Figure retoriche, termini tecnici della retorica e linguistica
Allitterazione (lat. umanist. adliteratio = rispondenza di lettere) = ripetizione degi stessi suoni (lettere o sillabe) all'inizio, all'interno o alla fine di due o più parole consecutive.
Es. se sibi consilium (Caesar, De Bello Civili, I, 1, 3)
Anadiplosi (dal greco ἀναδίπλοσις = raddoppiamento) = ripresa all'inizio di un verso o di una frase della parole conclusiva del verso o della frase precedente.
Anafora (dal greco ἀναφορά = ripetizione) = ripetizione di una parola all'inizio di due o più versi o enunciati consecutivi per conferire particolare risalto alla parola stessa.
Anastrofe (dal greco ἀναστροφή = inversione) = inversione dell'ordine normale delle parole per dare particolare rilievo ad un termine.
Es. quae res etsi = etsi quae res (Caesar, De Bello Civili, I, 9, 1)
Antitesi (dal greco ἀντίθεσις = contrapposizione) = contrapposizione di concetti opposti per ottenere granfe efficacia espressiva.
Apò koinù (dal greco ἀπὸ κοινοῦ = in comune) = far dipendere un termine contemporaneamente da due diversi elementi della frase.
Es. ab eo initio fugae facto paene proditus videretur (Caesar, De Bello Civili, III, 96, 4) in cui ab eo funge da complemento d'agente dell'ablativo assoluto initio ... facto e di proditus (sott. esse)
Apocope (dal greco ἀποκοπή = troncamento) = caduta della sillaba o della vocale finale di una parola.
Es. dein = deinde
sat = satis
fac = face
Apostrofe (dal greco ἀποστρέφειν = volgere indietro, altrove) = invocare o rivolgere la parola con enfasi a persona o cosa personificata.
Aprosdòketon (dal greco = inatteso, imprevisto) o effetto dello straniamento = conclusione di un discorso con una battuta del tutto inattesa che sorprende il lettore.
Arcaismo = parola o costrutto antichi ripresi in epoca successiva per ragioni artistiche.
Es. maxume = maxime
quoi = cui
patriai = patriae
Asindeto (dal greco ἀσύνδετον = slegato, disgiunto) = unione di parole o frasi senza congiunzioni per conferire particolare efficacia al discorso; si definisce asindeto avversativo quello in cui la frase successiva è in contrasto concettuale con la precedente.
Assonanza (dal latino ad-sonare = rispondere a un suono) = accostamento di due o più parole con suono simile, ma con significato diverso.
Bisticcio = accostamento di parole affini dal punto di vista fonico, ma con significato diverso.
Es. ferus ferreus (Tibullio, I, 10, 2)
Brachilogia (dal greco βραχυλογία = discorso breve) = concisione del discorso ottenuta tramite ellissi (omissione) di qualche elemento.
Es. praedae ac belli inferendi causa = praedae faciendae ac belli inferendi causa (Caesar, De Bello Gallico, VI, 12, 2) = per far preda e per portar guerra.
Chiasmo (disposizione a forma di lettera greca χ "chi", composta da due linee incrociate) = disposizione in ordine inverso, incrociato, degli elementi corrispondenti di una o più frasi, secondo lo schema AB BA.
Es. Ipsi ... dimittant, discedant ... omnes (Caesar, De Bello Civili, I, 9, 5)
Climax (dal greco κλῖμαξ = scala) = successione di termini disposti in ordine crescente, ossia dal più debole al più forte (o viceversa decrescente e in tal caso si parla di "anticlimax") di intensità.
Es. “ Uri, vinciri,verberari, ferroque necari!” dal Giuramento del gladiatore (Sacramentum gladiatorum)
Ellissi (dal greco ἔλλειψις = mancamento, omissione) = omissione di una parola, facile a sottintendersi, per conferire vivacità e concisione al discorso.
In latino è frequente l'ellissi del verbo esse.
Endiadi = (dal greco ἔν διὰ δυοῖν = una sola cosa per mezzo di due) = espressione di un unico concetto mediante due termini coordinati, solitamente due sostantivi, uniti da una congiunzione. Nella traduzione in italiano solitamente uno dei due sostantivi viene reso con un aggettivo o con un complemento.
Es. ratio atque usus belli (Caesar, De Bello Gallico, IV, 1, 6) = la pratica sistematica della guerra (LETT. la teoria e la pratica della guerra).
