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Schiavo d’amore

  Menander ,  Misoumenos (The Hated Man) Menandro, drammaturgo comico greco del IV secolo a.C., nelle sue opere spesso esplora le difficoltà personali, le ingiustizie sociali e i conflitti interiori dei suoi personaggi in una luce che può essere allo stesso tempo sia comica sia tragica.  Purtroppo, dell'opera intitolata "Misoumenos" ci sono giunti solo brevi e incompleti frammenti (rinvenuti soprattutto negli ultimi 30 anni) e diversi riferimenti indiretti, quindi non abbiamo il testo completo e non ci è possibile ricostruire la trama e l'antefatto. I due personaggi principali sono il soldato Trasonide e la sua παλλακή Cratea, che sin dall'inizio della commedia prova un odio irrefrenabile nei confronti dell'uomo. Probabilmente si trattava della più originale e meglio caratterizzata commedia di Menandro. παιδισκάριόν με καταδεδούλωκ' εὐτελές,ὃν οὐδεὶς τῶν πολεμίων πώποτε. (Menandro, frammento 338)  TRADUZIONE Un’ingenua fanciulla mi ha fatto suo schiavo, qu...

Pascoli X Agosto

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 X Agosto  La data del 10 Agosto segnò l'evento più tragico della vita di Pascoli: l'assassinio dell'amato papà, i cui sicari non vennero mai consegnati alla giustizia. Testo: San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra spini: ella aveva nel becco un insetto: la cena de’ suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell’ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l’uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono… Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d’un pianto di stelle lo inondi quest’atomo opaco del Male! Giovanni Pascoli

Frasi di Saffo

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  ἔγω τε γαρ. φιλην μ' ἇς κεν ἔνη μ' ἀυτμή. Saffo fr 88, verso 14-15 Traduzione  «E io ho intenzione di amarti, fino a che in me ci sia respiro».

Apostrofe al cuore

«θυμέ, θύμ᾽ ἀμηχάνοισι κήδεσιν κυκώμενε, ἄνα δέ, δυσμενέων δ᾽ ἀλέξευ προσβαλὼν ἐναντίον στέρνον, ἐν δοκοῖσιν ἐχθρῶν πλησίον κατασταθείς ἀσφαλέως· καὶ μήτε νικῶν ἀμφαδὴν ἀγάλλεο μηδὲ νικηθεὶς ἐν οἴκωι καταπεσὼν ὀδύρεο. ἀλλὰ χαρτοῖσίν τε χαῖρε καὶ κακοῖσιν ἀσχάλα μὴ λίην· γίνωσκε δ᾽ οἷος ῥυσμὸς ἀνθρώπους ἔχει.» «Cuore, o cuore, sballottato da insolubili dolori, rialzati, resisti contro chi ti tratta male, opponi il petto, piazzato accanto alle tane dei nemici con tenaciaː e, se vinci, non ti rallegrare assai, o, se perdi, non crollare, messoti a lutto in casa, ma rallegrati per i beni e per i mali soffri non troppoː ammetti come questo ritmo è della vita.» Il frammento, in tetrametri trocaici catalettici, riprende la celebre apostrofe di Omero (Τέτλαθι δή, κραδίη· καὶ κύντερον ἄλλο ποτ' ἔτλης) con cui Ulisse/Odisseo si controlla davanti alle offese dei Proci, in attesa della vendetta. Tuttavia, nonostante il richiamo a Omero, Archiloco personalizza i versi per a...

La σφρηγις di Teognide

Κύρνε, σοφιζομένωι μὲν ἐμοὶ σφρηγὶς ἐπικείσθω — — τοῖσδ’ ἔπεσιν, λήσει δ’ οὔποτε κλεπτόμενα ,                               20 οὐδέ τις ἀλλάξει κάκιον τοὐσθλοῦ παρεόντος · — — ὧδε δὲ πᾶς τις ἐρεῖ · ‘Θεύγνιδός ἐστιν ἔπη τοῦ Μεγαρέως· πάντας δὲ κατ’ ἀνθρώπους ὀνομαστός.’ TRADUZIONE O Cirno, da me che sono saggio sia apposto un sigillo a questi versi,  che non siano giammai rubati di nascosto,  e nessuno (li) cambierà in peggio, essendoci (in essi) il buono;  e ciascuno dirà: “Sono versi di Teognide  di Mègara: celebre fra tutti gli uomini.” La sphraghìs  σφρηγὶς  è il "sigillo" che il poeta dichiara di aver apposto ai propri carmi come garanzia di autenticità e per evitare plagi da parte di altri poeti o imitatori. Secondo alcuni critici sarebbe la formula “questi versi sono  di Teognide di Megara”, più volte ripetuta in molti suoi componimenti; secondo altr...

L'età delle colonizzazioni e delle tirannidi

Dalla preistoria alla civiltà micenea Secondo gli antichi Greci la loro storia sarebbe incominciata nel II millennio a. C., quando sarebbero nati i semidèi, nella cosiddetta età degli eroi . Oggi sappiamo che, in realtà, l'inizio della storia dei Greci risale all' età del bronzo (2800-1100 a. C.). Verso il 2000-1800 a. C. giunsero in Grecia i primi indoeuropei, che si fusero con le popolazioni locali. La più antica civiltà sorta in Grecia fu la civiltà minoica , fiorita a Creta tra il 1900 e il 1450 a. C., una società ricca, come testimoniato dai sontuosi palazzi ritrovati durante gli scavi moderni. La civiltà micenea è, però, la prima civiltà sicuramente greca, come chiarito delle iscrizioni in lineare B ritrovate su numerose tavolette. Pertanto, la vera e propria storia greca comincia nell' età micenea . Sono stati ritrovati palazzi micenei a Micene, Pilo, Tebe e a Creta, per cui è più corretto parlare di Regni micenei. Questi regni presentavano una struttura social...