempio di fides

VERSIONE IN LATINO Post proelium Cannense Hannibal, Carthaginiensium imperator, ex captivis nostris electos decem Romam misit mandavit que eis pactusque est , ut, si populo Romano videretur , permutatio fieret captivorum et pro his, quos alteri plures acciperent , darent argenti pondo libram et selibram. Hoc, priusquam proficiscerentur , iusiurandum eos adegit redituros esse in castra Poenica, si Romani captivos non permutarent . Veniunt Romam decem captivi. Mandatum Poeni imperatoris in senatu exponunt . Permutatio senatui non placita est . Parentes cognati adfinesque captivorum amplexi eos postliminio in patriam redisse dicebant statumque eorum integrum incolumemque esse ac, ne ad hostes redire vellent , orabant . Tum octo ex his postliminium iustum non esse sibi responderunt , quoniam deiurio vincti forent , statimque, uti iurati erant , ad Hannibalem profecti sunt . ( Verde Participi, Azzurro Gerundi e gerundivi, Giallo tutti gli altri tempi verbali) TRADUZIONE IN ITALIA...

Le leggende relative alla fondazione di Roma

ENEA ARRIVA NEL LAZIO La fondazione città di Roma sarebbe legata a quella delle città di Lavinio ed Alba Longa e, quindi, secondo la leggenda, al viaggio di Enea, un giovane eroe troiano, fuggito da Troia incendiata col padre Anchise e il figlio. Dopo molte disavventure per i mari, a causa dell'odio della dea Giunone che ostacolava il suo viaggio verso l'Italia, Enea giunse in una terra pianeggiante bagnata dal fiume Tevere: il Lazio, allora abitato da Etruschi, Volsci, Sabini, Rùtuli e Latini. Latino era il re dei Latini e  accolse Enea con benevolenza e gli concesse in sposa sua figlia Lavinia, che però era già promessa sposa al re dei Rùtuli, Turno. Pertanto, Enea si battè con Turno e lo sconfisse. Enea fondò una città e la chiamò Lavinio, in onore di sua moglie. FONDAZIONE DI ALBA LONGA ll figlio di Enea, Ascanio o lulo, a circa trent'anni fondò un'altra città che chiamò Alba Longa. LA LOTTA PER IL POTERE NELLA CITTA' Proca, undicesimo re di Alba Longa, ...

Carme 85 - Vita di Catullo e Amore per Lesbia

Vita di Catullo Catullo  nacque a Verona nell'84 a.C. circa ed ebbe una vita breve, ma molto intensa. Era di famiglia aristocratica . Grazie alla ricchezza della sua famiglia, ebbe una buona educazione letteraria . A circa 20 anni, si trasferì a Roma, dove frequentò gli ambienti raffinati e decadenti dell'alta società romana. Strinse amicizia con Quinto Lutazio Catulo e coi  poetae novi [1] Elvio Cinna e Licinio Calvo, condividendo con loro una vita d'amore e spensieratezza. Catullo ebbe una relazione altalenante con una donna, più grande di lui di circa 10 anni, che nelle sue poesie chiamava  Lesbia [2] ,  ma il cui vero nome era  Clodia , moglie di Q. Cecilio Metello e sorella del tribuno della plebe P. Clodio, una dama ricca, intelligente, affascinante, elegante e coltissima, amante della bella vita e spregiudicata, che passava da un amante all’altro. Innamorato perdutamente di lei, il giovane Catullo bruciò la sua breve esistenza nel ...

Il fidanzamento e il matrimonio nell’antica Roma

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Nell’antichità spesso gli  sposi , prima delle nozze, non si conoscevano nemmeno o si erano a malapena intravisti in qualche occasione e, pertanto, i matrimoni finivano per essere delle unioni infelici, soprattutto per le donne (che col matrimonio  passavano solo da un  padrone  all’altro: dal padre al marito) , mentre gli  uomini  si concedevano molte libertà (uscivano, bevevano e si divertivano con gli amici e le prostitute).  Il  matrimonio , in molti casi, era solo un affare e la donna veniva usata come strumento per fare accordi e alleanze tra uomini e famiglie.   IL FIDANZAMENTO Prima del matrimonio era necessario un periodo di fidanzamento della durata di circa un anno, detto sponsalia , che iniziava quando i due padri decidevano di sposare i figli e celebravano lo sponsio [1] , in presenza degli aruspici [2] e degli amici delle due famiglie, che facevano da testimoni . Il futuro sposo donava: -       ...