Enjambement = effetto ottenuto mediante la mancata coincidenza della pausa sintattica con la fine del verso.
Epanadiplosi = (dal greco ἐπαναδίπλοσις = raddoppiamento) = ripetizione della stessa parola all'inizio e alla fine di un verso o di un enunciato.
Eufemismo (dal verbo greco ευφημισμός = cosa detta bene) = attenuazione di un'espressione troppo cruda mediante perifrasi (giro di parole) o sostituzione di un vocabolo con un altro.
Es. il verbo morior (morire) sostituito col verbo decedere ("andarsene" dalla vita)
Figura etimologica = uso di due parole, all'interno dello stesso enunciato, derivanti dalla stessa radice.
Es. pugnare pugnam
servus servit
Gradatio sillabica = successione di parole ciascuna delle quali presenta una sillaba in più rispetto alla precedente.
Hysteron-proteron = (dal greco ὕστερον πρότερον, propriamente "l'ultimo per il primo") = inversione dell'ordine logico degli avvenimenti, per cui viene posto quello che dovrebbe venire dopo.
Es. requiescere atque in castra reverti iussit (Caesar, De Bello Civili, III, 98, 3) = ordinò che si riposassero e ritornassero nell'accampamento (secondo la logica "ordinò che ritornassero all'accampamento e ripossassero").
Ipallage = (dal greco ὑπαλλαγή = scambio) = attribuire ad un sostantivo di una frase un aggettivo che si riferisce concettualmente ad un altro termine della stessa frase.
Es. spatia omnis temporis (Caesar, De Bello Gallico, VI, 18, 2) = ogni periodo di tempo (LETT. i periodi di ogni tempo).
Iperbato = (dal greco ὑπέρβατον = trasposizione) = spostamento delle parole che si trovano normalmente accostate in un sintagma (unità sintattica di un enunciato).
Es. in partis ( =partes) divisae sunt duas (Caesar, De Bello Gallico, VI, 11, 5) = in partis duas divisae sunt.
Ipotassi = (dal greco ὑποτάξις = subordinazione) = presenza di congiunzioni per marcare il rapporto di subordinazione.
Iterazione = (dal latino iteratio = ripetizione) = ripetizione di un elemento dell'enunciato.
Litote = (dal greco λιτότης = semplicità, attenuazione) = affermazione di un concetto negandone il contrario; un'apparente attenuazione, che in realtà conferisce maggior risalto al concetto stesso.
Es.
neque saepe (Caesar, De Bello Gallico, VI, 17, 5) = non spesso = raramente
"Non era certo un cuor di leone" = Manzoni su Don Abbondio per dire che era un fifone.
Metafora (dal greco μεταφορά = trasporto, trasfermiento) = trasferire una parola dal suo significato figurato che ha affinità con il primo; è una specie di similitudine abbreviata, in quanto è stato eliminato il "come" e viene istituito un rapporto di analogia tra i due elementi comparati.
Es. capitis nives (Horatius) = le nevi del capo = capelli bianchi come la neve
Metonimia = (dal greco μετωνυμία = scambio di nome) = trasferire un termine dal concetto a cui si applica propriamente ad un altro concetto con cui è in rapporto di contiguità: il contenente per il contenuto; la causa per l'effetto; l'autore per l'opera; l'astratto per il concreto; ecc (e viceversa).
Es. paulo supra hanc memoriam (Caesar, De Bello Gallico, VI, 19, 5) = poco prima di questo tempo (di cui abbiamo un ricordo, per cui "memoria" indica per metonimia → "ciò di cui uno si ricorda" e quindi → "un tempo, un periodo, un'età")
Omoteleuto = (dal greco ὀμοιοτέλευτος = di ugual fine) = accostamento di parole che terminano allo stesso modo.
Onomatopea = (dal greco ὀνοματοποιία = creazione di parole) = parola formata da una successione di suoni che riproducono rumori naturali.
Es. taratantara (Ennio) = suono della tromba
Ossimoro = (dal greco ὀξύμωρον, formato da ὀξύς, «acuto» e μωρός = stupido → acutamente stupido) = accostamento di parole di significato opposto per dare maggior risalto al concetto.
