Milano, città violenta nei Promessi Sposi
La città di Milano, in preda alla sommossa popolare del 11-12 novembre 1628, detta "tumulto di S. Martino", si ritrova protagonista di una serie di tragici eventi che vedono come protagonista la FOLLA, una massa informe di persone che, stanche della loro triste condizione di fame e miseria, scendono in strada, aggrediscono dapprima i garzoni dei forni, poi assaltano i forni stessi e poi in massa si dirigono verso la casa del vicario con l'intenzione di linciarlo. La folla è dotata di grande forza, ma è difficile da controllare e, soprattutto, disomogenea e disordinata e, pertanto, molto pericolosa. Infatti, la violenza a cui ricorre la folla, nel vano tentativo di farsi giustizia, viene criticata dal Manzoni (attraverso i pensieri e le parole di Renzo) e Manzoni si dimostra totalmente contrario alle sollevazioni popolari, anche perchè la folla è composta da persone totalmente diverse tra loro: donne, uomini, bambini, vecchietti, ma anche uomini crudeli e diabolici che intendono approfittarsi del caos generale per compiere le loro meschine azioni. La grande maggioranza della folla è costituita da coloro che non hanno un’idea precisa di ciò che sta succedendo, persone buone che si ritrovano travolte dal volere di poche "guide" spesso inesperte e capaci, e finiscono spesso preda e vittima di coloro che sono disposti a tutto per i loro interessi.
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