Erodoto e l'anello di Policrate
BREVE RIASSUNTO: Policrate era il tiranno di Samo e, in breve tempo riuscì ad accumulare una grande fortuna ed un immenso potere. Il re d'Egitto, Amasi, a lui legato da vincoli d’ospitalità, gli consigliò di libersarsi di qualcosa a cui tenesse molto, per evitare che l'invidia degli dei gli arrecasse danno. Policrate gettò in mare il suo anello preferito, ma dopo poco tempo, un pescatore gli regalò un enorme pesce, all'interno della cui pancia fu ritrovato l'anello. Amasi decise allora di rompere l’amicizia con Policrate, prevedendo per lui una fine disastrosa. Nel 522 a.C., infatti, Policrate fu fatto crocifiggere dal satrapo persiano Orete.
TESTO GRECO DI ERODOTO CON TRADUZIONE IN ITALIANO A CONFRONTO
Policrate allacciò rapporti di amicizia con Amasi, re dell’Egitto, inviando(gli) doni e
ricevendo(ne) da lui.
ἐν χρόνῳ δὲ ὀλίγῳ αὐτίκα
τοῦ Πολυκράτεος τὰ πρήγματα ηὔξετο καὶ ἦν βεβωμένα ἀνά τε τὴν Ἰωνίην καὶ τὴν
ἄλλην Ἑλλάδα·
In breve tempo, subito, la potenza di Policrate si ingrandì ed era diffusa per la Ionia e il resto della
Grecia
ὅκου γὰρ ἰθύσειε
στρατεύεσθαι, πάντα οἱ ἐχώρεε εὐτυχέως.
Dovunque infatti
rivolgesse di fare le (sue) spedizioni militari, tutte gli riuscivano
felicemente.
ἔκτητο δὲ πεντηκοντέρους
τε ἑκατὸν καὶ χιλίους τοξότας
possedeva 100 navi a
50 remi e 1000 arcieri
E certo Amasi non
ignorava quanto fosse fortunato Policrate, ma ciò lo preoccupava.
πολλῷ δὲ ἔτι πλεῦνός οἱ
εὐτυχίης γινομένης γράψας ἐς βυβλίον τάδε ἐπέστειλε ἐς Σάμον.
TESTO GRECO DI ERODOTO CON TRADUZIONE IN ITALIANO A CONFRONTO
(Πολυκράτης) Eχὼν δὲ ξεινίην Ἀμάσι τῷ Αἰγύπτου βασιλέι
συνεθήκατο, πέμπων τε δῶρα καὶ δεκόμενος ἄλλα παρ᾽ ἐκείνου.
καί κως τὸν Ἄμασιν
εὐτυχέων μεγάλως ὁ Πολυκράτης οὐκ ἐλάνθανε, ἀλλά οἱ τοῦτ᾽ ἦν ἐπιμελές.
Siccome la buona sorte
gli si accresceva sempre di più,
(Amasi) inviò a Samo una lettera in cui aveva scritto così:
«Ἄμασις
Πολυκράτεϊ ὧδε λέγει. [2] ἡδὺ μὲν πυνθάνεσθαι ἄνδρα φίλον καὶ ξεῖνον
«Amasi dice questo a Policrate: fa
piacere sapere che a un uomo amico e ospite
εὖ πρήσσοντα· ἐμοὶ
δὲ αἱ σαὶ μεγάλαι εὐτυχίαι οὐκ ἀρέσκουσι,
le cose vadano bene, però a me le tue
grandi fortune non piacciono,
τὸ θεῖον ἐπισταμένῳὡς ἔστι φθονερόν· καί κως βούλομαι καὶ αὐτὸς καὶ τῶν ἂν κήδωμαι
sapendo quant’è invidiosa la divinità. Io, sia nei miei confronti sia per quelli a cui tengo
τὸ μέν τι εὐτυχέειν
τῶν πρηγμάτων τὸ δὲ προσπταίειν, καὶ οὕτω διαφέρειν τὸν
desidero che si abbia un esito felice di certee cose e di altre no, e che la vita trascorra
αἰῶνα ἐναλλὰξ
πρήσσων ἢ εὐτυχέειν τὰ πάντα. [3] οὐδένα γάρ κω λόγῳ οἶδα
(vada) in modo alterno, piuttosto che vada sempre tutto bene,non
conosco infatti
ἀκούσας ὅστις ἐς
τέλος οὐ κακῶς ἐτελεύτησε πρόρριζος, εὐτυχέων τὰ πάντα.
nessuno di cui abbia sentito dire che alla fine non sia stato completamente
rovinato, pur essendo fortunato in tutte le cose.