Es. concordia discors (Horatius)
casta inceste (Lucrezio)
Paratassi = dal greco παράταξις = ordinamento regolare) = mancanza di congiunzioni fra proposizioni legate da un rapporto di coordinazione o subordinazione.
Es. veni, vidi, vici
velim haec facias
Pleonasmo = (dal greco πλεονασμός = ridondanza, eccesso) = espressione ridondante con elementi morfologici, sintattici o lessicali non necessari.
Poliptoto = (dal greco πολύπτωτος = di molti casi) = ripetizione dello stesso termine in forme diverse (sostantivo in casi diversi, verbo in tempi o modi diversi).
Es: factiones ... factionum (Caesar, De Bello Gallico, VI, 11, 2-3)
Polisindeto = (dal greco πολυσύνδετον = multicollegato) collegamento di parole o frasi con la ripetizione di congiunzioni copulative
Es. et ... et. .. et ...
-que ... -que
Sincope = (dal greco συγκοπή = tagliare insieme, spezzare) = caduta di una vocale o di una sillaba nel corpo di una parola.
Sineddoche = (dal greco συνεκδοχή = comprendere insieme) = usare un termine nel senso più ampio (o più ristretto) di quello letterale: la parte per il tutto, il tutto per la parte, il singolare per il plurale o viceversa, la materia per l'oggetto. E' un particolare tipo di metonimia.
Es. puppis → navis (la poppa per intendere la nave)
Straniamento = procedimento stilistico con cui l'autore cerca di sorprendere il lettore usando metonimie, metafore, ossimori, aprosdoketon, ecc
Tmesi = (dal greco τμῆσις = taglio) = divisione di una parola composta nelle due parti che la compongono, con l'interposizione di altri elementi della frase.
Es. super tibi erunt → supererunt tibi (Virgilio)
A volte le due parti sono anche invertite.
Es. est super → superest (Catone)
Variatio = Cambiamento = ricerca di asimmetria nei costrutti, per interrompere la prevedibilità del discorso.
Es. Pompeius ... incitatus et quod ... volebat (Caesar, De Bello Civili, I, 4, 4) → al participio incitatus si contrappone la proposizione causale quod volebat.
Zeugma = (dal greco ζεῦγμα = aggiogamento, unione, legame) = collegare un elemento della frase a due o più parole mentre dal punto di vista grammaticale dovrebbe riferirsi soltanto ad una di esse.
Es. Haec ... circumcludunt atque ... utuntur (Caesar, De Bello Gallico, VI, 28, 6) → Haec è oggetto di circumcludunt, ma è unito anche a utuntur, che invece normalmente si costruisce con l'ablativo.
Fonti:
TITOLO: Gli Scrittori Latini. Autori per il liceo classico. Classe Prima. AUTORI: Flocchini N., Gelmetti P., Bongiorno A., Ottaviani G., Caviglia F.
Es. se sibi consilium (Caesar, De Bello Civili, I, 1, 3)
Anadiplosi (dal greco ἀναδίπλοσις = raddoppiamento) = ripresa all'inizio di un verso o di una frase della parole conclusiva del verso o della frase precedente.
Anafora (dal greco ἀναφορά = ripetizione) = ripetizione di una parola all'inizio di due o più versi o enunciati consecutivi per conferire particolare risalto alla parola stessa.
Anastrofe (dal greco ἀναστροφή = inversione) = inversione dell'ordine normale delle parole per dare particolare rilievo ad un termine.
Es. quae res etsi = etsi quae res (Caesar, De Bello Civili, I, 9, 1)
Antitesi (dal greco ἀντίθεσις = contrapposizione) = contrapposizione di concetti opposti per ottenere granfe efficacia espressiva.
Apò koinù (dal greco ἀπὸ κοινοῦ = in comune) = far dipendere un termine contemporaneamente da due diversi elementi della frase.
Es. ab eo initio fugae facto paene proditus videretur (Caesar, De Bello Civili, III, 96, 4) in cui ab eo funge da complemento d'agente dell'ablativo assoluto initio ... facto e di proditus (sott. esse)
Es. dein = deinde
sat = satis
fac = face
Apostrofe (dal greco ἀποστρέφειν = volgere indietro, altrove) = invocare o rivolgere la parola con enfasi a persona o cosa personificata.
Aprosdòketon (dal greco = inatteso, imprevisto) o effetto dello straniamento = conclusione di un discorso con una battuta del tutto inattesa che sorprende il lettore.
