Quando i libri sono nutrimento dell'anima...
“Senza di me, ma non sono geloso, andrai, piccolo libro a Roma: ahimè, che non è permesso andarvi al tuo padrone.
Va’, ma disadorno, come si addice al libro di un esiliato…
E nemmeno vergognarti delle macchie!
Chiunque le veda capirà
Che sono state causate dalle mie lacrime...
Va’ libro, e a nome mio saluta i luoghi a me cari!
La poesia richiede che sia appartato e tranquillo chi scrive:
io sono in balia del mare, del vento, dell’inverno selvaggio.
Ma tu va’ per me, e contempla, tu che lo puoi, Roma.
Volessero gli dèi che io ora potessi essere il mio libro!”
Tratto da: Ovidio, Tristia, Libro I
Va’, ma disadorno, come si addice al libro di un esiliato…
E nemmeno vergognarti delle macchie!
Chiunque le veda capirà
Che sono state causate dalle mie lacrime...
Va’ libro, e a nome mio saluta i luoghi a me cari!
La poesia richiede che sia appartato e tranquillo chi scrive:
io sono in balia del mare, del vento, dell’inverno selvaggio.
Ma tu va’ per me, e contempla, tu che lo puoi, Roma.
Volessero gli dèi che io ora potessi essere il mio libro!”
Tratto da: Ovidio, Tristia, Libro I
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