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"Ramo di mandorlo in fiore" di Van Gogh

"Vedi, amiamo l'arte giapponese, ne siamo influenzati........tutti gli impressionisti condividono questa passione."  Queste sono le parole che l'artista scrisse in una lettera al fratello Theo. Il 31 gennaio 1890, a Parigi, nasce il figlio di Theo Van Gogh e Johanna Bonger, un evento speciale per Vincent Van Gogh, che divenne il padrino del bambino. Per Vincent, l’arrivo del piccolo, che portava il suo nome, fu un momento di immensa gioia. Decise quindi di dedicargli un dipinto come segno d’affetto.   Nel febbraio dello stesso anno, mentre si trovava a Saint-Rémy in Provenza nello studio del suo medico, Vincent fu colpito dalla bellezza di un mandorlo in fiore nel giardino. L’albero, che fioriva nonostante il rigore dell’inverno, catturò la sua attenzione e gli ispirò l’idea per il regalo. Scelse proprio il ramo fiorito come soggetto della tela destinata a suo nipote.   Il 15 febbraio, Vincent scrisse alla madre di Theo: “Ho subito iniziato a lavorare a una tela...
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Eratostene e la circonferenza della Terra

Oltre 2000 anni fa, un brillante pensatore greco che risiedeva in Egitto riuscì in un'impresa straordinaria: determinare con sorprendente accuratezza la circonferenza del nostro pianeta. E lo fece utilizzando solo un bastone, un’ombra e le sue conoscenze di geometria. Il suo nome era Eratostene. Eratostene, nato a Cirene (un'antica colonia greca) intorno al 276 a.C., era un uomo poliedrico: eccelleva come matematico, astronomo, geografo e filosofo. Inoltre, fu il direttore della famosa Biblioteca di Alessandria, uno dei simboli più grandi del sapere nell'antichità. Come riuscì in questo calcolo? Eratostene era a conoscenza di un fenomeno osservabile a Siene (oggi Assuan), situata nel sud dell'Egitto: durante il solstizio d'estate, a mezzogiorno, il Sole si trovava esattamente sopra la testa. Non c'erano ombre e i raggi raggiungevano direttamente il fondo dei pozzi.   Nel frattempo, ad Alessandria, situata più a nord, gli oggetti proiettavano ombre alla stessa or...

L'animo sensibile di Pascoli

 «Ho un difetto, o forse due. Ho una mente che pensa troppo e un cuore che sente tutto.» Fin da bambino Pascoli aveva conosciuto il dolore: suo padre era morto davanti ai suoi occhi, e non aveva potuto fare nulla per salvarlo.  Si dice che dalla sofferenza siamo nate le anime più forti. E lui lo sapeva bene. Conobbe la povertà, la solitudine, l’incomprensione.  Troppo sensibile, gli dicevano tutti. Troppo fragile. Il ricordo del padre continuava a tormentarlo. Perché il dolore più grande non è la bocca di chi ti ferisce, ma il vuoto di chi scompare. E più passavano gli anni, più la sua tristezza aumentava. E poi un giorno mentre stava camminando da solo, sente nell’aria «un breve gre gre di ranelle». E in quel momento gli accadde qualcosa: «di tutto quel cupo tumulto, di tutta quell’aspra bufera, non resta che un dolce singulto nell’umida sera.» Ecco, questo è uno dei momenti più toccanti e potenti di tutta la letteratura! Il momento in cui Pascoli alza gli occhi verso il...

Perché è importante continuare a studiare fino alla morte?

 Questo libro si sarebbe dovuto intitolare "Salutame a Socrate", poi, grazie a Dio, ho resistito alla tentazione della battuta facile e, dopo una breve discussione con l’editore, abbiamo deciso, di comune accordo, per un asciutto quanto significativo "Socrate". Il fatto è che Socrate non è solo un filosofo vissuto duemila e quattrocento anni fa, ma è anche un modo d’intendere la vita («socratico», per l’appunto). In lui non esistono le tensioni dell’uomo comune, tutto proteso alla ricerca del Potere, del Denaro e del Successo. In Socrate predomina la voglia di sapere, di mettere sempre in discussione quello che già conosce, di capire da che parte si nasconda il Bene. La conoscenza, insomma, elevata a ragione di vita. Si racconta che, poco prima di bere la cicuta, Socrate abbia ricevuto in carcere un maestro di musica per farsi impartire una lezione di cetra. In verità, Platone ne parla solo di sfuggita nell’Eutidemo, ma anche se l’aneddoto fosse stato inventato da l...

