I CARBOIDRATI

Le molecole organiche presenti negli organismi viventi e rispettive funzioni 

Le biomolecole sono divisibili in quattro classi fondamentali: 
  1. carboidrati
  2. lipidi
  3. proteine 
  4. acidi nucleici. 
A cui si aggiungono le vitamine e gli ormoni.
Tutte le biomolecole, ad eccezione dei lipidi, sono polimeri, ossia lunghe catene costituite dall’insieme di più monomeri (unità).

Ogni classe di biomolecole svolge specifiche funzioni:
·         I carboidrati svolgono funzioni energetiche, di riserva e strutturali
·         I lipidi costituiscono una riserva energetica e svolgono una funzione strutturale
·         Le proteine svolgono molti ruoli biologici fondamentali nel metabolismo cellulare; sono costituite da unità strutturali ripetute, dette amminoacidi
·         Gli acidi nucleici sono le biomolecole polimeriche nelle quali sono codificati i geni e, pertanto, sono responsabili della conservazione, della trasmissione e dell'espressione dell’informazione ereditaria; sono formati da unità strutturali ripetute, chiamate nucleotidi.

I CARBOIDRATI
I carboidrati sono biomolecole costituite da due o più gruppi idrossido (-OH) e da un gruppo aldeidico (-CHO) o un gruppo chetonico (C=O).
I carboidrati svolgono ruoli energetici (glucosio, fruttosio), di riserva energetica (amido e glicogeno presenti nei vegetali e negli animali) e strutturali (cellulosa e chitina).
In base alla complessità della loro struttura, i carboidrati sono classificati in:
·         monosaccaridi
·         oligosaccaridi
·         polisaccaridi.

Le tre classi di carboidrati sono in relazione tramite la reazione di idrolisi, ossia per addizione di acqua in presenza di un catalizzatore acido H+:


I monosaccaridi sono carboidrati che, per idrolisi, non sono suddivisibili in composti più semplici.

I monosaccaridi vengono distinti:
1.      A seconda che contengano un gruppo aldeidico o chetonico in aldosi e chetosi (il gruppo aldeidico si trova sull’estremità della catena, mentre quello chetonico all’interno)
2.      A seconda del numero di atomi di carbonio presenti nella loro molecola possono essere ulteriormente classificati in triosi (3 atomi di C), tetrosi (4 C), pentosi (5 C), esosi (6 C) ed eptosi (7 C). L’aldoso e il chetoso più semplici sono due triosi: 2,3-diidrossipropanale o gliceraldeide e il diidrossipropanone o diidrossiacetone.


I monosaccaridi più noti e più diffusi sono il ribosio (presente nell’RNA) e il desossiribosio (presente nel DNA), il glucosio (lo zucchero per eccellenza), il galattosio (lo zucchero del latte) e il fruttosio (lo zucchero della frutta).

La chiralità: proiezioni di Fischer
Le molecole dei monosaccaridi, tranne il diidrossiacetone, hanno due o più stereocentri: per questo motivo i monosaccaridi sono definiti molecole chirali.
Per la presenza di uno stereocentro la griceraldeide presenta due enantiomeri: uno destrogiro (+) e uno levogiro (-).
                                        D - (+)-gliceraldeide              L - (-)-gliceraldeide



Nel 1881 il chimico Emil Fischer propose di rappresentare le formule dei due enantiomeri con formule planari, dette in suo onore proiezioni di Fischer (o proiezione di Fischer-Tollens o formula proiettiva di Fischer, in cui lo stereocentro viene identificato dall’intersezione di due segmenti perpendicolari.

Per rappresentare i monosaccaridi con le proiezioni d Fischer si deve:
1.      disporre la catena carboniosa verticalmente con in alto il gruppo carbonile;
2.      omettere il simbolo dell’atomo di carbonio che è uno stereocentro;
3.      numerare gli atomi di carbonio dall’alto verso il basso.


La convenzione di Fischer è estesa a tutti i monosaccaridi:
·         se lo stereocentro più lontano dal gruppo aldeidico o chetonico ha l’ossidrile a destra, si dice che il composto è un monosaccaride appartenente alla serie D (in quanto l’OH è localizzato dallo stesso lato della D-gliceraldeide), indipendentemente da come ruota il piano della luce polarizzata;
·       se la configurazione dello stereocentro più lontano ha l’ossidrile a sinistra, il composto è un monosaccaride della serie L.



Per una molecola che contiene n stereocentri, il numero totale degli isomeri ottici è dato dalla formula 2n.

I monosaccaridi possono avere una struttura ciclica
In acqua la struttura prevalente dei monosaccaridi è ciclica ed emiacetalica. In soluzione acquosa, infatti,  il gruppo carbonile delle aldeidi e dei chetoni reagisce velocemente con il gruppo ossidrile degli alcoli portando alla formazione di emiacetali, secondo la reazione:

Nei monosaccaridi la reazione tra i due gruppi, carbonile e ossidrile, conduce alla formazione di una struttura emiacetalica ciclica. La forma aperta e quella ciclica sono in equilibrio fra loro, ma l’equilibrio è spostato verso la forma ciclica, più stabile. La produzione dell’emiacetale è infatti una reazione sfavorita.
I monosaccaridi riescono a mantenere la struttura emiacetalica con la ciclizzazione.


