LE TEORIE EVOLUZIONISTICHE: DARWIN
LE TEORIE EVOLUZIONISTICHE
tutti gli organismi derivano da un antenato comune, come
capiamo dalle caratteristiche che hanno in comune. A formare cosi tanti organismi diversi è stata
l’evoluzione, principio fondamentali della biologia. A dare inizio allo studio
dell’evoluzione è stato Charles Darwin, che nell’1859 pubblicò “l’origine delle
specie”, in cui spiegava ciò che aveva capito osservando gli animali nei suoi
30 anni di viaggi.
Darwin, abbandonata la facoltà di medicina, voleva dedicarsi
alla vita ecclesiastica, amava collezionare animali e studiare le piante e le
pietre e, un giorno, decise di accompagnare il capitano FitzRoy in un lungo
viaggio intorno al mondo su una nave detta Beagle (letto BIGOL) : visitò il Sud America, la Nuova Zelanda e l’Africa.
PRIMA DI DARWIN
Buffon ipotizzò che gli esseri viventi fossero stati creati
dagli dei, ma le specie attuali sarebbero frutto della degenerazione di queste
creature perfette iniziali. La sua idea
richiamava i pensieri del filosofi Aristotele (300 a. C.), Democrito ed Epicuro
e del poeta latino Lucrezio. Quest’idea di Buffon, pur sbagliata, cercava di
spiegare l’origine della BIODIVERSITA’ (ossia la grande diversità di esseri
viventi presenti nel mondo).
Hutton ipotizzò che la terra fosse stata modellata molto
lentamente e gradualmente attraverso cambiamenti climatici che avrebbero
modificato la terra e le piante, le rocce e i ghiacciai. Questa teoria era
detta “Attualismo” ed era importante per tre motivi:
1 Specificava che la terra aveva una storia molto lunga,
migliaia di anni;
2 Affermava che il mondo cambiasse lentamente in seguito a
numerosi eventi;
3 Vedeva la Terra con idee diverse da quanto affermato nella
Bibbia.
Alla fine del ‘700 molte persone collezionavano fossili,
ossia reperti ritrovati nell’ambiente. Il primo a capirne il valore ed a
studiarli scientificamente fu William Smith il quale capì che, in base allo
strato roccioso in cui i vari fossili venivano ritrovati (miniere, canali o
campi), era possibile distinguere delle caratteristiche comuni in tutti i fossili dello strato, per cui definì dei “fossili
guida” per ogni strato roccioso e capì come ognuno di essi rappresentasse un diverso cambiamento
subito dalla Terra.
Cuvier fu un altro studioso che si occupò dei fossili e, in
particolare, descrisse e catalogò delle ossa di fossili, con cui pian piano furono ricostruiti gli
scheletri di vari animali primitivi. Egli formulò una teoria detta “catastrofismo”,
secondo cui nel corso dei millenni sulla Terra sono avvenute varie catastrofi,
che ogni volta hanno causato l’estinzione di alcune specie e hanno determinato
poi il successivo ripopolamento della Terra ad opera delle specie superstiti.
Lamarck fu il primo scienziato a formulare una teoria sistematica
dell’evoluzione: secondo lui, tutte le specie, uomo incluso, derivavano da
altre specie più semplici, mediante la cosiddetta “Progressione”.
La sua idea si basava
su due importanti principi:
1 Gli organi degli animali si sviluppano o vengono soppressi
a seconda che l’animale li usi o non li usi;
2 Durante la vita, ogni individuo può trasmettere ai propri
figli i cambiamenti avvenuti nel suo corpo = questo principio è detto ereditarietà dei caratteri acquisiti
(non era veramente una sua idea, ma esisteva già nell’800).
Lyell propose la teoria
del gradualismo secondo cui il nostro pianeta cambia continuamente, grazie
ad una serie di effetti lenti, costanti ed impercettibili prodotti dalle forze
naturali: egli studiò le pietre e la loro erosione e scrisse un libro detto PRINCIPI
DI GEOLOGIA che venne letto da Darwin.
LA SELEZIONE NATURALE:
IL LUNGO VIAGGIO DI DARWIN INTORNO AL MONDO
Darwin si imbarcò sul Beagle e fece il giro del mondo: partì
dalla Gran Bretagna e visitò il Sud America, la Nuova Zelanda, l’Australia, il Madagascar
ed il Sud Africa e, ogni volta, si fermò ad esplorare le regioni interne,
osservò i fossili e disegnò e catalogò i vari tipi di animali e piante che
osservava nei vari paesi. In particolare, fu colpito dagli animali che vivevano
nelle isole Galapagos: catalogò numerose tartarughe e 14 specie di fringuelli, e
osservò che era diverso il cibo di cui si nutrivano e diverse erano le loro
forme del corpo e del becco, e cominciò a pensare che le diverse specie di
animali delle Galapagos si fossero originate tutte a partire da un piccolo
nucleo di organismi primitivi.
