La città di Milano, in preda alla sommossa popolare del 11-12 novembre 1628, detta "tumulto di S. Martino", si ritrova protagonista di una serie di tragici eventi che vedono come protagonista la FOLLA, una massa informe di persone che, stanche della loro triste condizione di fame e miseria, scendono in strada, aggrediscono dapprima i garzoni dei forni, poi assaltano i forni stessi e poi in massa si dirigono verso la casa del vicario con l'intenzione di linciarlo. La folla è dotata di grande forza, ma è difficile da controllare e, soprattutto, disomogenea e disordinata e, pertanto, molto pericolosa. Infatti, la violenza a cui ricorre la folla, nel vano tentativo di farsi giustizia, viene criticata dal Manzoni (attraverso i pensieri e le parole di Renzo) e Manzoni si dimostra totalmente contrario alle sollevazioni popolari, anche perchè la folla è composta da persone totalmente diverse tra loro: donne, uomini, bambini, vecchietti, ma anche uomini crudeli e diabolici che intendono approfittarsi del caos generale per compiere le loro meschine azioni. La grande maggioranza della folla è costituita da coloro che non hanno un’idea precisa di ciò che sta succedendo, persone buone che si ritrovano travolte dal volere di poche "guide" spesso inesperte e capaci, e finiscono spesso preda e vittima di coloro che sono disposti a tutto per i loro interessi.
I complici di Catilina TESTO LATINO - S allustio, De coniuratione Catilinae, 14. In tanta tamque corrupta civitate Catilina, id quod factu facillimum erat , omnium flagitiorum atque facinorum circum se tamquam stipatorum catervas habebat . Nam quicumque impudicus adulter ganeo manu ventre pene bona patria laceraverat , quique alienum aes grande conflaverat , quo flagitium aut facinus redimeret , praeterea omnes undique parricidae sacrilegi convicti iudiciis aut pro factis iudicium timentes , ad hoc quos manus atque lingua periurio aut sanguine civili alebat , postremo omnes quos flagitium egestas conscius animus exagitabat , ii Catilinae proximi familiaresque erant . Quod si quis etiam a culpa vacuus in amicitiam eius inciderat , cotidiano usu atque illecebris facile par similisque ceteris efficiebatur . Sed maxime adulescentium familiaritates appetebat : eorum animi molles etiam et [aetate] fluxi dolis haud difficulter capiebantur . Nam ut cuiusque studium ex aetate f...
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