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VIRGILIO: ENEIDE e GEORGICHE

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L'Eneide: un epos per il Principato, tra storia e mondo omerico  Il capolavoro 'nazionale' di Virgilio, l'Eneide, di argomento mitologico, aveva lo scopo di imitare le grandi opere di Omero (l'Iliade e l'Odissea) e lodare Augusto «partendo dai suoi antenati», celebrare e nobilitare le origini di Roma e le imprese gloriose della gens   Iulia e soprattutto del Princeps Ottaviano Augusto, in quanto discendente diretto dell'eroe troiano Enea, figlio della dea Venere e del troiano Anchise. Secondo un'antica leggenda molto nota ai Romani, Enea per volere del Fato era riuscito a scampare alla distruzione di Troia e, dopo lunghe peregrinazioni, aveva raggiunto il Lazio, dove aveva dato inizio a quelle che poi sarebbe diventata la più grande potenza del Mediterraneo: ROMA. Come modello per la sua opera Virgilio scelse gli Annales di Ennio, un poema epico-storico, ma per di più volle confrontarsi direttamente con Omero, per celebrare Augusto «partendo dai suoi a...

Quando i libri sono nutrimento dell'anima...

“ Senza di me, ma non sono geloso, andrai, piccolo libro a Roma: ahimè, che non è permesso andarvi al tuo padrone. Va’, ma disadorno, come si addice al libro di un esiliato… E nemmeno vergognarti delle macchie! Chiunque le veda capirà Che sono state causate dalle mie lacrime... Va’ libro, e a nome mio saluta i luoghi a me cari! La poesia richiede che sia appartato e tranquillo chi scrive: io sono in balia del mare, del vento, dell’inverno selvaggio. Ma tu va’ per me, e contempla, tu che lo puoi, Roma. Volessero gli dèi che io ora potessi essere il mio libro! ” Tratto da: Ovidio, Tristia, Libro I