σύ νυν ἐμοὶ πειθόμενος ποίησον πρὸς τὰς εὐτυχίας τοιάδε· [4]
φροντίσας
Ora tu ascoltami e fa' questo, contro la tua fortuna:
dopo aver pensato
τὸ ἂν εὕρῃς ἐόν τοι πλείστου ἄξιον καὶ ἐπ᾽ ᾧ σὺ ἀπολομένῳ μάλιστα τὴν
ψυχὴν ἀλγήσεις,
quale sia ciò che tu trovi per te di grandissimo valore e
per cui ti affliggeresti tantissimo nell’anima se lo perdessi,
τοῦτο ἀπόβαλε οὕτω ὅκως μηκέτι ἥξει ἐς ἀνθρώπους.
gettalo via, cosi che esso (non) ricompaia mai
più fra gli uomini.
[2] ἐπεὶ ὦν ταύτην οἱ ἐδόκεε ἀποβαλεῖν, ἐποίεε τοιάδε·
Decise di gettare via questo (anello), e fece
così:
πεντηκόντερον πληρώσας ἀνδρῶν ἐσέβη ἐς αὐτήν, μετὰ δὲ
completato l’equipaggio di una (sott. nave) a
cinquanta remi vi si imbarcò, e poi
ἀναγαγεῖν ἐκέλευε ἐς τὸ πέλαγος· ὡς δὲ ἀπὸ τῆς νήσου ἑκὰς ἐγένετο,
diede ordine di dirigersi in alto mare quando fu ben lontano dall’isola,
περιελόμενος τὴν σφρηγῖδα πάντων ὁρώντων τῶν συμπλόων
sfilatosi l’anello,
mentre tutti i compagni di navigazione guardavano (sotto gli occhi di
tutti… GENITIVO ASSOLUTO),
ῥίπτει ἐς τὸ πέλαγος. τοῦτο δὲ ποιήσας ἀπέπλεε,
ῥίπτει ἐς τὸ πέλαγος. τοῦτο δὲ ποιήσας ἀπέπλεε,
lo getta in mare aperto. Fatto ciò tornò
indietro,
ἀπικόμενος δὲ ἐς τὰ οἰκία συμφορῇ ἐχρᾶτο.
e giunto a casa, si addolorava (lett. la
sentiva come una disgrazia).
42. [1] πέμπτῃ δὲ ἢ ἕκτῃ ἡμέρῃ ἀπὸ τούτων τάδε οἱ συνήνεικε γενέσθαι.
42. Dopo quattro o cinque
giorni (lett. «nel quinto o sesto giorno»), gli accadde questo (lett. «avvenne che gli capitò questo):
ἀνὴρ ἁλιεὺς λαβὼν ἰχθὺν μέγαν τε καὶ καλὸν
un pescatore, avendo preso un
pesce grande e di bell’aspetto,
ἠξίου μιν Πολυκράτεϊ δῶρον δοθῆναι·
lo ritenne un dono degno di
Policrate
φέρων δὴ ἐπὶ τὰς θύρας Πολυκράτεϊ ἔφη ἐθέλειν ἐλθεῖν ἐς ὄψιν,
Portandolo alle porte (del la reggia), disse di
volere andare alla presenza di Policrate
χωρήσαντος δέ οἱ τούτου ἔλεγε διδοὺς τὸν ἰχθύν [2] «ὦ βασιλεῦ,
ed essendogli riuscito ciò,
nel dargli il pesce disse (lett. diceva): «O Sovrano,
[2]ἐγὼ τόνδε ἑλὼν οὐκ ἐδικαίωσα φέρειν ἐς ἀγορήν, καίπερ ἐὼν
avendo pescato questo pesce,
non ho ritenuto giusto portarlo al mercato,
ἀποχειροβίοτος, ἀλλά μοι ἐδόκεε σεῦ τε εἶναι ἄξιος καὶ τῆς σῆς ἀρχῆς·
benchè io viva del lavoro delle mie mani, ma mi è sembrato essere degno di te e
del tuo potere (di sovrano);
σοὶ δή μιν φέρων δίδωμι.»
dunque te lo porto in dono».
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