Darwin, durante il suo viaggio, lesse anche il libro detto “Saggio
Sul Principio Di Popolazione” scritto da Malthus ,nel quale si affermava che se
gli esseri umani continuavano ad aumentare di numero, presto non sarebbe bastato
il cibo di tutta la Terra per sfamare tutti. Prendendo spunto da questo libro,
Darwin capì che il cibo e altri fattori limitano lo sviluppo delle popolazioni,
non solo umane (come pensato da Malthus), ma di tutti gli animali e le piante, e
cominciò a pensare alla sua Teoria dell’Evoluzione basata sulla SELEZIONE
NATURALE: la natura sceglie, di volta in volta, nel corso dei millenni, quali
animali far vivere e riprodurre e quali destinare all’estinzione: si salveranno
le piante e gli animali che hanno le caratteristiche più adatte all’ambiente e
che sono capaci di adattarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente, proprio come
fanno gli alevatori di bestiame (la cosiddetta “selezione artificiale”, operata
dagli uomini, scegliendo le mucche, i cavalli e i cani più adatti ai loro
interessi). Quindi, la selezione naturale favorisce gli individui migliori che
hanno le caratteristiche ereditarie più favorevoli degli altri all’ambiente,
mentre gli altri organismi finiscono per estinguersi perché sono svantaggiati (Es:
orso bianco e orso bruno, sui ghiacci vivono
gli orsi bianchi che, essendo bianchi come il ghiaccio, vengono visti più difficilmente
dalle foche di cui si nutrono e riescono a cacciarle, mentre gli orsi bruni
verrebbero visti più facilmente e non riuscirebbero a nutrirsi e, così, la
natura ha selezionato gli orsi bianchi come orsi da far vivere sui ghiacciai).
L’evoluzione, pertanto, si basa sulla Variabilità ossia sulla
possibilità che, all’interno di una stessa specie, alcuni individui possano
avere caratteristiche diverse, in conseguenza delle mutazioni che si sono avute
nel loro DNA.
Darwin, a vent’anni dal suo viaggio sul Beagle, pubblicò il libro “L’ORIGINE
DELLE SPECIE”. Purtroppo però il suo
lavoro non fu capito subito, ma solo in seguito, grazie agli studi di Wallace,
che, dopo aver vissuto per un periodo in Asia, arrivò a formulare le stesse
teorie di Darwin e quindi, permise di riconoscere il grande valore dell’ incredibile
lavoro di Darwin.
La tesi dell’Evoluzione di Darwin è basata su 5 punti:
1 Ogni organismo si riproduce dando vita ad organismi simili
a sé
2 In ogni specie sopravvivono solo pochi individui rispetto
a quanti ne nascano
3 In ogni popolazione c’è Variabilità, ossia compaiono
differenti caratteristiche, che poi vengono trasmesse ai figli
4 La natura con la selezione naturale sceglie quali
individui sopravvivranno e si riprodurranno, perché hanno caratteristiche
genetiche migliori
5 Nel corso dei millenni la selezione naturale, tramite l’accumulo
di variazioni, differenzia tra loro i vari gruppi di organismi.
LE PROVE A SOSTEGNO DELLA TEORIA EVOLUZIONISTICA
1)
La scienza detta “biogeografia” studia dove sono
distribuite le piante e gli animali sulla Terra (proprio come osservarono
Darwin e Wallace) e, se si osserva bene, si vede che in ogni parte della Terra
vi sono diversi tipi di animali simili tra loro es. in Australia i Marsupiali.
2)
I fossili sono la prova che la gran parte degli
animali derivano da antenati comuni più semplici, i cui fossili si trovano
negli strati rocciosi più profondi e quindi più antichi
3)
Le STRUTTURE OMOLOGHE = le parti del corpo di
organismi diversi che, pur essendo simili perché derivano da un’origine comune,
svolgono funzioni diverse nelle varie specie. Es. Arti superiori nell’uomo
fungono da braccia da muovere, negli uccelli da ali per volare, nei quadrupedi
da zampe per camminare.
4)
LA MICROEVOLUZIONE = Alcune volte capita che
alcuni esseri viventi, a causa per esempio dell’inquinamento dovuto agli uomini
devono adattarsi in pochi anni a un ambiente improvvisamente cambiato e per
farlo subiscono un’evoluzione detta microevoluzione.
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