Cicerone cerca prove contro Catilina e i suoi (I) Sconfitta degli Allobrogi

Pagina 500, numero 26 (a)
TESTO 
Quae quoniam in senatu inlustrata, patefacta, comperta sunt per me, vobis iam exponam breviter, Quirites, ut, et quanta et quam manifesta et qua ratione investigata et comprehensa sint, vos scire possitis. Principio ut Catilina paucis ante diebus erupit ex urbe, cum sceleris sui socios huius nefarii belli acerrimos duces Romae reliquisset, semper vigilavi et providi, Quirites, quem ad modum in tantis et tam absconditis insidiis salvi esse possemus.
Atque ego ut vidi eos Romae remansisse, in eo omnes dies noctesque consumpsi, ut, quid agerent, quid molirentur, sentirem ac viderem
Itaque, ut comperi legatos Allobrogum P. Lentulo esse sollicitatos, eosque in Galliam ad suos cives eodemque itinere cum litteris mandatisque ad Catilinam esse missos, comitemque iis adiunctum esse T. Volturcium, atque huic esse ad Catilinam datas litteras. Ex quo facultatem mihi oblatam esse putavi, ut tota res non solum a me, sed etiam a senatu et a vobis manifesto deprehenderetur.

TRADUZIONE
Poiché da me tutte quelle macchinazioni (cose) sono state scoperte, svelate, illustrate (rese manifeste)  in Senato, ora ve le esporrò brevemente, o Quiriti, affinché voi possiate sapere e quanto grande, in qual modo evidente e in quale maniera siano state investigate e messe sotto controllo. Per prima cosa, quando Catilina pochi giorni prima andò via dalla città (Roma), avendo lasciato i complici del suo crimine, i più spietati  comandanti di questa guerra nefasta, io sempre vigilai e provvidi, o Quiriti, affinchè noi potessimo essere salvi, sebbene (fossimo) in una insidia (agguato) così grande e tanto nascosta. 
Ma io quando vidi che quelli erano rimasti a Roma, in ciò (in quella cosa) consumai tutti i giorni e le notti affinché vedessi e sentissi che cosa facessero, che cosa progettassero.
E così, non appena seppi esattamente che gli ambasciatori degli Allobrogi erano stati corrotti da Publio Lentulo, e che quelli (gli ambasciatori) erano stati mandati in Gallia presso i loro concittadini con lettere ed incarichi nello stesso viaggio (cammino) da Catilina, e che a quelli era stato unito come compagno (di viaggio) Tito Volturcio, e che a questo erano state date (consegnate) lettere per Catilina. Da ciò (dalla qual cosa) ritenni che a me era stata offerta la facoltà, che tutta la cosa non solo da me, ma anche dal Senato e da voi fosse colta in flagrante.

da Cicerone – In Catilinam III, estratti dai paragrafi 3 e da 4


ANALISI
insidiis = da insidiae, arum = particolarità di I declinazione, pluralia tantum = agguato, insidia


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