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La leggenda di Orfeo ed Euridice

 La leggenda di Orfeo ed Euridice Nell’antica Grecia, tra le melodie armoniose delle muse e le ombre misteriose degli dei, si racconta la leggenda di Orfeo, un giovane poeta e musicista con un talento straordinario. Le sue note non solo incantavano gli uomini, ma affascinavano anche gli animali e persino le pietre. Orfeo si innamorò profondamente di Euridice, una ninfa di rara bellezza. Uniti da un amore sincero e profondo, i due giurarono di amarsi per l’eternità. La loro felicità, però, fu spezzata troppo presto. Un giorno, mentre Euridice danzava nei campi, venne morsa da un serpente velenoso, cadendo in un sonno eterno. Distrutto dal dolore, Orfeo decise di scendere negli Inferi per riportarla indietro. Con la sua musica straordinaria, riuscì a incantare Caronte, il traghettatore delle anime, e Persefone, la regina del regno dei morti. Commosse dalle sue note, acconsentirono a restituirgli Euridice, ma ad una condizione: Orfeo doveva guidarla verso l’uscita senza mai voltarsi a...

L'Amore secondo Lucrezio

  L'amore                         Libro IV 1058- 1191  TESTO LATINO Haec Venus est nobis; hinc autemst nomen amoris, hinc illaec primum Veneris dulcedinis in cor stillavit gutta et successit frigida cura. 1060 nam si abest quod ames, praesto simulacra tamen sunt illius et nomen dulce obversatur ad auris. sed fugitare decet simulacra et pabula amoris absterrere sibi atque alio convertire mentem et iacere umorem collectum in corpora quaeque 1065 nec retinere, semel conversum unius amore, et servare sibi curam certumque dolorem. ulcus enim vivescit et inveterascit alendo inque dies gliscit furor atque acrumna gravescit, si non prima novis conturbes vulnera plagis 1070 vulgivagaque vagus Venere ante recentia cures aut alio possis animi tralucere motus. Nec Veneris fructu caret is qui vitat amorem, sed potius quae sunt sine poena c...

Le colonne d'Ercole

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 La statua chiamata Colonne d'Ercole, sita nello stretto di Gibilterra, separa l'Europa dall'Africa e allo stesso tempo collega il Mediterraneo con l'Oceano Atlantico.  Il termine "Colonne d'Ercole" si riferisce a una leggenda dell'antica Grecia. Le Colonne d'Ercole erano infatti i due promontori che, secondo la mitologia greco-romana, segnavano i limiti del mondo conosciuto. Questi promontori sono oggi identificati con il  Monte Hacho  a Ceuta (oppure il  Monte Jebel Musa ) sulla costa africana (in Marocco), e la Rocca di  Gibilterra  sulla costa europea (in Spagna). Le Colonne d'Ercole sono simboli mitologici che rappresentano i confini tra il Mar Mediterraneo e l'Oceano Atlantico, separando idealmente l'Europa dall'Africa. In tempi antichi, passare oltre queste "colonne" significava avventurarsi in territori sconosciuti e pericolosi. Infatti, le Colonne d'Ercole erano considerate il confine ultimo del mondo esplor...

VIRGILIO: ENEIDE e GEORGICHE

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L'Eneide: un epos per il Principato, tra storia e mondo omerico  Il capolavoro 'nazionale' di Virgilio, l'Eneide, di argomento mitologico, aveva lo scopo di imitare le grandi opere di Omero (l'Iliade e l'Odissea) e lodare Augusto «partendo dai suoi antenati», celebrare e nobilitare le origini di Roma e le imprese gloriose della gens   Iulia e soprattutto del Princeps Ottaviano Augusto, in quanto discendente diretto dell'eroe troiano Enea, figlio della dea Venere e del troiano Anchise. Secondo un'antica leggenda molto nota ai Romani, Enea per volere del Fato era riuscito a scampare alla distruzione di Troia e, dopo lunghe peregrinazioni, aveva raggiunto il Lazio, dove aveva dato inizio a quelle che poi sarebbe diventata la più grande potenza del Mediterraneo: ROMA. Come modello per la sua opera Virgilio scelse gli Annales di Ennio, un poema epico-storico, ma per di più volle confrontarsi direttamente con Omero, per celebrare Augusto «partendo dai suoi a...

Carpe Diem Orazio

Hor. carm. 1,11 Tu ne quaesieris , scire nefas, quem mihi, quem tibi finem di dederint , Leuconoe, nec Babylonios temptaris numeros. ut melius, quidquid erit, pati. seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam, quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare 5 Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi spem longam reseces. dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem quam minimum credula postero . 1. Tu: il soggetto è espresso con implicita funzione oppositiva che «isola e stacca la donna dalla massa anonima: «tu no, non fare come gli altri». Spesso omesso dai traduttori, con una traduzione depotenziata: «Non chiedere», «Non cercare». Meglio conservarlo anche nell’italiano. ne quaesieris: «non chiedere»; imperativo negativo (come nec temptaris), costituito dalla negazione ne + cong. perfetto di quaero (quaero, -is, quaesivi / quaesii, quaesitum, -ere) N.B. L’imperativo negativo può essere espresso classicamente con  a) con ne + il perf. congiuntivo esortativo...

Lettura metrica Virgilio

 Tìtyre, tù patulaè recubàns sub tègmine fàgi  silvestrèm tenuì musàm meditàris avèna; nòs patriaè finès et dùlcia lìnquimus àrva; nòs patriàm fugimùs: tu, Tìtyre, lèntus in ùmbra fòrmosàm resonàre docès Amarỳllida sìlvas.

MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion

TRADUZIONE CONTRASTIVA: MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion Epigramma V, 34 Hanc tibi, Fronto pater, genetrix Flaccilla, puellam oscula commendo deliciasque meas, parvola ne nigras horrescat Erotion umbras oraque Tartarei prodigiosa canis. Impletura fuit sextae modo frigora brumae, vixisset totidem ni minus illa dies. Inter tam veteres ludat lasciva patronos et nomen blaeso garriat ore meum. Mollia non rigidus caespes tegat ossa nec illi, terra, gravis fueris : non fuit illa tibi. TRADUZIONI A CONFRONTO TRADUZIONE 1 A te, babbo Frontone, a te, mamma Flaccilla, io pienamente affido questa povera bimba, oggetto dei miei baci e delle gioie mie. Cara piccina! Ch'ella non provi terrore delle Ombre, né delle orrende fauci di Cerbero infernale. Avrebbe ora compiuto il suo sesto gelido inverno, s'ella fosse vissuta altri sei giorni ancora. Oh! Fra i suoi buoni vecchi che ella giochi e ripeta i capricci, e il mio nome balbetti c...