Negli aldoesosi (es. il D-glucosio) l’anello è ottenuto per addizione nucleofila del gruppo ossidrile del C-5 al gruppo aldeidico in posizione C-1 ed è costituito da cinque atomi di carbonio e da uno di ossigeno.

Proiezioni di Haworth
La forma ciclica degli aldosi è un anello esatomico ed eterociclico che si rappresenta con le proiezioni di Haworth, in cui l’atomo di ossigeno è posto in alto a destra dell‘anello, mentre gli atomi di carbonio sono numerati e disposti in senso orario a partire dal C-1 a destra.
Gli ossidrili stanno sotto il piano dell’anello nelle proiezioni di Haworth, mentre gli ossidrili di sinistra delle proiezioni di Fischer stanno sopra nelle proiezioni di Haworth. Il gruppo terminale –CH2OH sta sopra nelle proiezioni di Haworth negli aldoesosi della serie D e sotto in quelli della serie L.
Nel caso del D-glucosio:



Nei chetoesosi la forma ciclica, ottenuta per addizione nucleofila del gruppo ossidrile del C-5 al gruppo chetonico in C-2, è costituita da quattro atomi di carbonio e da un atomo di ossigeno e, quindi, l’anello è pentatomico ed eterociclico.

Nel caso del D-fruttosio:


Anomeria e mutarotazione
La ciclizzazione dei monosaccaridi porta alla formazione di un atomo di carbonio emiacetalico.
Il carbonio emiacetalico, che nella forma aldeidica o chetonica non è uno stereocentro, nella struttura ciclica lo diventa, essendo legato a quattro gruppi diversi. Questo atomo di carbonio, emiacetalico e stereocentro, viene detto carbonio anomerico. In conseguenza del nuovo stereocentro è possibile descrivere due stereoisomeri, detti anomeri, distinti in α e β a seconda della posizione del gruppo ossidrile. Per i monosaccaridi della serie D il gruppo OH è diretto:
·         verso il basso nell’anomero α
·         verso l’alto in quello β.
I due stereoisomeri α e β del glucosio hanno proprietà fisiche diverse (la temperatura di fusione e la rotazione ottica specifica). I due anomeri costituiscono una coppia di diastereoisomeri (isomeri configurazionali che non sono sovrapponibili e non sono enantiomeri perché le due strutture sono identiche, ma differiscono solo  nella configurazione di un solo stereocentro (C-1) o diastereomeri.
Le due forme α e β del D-glucosio in acqua si convertono l’una nell’altra. Quando l’α-D-glucosio viene posto in acqua, la rotazione ottica specifica diminuisce da +112° a +52°. Se, invece, è il β-D-glucosio a essere messo in soluzione, la rotazione ottica specifica aumenta da +19° a +52°.
La variazione di rotazione ottica associata all’interconversione degli anomeri si chiama mutarotazione. Il fenomeno si giustifica con la reversibilità del processo di formazione degli emiacetali. In acqua la forma  ciclica emiacetalica α o β si apre per dare l’aldeide aciclica, che poi ciclizza di nuovo per dare la forma α o β, fino al raggiungimento di un equilibrio tra le due forme.



Le reazioni dei monosaccaridi sono ossidazione e riduzione
Per la presenza dei gruppi aldeidico e chetonico, i carboidrati danno reazioni di riduzione e ossidazione tipiche del gruppo carbonile.
La reazione di riduzione interessa il gruppo carbonile degli aldosi e dei chetosi nella forma aciclica, in equilibrio con l’emiacetale ciclico. In presenza di un riducente, il gruppo carbonile si riduce, e il prodotto che si ottiene è un poliolo, detto alditolo.

La reazione di riduzione del D-glucosio porta alla formazione del D-glucitolo (sorbitolo).


Man mano che la forma ciclica viene ridotta l’equilibrio si sposta a destra così che tutto il monosaccaride viene convertito in poliolo.
La reazione di ossidazione interessa il gruppo aldeidico degli aldosi nella forma aciclica, in equilibrio con la forma ciclica. In presenza di un ossidante, il gruppo aldeidico si ossida con formazione di acidi carbossilici detti acidi aldonici.
Gli agenti ossidanti utilizzati sono il reattivo di Tollens (soluzione basica contenente ioni Ag+) e il reattivo di Fehling (soluzione basica contenente ioni Cu2+), che vengono ridotti a:
·         argento metallico, che si deposita sulla parete della provetta formando uno specchio d’argento
·         ossido di rame, che precipita.
Ad esempio la reazione di ossidazione del β-D-galattosio forma l’acido D-galattonico:


Un aldoso che reagisce con il reattivo di Tollens o di Fehling viene detto zucchero riducente, in quanto l’ossidazione del gruppo aldeidico è accompagnata dalla riduzione degli ioni argento Ag+ o dagli ioni rame Cu2+.

FONTI del testo e delle immagini:
https://it.wikipedia.org/
www.treccani.it/
https://www.chimica-online.it
http://fco0809.blogspot.com
http://www.federica.unina.it
www.chimica.unipd.it/
Invito alla biologia.blu. di H. Curtis, N. S. Barnes, A. Schnek et al.
Chimica: concetti e modelli di Giuseppe Valitutti, Marco Falasca, Alfredo Tifi, Antonino Gentile.

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