Annibale tenta la presa di Nola
TESTO LATINO
tratto da Livio, Ab Urbe Condita - Liber XXIII, 15
Hannibal agro Nolano
excessit et ad mare proxime Neapolim descendit, cupidus maritimi oppidi
potiundi (potiendi = da potior, costruito col genitivo), quo tutior cursus
navibus ex Africa esset; sed, postquam Neapolim a praefecto Romano teneri accepit,
Neapoli quoque, sicut Nola, omissā, petivit Nuceriam. Eam cum aliquamdiu
circumsedisset, saepe vi, saepe sollicitando nequiquam nunc plebem, nunc principes,
fame demum in deditionem accepit, pactus ut inermes oppidani cum singulis
abirent vestimentis. Itaque dilapsi sunt ii omnes per Campaniae urbes, maxime
Nolam Neapolimque. Nucerina praeda deinde Poenis militibus data est populanda,
urbs direpta atque incensa est. Interim
Nolam primores civitatis Marcello defendendam tradiderunt, qui plebem timebant
et ante omnes L. Bantium. Is enim nunc ad proditionem patriae, nunc ad
transfugiendum plebem Nolanam stimulabat. Erat Bantius iuvenis acer et
nobilissimus eques; seminecem eum ad Cannas in acervo caesorum corporum
inventum curatumque benigne, etiam cum donis, Hannibal domum remiserat. Ob eius
meriti gratiam rem Nolanam in ius dicionemque dandam esse Poenis a se
putaverat, et studiosissimus novandi res erat. da Livio
(in giallo i verbi, in verde i participi); in ARANCIONE i gerundi; in CELESTE i gerundivi)
(in giallo i verbi, in verde i participi); in ARANCIONE i gerundi; in CELESTE i gerundivi)
TRADUZIONE IN ITALIANO
Annibale uscì
dal territorio Nolano e discese verso il mare presso Napoli, desideroso di
impadronirsi di qualche fortezza marittima,
affinché
il viaggio per fosse più sicuro le navi (provenienti) dall' Africa. Ma,
dopo che apprese che Napoli, anche Napoli, era stata presidiata da un prefetto Romano, così
come Nola, abbandonata, andò a Nocera.
Essendosi
disposto intorno a quella (città), spesso con la forza, spesso
sollecitando invano ora la plebe, ora i principi, infine accettò la resa per fame, avendo pattuito che i cittadini
inermi uscissero solo ciascuno con un solo vestito (con i singoli vestiti). E
così, quelli se ne andarono tutti per le città della Campania, soprattutto a Napoli e a Nola.
Poi Nocera fu data ai soldati come bottino, la città fu saccheggiata ed
incendiata. Intanto i nobili della città consegnarono Nola
da difendere a Marcello, quelli che temevano la plebe e, più di tutti, Lucio Banzio.
Infatti egli spronava la plebe Nolana ora al tradimento della patria, ora a passare
(al nemico). Banzio era un giovane tenace e un cavaliere eccellentissimo; trovato
mezzo morto a Canne in un mucchio di cadaveri (LETT: di corpi uccisi) e
amorevolmente curato, Annibale lo aveva rimandato a casa anche con doni. Per riconoscenza di questo favore, (Banzio) aveva ritenuto
di dover dare (LETT: che da sè doveva essere data) la zona Nolana nel potere giuridico e nell’autorità dei (lett. ai)
Cartaginesi ed era appassionatissimo di mutare la cosa (l’assetto politico/fare
una rivoluzione). tratto da Livio, Ab Urbe Condita - Liber XXIII, 15
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