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I calchi di Pompei

 Pompei, Anno 79 d.C.  Il cielo sopra Pompei si oscura, il Vesuvio esplode con furia primordiale. In poche ore, la città viene inghiottita da una pioggia rovente di cenere e lapilli. Le strade si svuotano, le case crollano, l’aria diventa veleno. Più di duemila vite si spengono in quel giorno tragico. Alcuni vengono travolti dalle macerie, altri soccombono ai gas letali. Ma proprio quella cenere, che uccide, finisce per conservare. Solidificandosi, crea impronte nel vuoto: sagome lasciate dai corpi in decomposizione, come stampi del dolore. Secoli dopo, nel XIX secolo, un uomo cambia la storia dell’archeologia. Giuseppe Fiorelli, mente brillante e visionaria, comprende il potenziale di quelle cavità. Vi versa gesso liquido, e ciò che riemerge è sconvolgente: figure umane, congelate nell’ultimo gesto, nell’ultimo pensiero. Nascono così i celebri calchi di Pompei: sculture involontarie che raccontano la fine, ma anche la vita. Oggi ne conosciamo oltre cento, ciascuno con la sua ...
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Francesco Petrarca - Solo et pensoso i più deserti campi

 Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi et lenti, et gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio human l’arena stampi. Altro schermo non trovo che mi scampi dal manifesto accorger de le genti, perché negli atti d’alegrezza spenti di fuor si legge com’io dentro avampi: sì ch’io mi credo omai che monti et piagge et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch’è celata altrui. Ma pur sí aspre vie né sí selvagge cercar non so ch’Amor non venga sempre ragionando con meco, et io co’llui.

Virtù di Timoteo - Nepote

Timoteo (padre di Conone, il futuro vincitore degli Spartani alle Arginuse nel 406 a.c.) è passato alla storia come un uomo dabbene ed onesto. Eccone qualche testimonianza. Huius post mortem cum populum iudicii sui paeniteret, multae novem partis detraxit et decem talenta Cononem, filium eius, ad muri quandam partem reficiendam iussit dare/In quo fortunae varietas est animadversa. Nam quos avus Conon muros ex hostium praeda patriae restituerat, eosdem nepos cum summa ignominia familiae ex sua re familiari reficere coactus est. Timothei autem moderatae sapientisque vitae cum pleraque possimus proferre testimonia, uno erimus contenti, quod ex eo facile conici poterit, quam carus suis fuerit. Cum Athenis adulescentulus causam diceret, non solum amici privatique hospites ad eum defendendum convenerunt, sed etiam in eis lason, tyrannus Thessaliae, qui illo tempore fuit omnium potentissimus. Hic cum in patria sine satellitibus se tutum non arbitraretur, Athenas sine ullo praesidio venit tant...

Leonardo Fibonacci: il genio della matematica

  Leonardo Fibonacci è riconosciuto come uno dei matematici più influenti di tutti i tempi. Le informazioni sulla sua vita sono frammentarie e spesso incerte, ricavate principalmente dai suoi scritti. Non si conoscono con precisione né la data di nascita né quella di morte, ma si ritiene che sia nato a Pisa intorno a settembre del 1170.  Il suo nome è indissolubilmente legato alla famosa successione di Fibonacci: una serie di numeri interi in cui ciascun termine è la somma dei due precedenti, partendo da (0), 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13... e così via. Una caratteristica affascinante di questa sequenza è che il rapporto tra numeri consecutivi tende rapidamente al valore 1,61803..., noto come sezione aurea o rapporto aureo. Questa proporzione ricorre in numerosi ambiti, dalla geometria alla chimica, fino alla biologia. Fibonacci fu un pioniere nel coniugare la tradizione geometrica greca, in particolare gli "Elementi" di Euclide, con le tecniche di calcolo sviluppate dalla matematica ...