Costruzione dei verbi di memoria in latino

Ripassiamo insieme la costruzione dei verbi di memoria in latino : 1) memini e reminiscor (e obliviscor, mi dimentico) reggono il genitivo (o l’accusativo) del nome della persona ricordata, sempre l’accusativo se la cosa è un pronome o un aggettivo neutro. Vivorum memini = mi ricordo dei vivi Oblitus sum omnia = ho dimenticato tutto. 2) Il verbo recordor regge de più ablativo,con nomi di persona o pronomi. L’accusativo con nomi di cosa o con pronomi o aggettivi neutri. Semper de Caesare recordor = sempre mi ricordo di Cesare. Galli recordabantur priorem libertatem = i Galli ricordavano l’antica libertà. 3) I verbi moneo, admoneo, commoneo (far ricordare) hanno l’accusativo della persona a cui si fa ricordare, il genitivo o de più ablativo per la cosa ricordata. De eo proelio vos monui = vi ho ricordato quella battaglia. Catilina admonebat alium egestatis, alium cupiditatis suae. = Catilina ricordava ad uno la sua povertà, ad un altro la sua ambizione. 4) Con l’espressione mihi, tibi …...

Longo Sofista Dafni e Cloe

PROEMIO Dafni e Cloe di Longo Sofista  Testo greco   ΠΡΟΟΙΜΙΟΝ 1. Ἐν Λέσβῳ θηρῶν ἐν ἄλσει Νυμφών θέαμα εἶδον κάλι λιστον ἂν εἶδον· εἰκόνα γραπτήν, Ιστορίαν ἔρωτος. Καλόν μὲν καὶ τὸ ἄλσος, πολύδενδρον, ἀνθηρόν, κατάρρυτον· μία πηγή πάντα έτρεφε, καὶ τὰ ἄνθη καὶ τὰ δένδρα ἀλλ᾿ ἡ γραφή τερπνοτέρα καὶ τέχνην ἔχουσα περιττὴν καὶ τύχην ἐρωτικήν ὥστε πολλοὶ καὶ τῶν ξένων κατὰ φήμην ᾔεσαν, τῶν μὲν Νυμφῶν ἰκέται, τῆς δὲ εἰκόνος θεαταί.  2 Γυναίκες ἐπ᾿ αὐτῆς τίκτουσαι καὶ ἄλλαι σπαργάνοις κοσμοῦσαι, παιδία εκκείμενα, ποίμνια τρέφοντα, ποιμένες ἀναιρούμε νοι, νέοι συντιθέμενοι, ληστών καταδρομή, πολεμίων ἐμβολή. Πολλὰ ἄλλα καὶ πάντα ἐρωτικά ἰδόντα με καὶ θαυμάσαντα πόθος ἔσχεν αντιγράψαι τῇ γραφῇ·  3 καὶ ἀναζητησάμε νος ἐξηγητὴν τῆς εἰκόνος τέτταρας βίβλους ἐξεπονησά μην, ἀνάθημα μὲν Ἔρωτι καὶ Νύμφαις καὶ Πανί, κτῆμα δὲ τερπνὸν πᾶσιν ἀνθρώποις, ὁ καὶ νοσούντα Ιάσεται, καὶ λυπούμενον παραμυθήσεται, τὸν ἐρασθέντα ἀναμνήσει, τὸν οὐκ ἐρασθέντα προπαιδεύσει.  4 Πάντως γὰρ ...

La saggia vecchiaia

 Nam, reor, nullis, si vita longior daretur, posset esse iucundior; nihil enim est profecto homini prudentia dulcius, quam, ut cetera auferat, adfert certe senectus.  Marcus Tullius Cicero Infatti, io ritengo, se ci fosse concessa una vita più lunga, per nessuno potrebbe essere più piacevole; nulla, infatti, è di certo più dolce per l’uomo della saggezza, che la vecchiaia sicuramente apporta, sebbene ci privi di altre possibilità…