ARIONE, IN VIAGGIO VERSO CORINTO, E’ VITTIMA DI UN’INSIDIA DEI MARINAI
Τοῦτον τὸν Ἀρίονα λέγουσι,
τὸν πολλὸν τοῦ χρόνου διατρίβοντα παρὰ Περιάνδρῳ, ἐπιθυμῆσαι πλῶσαι
ἐς Ἰταλίην τε καὶ Σικελίην, ἐργασάμενον
δὲ χρήματα
μεγάλα θελῆσαι ὀπίσω ἐς Κόρινθον
ἀπικέσθαι. Ὁρμᾶσθαι μέν νυν ἐκ Τάραντος, πιστεύοντα δὲ οὐδαμοῖσι
μᾶλλον
ἢ Κορινθίοισι μισθώσασθαι
πλοῖον ἀνδρῶν Κορινθίων·
τοὺς δὲ ἐν τῷ πελάγεϊ
ἐπιβουλεύειν τὸν Ἀρίονα
ἐκβαλόντας ἔχειν τὰ χρήματα· τὸν δὲ συνέντα τοῦτο λίσσεσθαι, χρήματα μέν σφι προϊέντα, ψυχὴν δὲ παραιτεόμενον.
Οὐκ ὦν δὴ
πείθειν
αὐτὸν τούτοισι,
ἀλλὰ κελεύειν τοὺς πορθμέας ἢ αὐτὸν διαχρᾶσθαί μιν, ὡς ἂν ταφῆς ἐν γῇ τύχῃ, ἢ ἐκπηδᾶν
ἐς τὴν θάλασσαν
τὴν ταχίστην. Ἀπειληθέντα δὲ τὸν Ἀρίονα ἐς ἀπορίην παραιτήσασθαι, ἐπειδή σφι οὕτω δοκέοι, περιιδεῖν αὐτὸν ἐν τῇ σκευῇ πάσῃ στάντα ἐν τοῖσι ἑδωλίοισι ἀεῖσαι· ἀείσας δὲ ὑπεδέκετο ἑωυτὸν κατεργάσεσθαι. Καὶ τοῖσι ἐσελθεῖν γὰρ ἡδονὴν εἰ μέλλοιεν ἀκούσεσθαι τοῦ ἀρίστου ἀνθρώπων ἀοιδοῦ, ἀναχωρῆσαι ἐκ τῆς πρύμνης ἐς μέσην νέα.
(Erodoto)
(Erodoto)
TRADUZIONE
Ebbene si narra che
Arione, il quale trascorreva accanto a Periandro la maggior parte del suo
tempo, aveva provato grande desiderio di compiere un viaggio per mare fino in
Italia e in Sicilia; là si era arricchito, poi aveva deciso di ritornare a
Corinto. Quando dunque si trattò di ripartire da Taranto, poiché non si fidava
di nessuno più che dei Corinzi, noleggiò una nave di Corinto; ma quando furono
in mare aperto gli uomini dell'equipaggio tramarono di sbarazzarsi di Arione e
di impossessarsi delle sue ricchezze. Arione se ne accorse e cominciò a
supplicarli: era disposto a cedere i suoi averi, ma chiedeva salva la vita;
tuttavia non riuscì a convincerli, anzi i marinai gli ingiunsero di togliersi
la vita così da ottenere sepoltura nella terra oppure di gettarsi in mare al
più presto.
Allora Arione, vistosi alle strette, li supplicò, poiché avevano deciso così (letteralmente: poichè così a loro sembrava opportuno), che gli concedessero di cantare stando in piedi fra i banchi rematori con il costume completo: promise (letteralmente: prometteva) che si sarebbe ucciso (letteralmente: che avrebbe ucciso se stesso) dopo aver finito di cantare. E a quelli (rif.: i marinai), fece piacere di poter ascoltare il miglior cantore fra gli uomini, si ritirarono dalla poppa verso il centro della nave.
Allora Arione, vistosi alle strette, li supplicò, poiché avevano deciso così (letteralmente: poichè così a loro sembrava opportuno), che gli concedessero di cantare stando in piedi fra i banchi rematori con il costume completo: promise (letteralmente: prometteva) che si sarebbe ucciso (letteralmente: che avrebbe ucciso se stesso) dopo aver finito di cantare. E a quelli (rif.: i marinai), fece piacere di poter ascoltare il miglior cantore fra gli uomini, si ritirarono dalla poppa verso il centro della nave.
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