Cesare, De bello Gallico I, 33

 [1] His rebus cognitis Caesar Gallorum animos verbis confirmavit pollicitusque est sibi eam rem curae futuram; magnam se habere spem et beneficio suo et auctoritate adductum Ariovistum finem iniuriis facturum. Hac oratione habita, concilium dimisit.  [2] Et secundum ea multae res eum hortabantur quare sibi eam rem cogitandam et suscipiendam putaret, in primis quod Haeduos, fratres consanguineosque saepe numero a senatu appellatos, in servitute atque dicione videbat Germanorum teneri eorumque obsides esse apud Ariovistum ac Sequanos intellegebat; quod in tanto imperio populi Romani turpissimum sibi et rei publicae esse arbitrabatur.  [3] Paulatim autem Germanos consuescere Rhenum transire et in Galliam magnam eorum multitudinem venire populo Romano periculosum videbat,  [4] neque sibi homines feros ac barbaros temperaturos existimabat quin, cum omnem Galliam occupavissent, ut ante Cimbri Teutonique fecissent, in provinciam exirent atque inde in Italiam contenderent, ...

ἀταραξία atarassia

ἀταραξία — la serenità incrollabile Il termine greco ἀταραξία (ataraxía) indica l'imperturbabilità, ossia uno stato di quiete profonda, privo di turbamenti. Per i filosofi dell’antica Grecia, rappresentava l’equilibrio dell’anima che non si lascia sopraffare da paure o emozioni inutili. Gli epicurei la consideravano la chiave della vera gioia; gli stoici, invece, la identificavano con la tranquillità interiore che nasce dal vivere secondo la ragione. Essere imperturbabile non significa ignorare ciò che accade nel mondo, ma rimanere centrati sul proprio obiettivo, mentre tutto il resto del mondo intorno è in continuo movimento. Raggiungere l'imperturbabilità corrisponde all'essere in un rifugio sicuro, immobile, anche quando le onde della vita si fanno tempestose.

Versione di Plutarco

Onestà di Fabrizio  Testo greco  Τοῦ Φαβρικίου τὴν ἀρχὴν παραλαβόντος, ἧκεν ἀνὴρ εἰς τὸ στρατόπεδον πρὸς αὐτόν, ἐπιστολὴν κομίζων ἣν ἐγεγράφει ὁ τοῦ βασιλέως ἰατρός, ἐπαγγελλόμενος φαρμάκοις ἀναιρήσειν τὸν Πύρρον, εἰ χάρις αὐτῷ παρ' ἐκείνων ὁμολογηθείη λύσαντι τὸν πόλεμον ἀκινδύνως. Ὁ δὲ Φαβρίκιος δυσχεράνας πρὸς τὴν ἀδικίαν τοῦ ἀνθρώπου καὶ τὸν συνάρχοντα διαθεὶς ὁμοίως, ἔπεμψε γράμματα πρὸς τὸν Πύρρον κατὰ τάχος, φυλάττεσθαι τὴν ἐπιβουλὴν κελεύων. Εἶχε δ' οὕτως ἡ ἐπιστολή· "Γάιος Φαβρίκιος καὶ Κόιντος Αἰμίλιος ὕπατοι Ῥωμαίων Πύρρῳ βασιλεῖ χαίρειν. Οὔτε φίλων εὐτυχὴς ἔοικας εἶναι κριτής οὔτε πολεμίων. Γνώσῃ δὲ, τὴν πεμφθεῖσαν ἡμῖν ἐπιστολὴν ἀναγνούς, ὅτι χρηστοῖς καὶ δικαίοις ἀνδράσι πολεμεῖς, ἀδίκοις δὲ καὶ κακοῖς πιστεύεις. Οὐδὲ γὰρ ταῦτα σῇ χάριτι μηνύομεν, ἀλλ᾿ ὅπως μὴ τὸ σὸν πάθος ἡμῖν διαβολὴν ἐνέγκῃ καὶ δόλῳ δόξωμεν, ὡς ἀρετῇ μὴ δυνάμενοι, κατεργάσασθαι τὸν πόλεμον”. Ο Πύρρος, τὴν ἐπιβουλήν ἐξελέγξας, τὸν μὲν ἰατρὸν ἑκόλασε, Φαβρικίῳ δὲ καὶ Ῥωμαίοις ἐδωρεῖτο. Tradu...