Arcaismo = parola o costrutto antichi ripresi in epoca successiva per ragioni artistiche.
Es. maxume = maxime
quoi = cui
patriai = patriae
Asindeto (dal greco ἀσύνδετον = slegato, disgiunto) = unione di parole o frasi senza congiunzioni per conferire particolare efficacia al discorso; si definisce asindeto avversativo quello in cui la frase successiva è in contrasto concettuale con la precedente.
Assonanza (dal latino ad-sonare = rispondere a un suono) = accostamento di due o più parole con suono simile, ma con significato diverso.
Bisticcio = accostamento di parole affini dal punto di vista fonico, ma con significato diverso.
Es. ferus ferreus (Tibullio, I, 10, 2)
Brachilogia (dal greco βραχυλογία = discorso breve) = concisione del discorso ottenuta tramite ellissi (omissione) di qualche elemento.
Es. praedae ac belli inferendi causa = praedae faciendae ac belli inferendi causa (Caesar, De Bello Gallico, VI, 12, 2) = per far preda e per portar guerra.
Chiasmo (disposizione a forma di lettera greca χ "chi", composta da due linee incrociate) = disposizione in ordine inverso, incrociato, degli elementi corrispondenti di una o più frasi, secondo lo schema AB BA.
Es. Ipsi ... dimittant, discedant ... omnes (Caesar, De Bello Civili, I, 9, 5)
Climax (dal greco κλῖμαξ = scala) = successione di termini disposti in ordine crescente, ossia dal più debole al più forte (o viceversa decrescente e in tal caso si parla di "anticlimax") di intensità.
Es. “
Ellissi (dal greco ἔλλειψις = mancamento, omissione) = omissione di una parola, facile a sottintendersi, per conferire vivacità e concisione al discorso.
In latino è frequente l'ellissi del verbo esse.
Endiadi = (dal greco ἔν διὰ δυοῖν = una sola cosa per mezzo di due) = espressione di un unico concetto mediante due termini coordinati, solitamente due sostantivi, uniti da una congiunzione. Nella traduzione in italiano solitamente uno dei due sostantivi viene reso con un aggettivo o con un complemento.
Es. ratio atque usus belli (Caesar, De Bello Gallico, IV, 1, 6) = la pratica sistematica della guerra (LETT. la teoria e la pratica della guerra).
Enjambement = effetto ottenuto mediante la mancata coincidenza della pausa sintattica con la fine del verso.
Epanadiplosi = (dal greco ἐπαναδίπλοσις = raddoppiamento) = ripetizione della stessa parola all'inizio e alla fine di un verso o di un enunciato.
Es. il verbo morior (morire) sostituito col verbo decedere ("andarsene" dalla vita)
Figura etimologica = uso di due parole, all'interno dello stesso enunciato, derivanti dalla stessa radice.
Es. pugnare pugnam
servus servit
Gradatio sillabica = successione di parole ciascuna delle quali presenta una sillaba in più rispetto alla precedente.
Hysteron-proteron = (dal greco ὕστερον πρότερον, propriamente "l'ultimo per il primo") = inversione dell'ordine logico degli avvenimenti, per cui viene posto quello che dovrebbe venire dopo.
Es. requiescere atque in castra reverti iussit (Caesar, De Bello Civili, III, 98, 3) = ordinò che si riposassero e ritornassero nell'accampamento (secondo la logica "ordinò che ritornassero all'accampamento e ripossassero").
Ipallage = (dal greco ὑπαλλαγή = scambio) = attribuire ad un sostantivo di una frase un aggettivo che si riferisce concettualmente ad un altro termine della stessa frase.
Es. spatia omnis temporis (Caesar, De Bello Gallico, VI, 18, 2) = ogni periodo di tempo (LETT. i periodi di ogni tempo).
Iperbato = (dal greco ὑπέρβατον = trasposizione) = spostamento delle parole che si trovano normalmente accostate in un sintagma (unità sintattica di un enunciato).
Es. in partis ( =partes) divisae sunt duas (Caesar, De Bello Gallico, VI, 11, 5) = in partis duas divisae sunt.
Ipotassi = (dal greco ὑποτάξις = subordinazione) = presenza di congiunzioni per marcare il rapporto di subordinazione.
Iterazione = (dal latino iteratio = ripetizione) = ripetizione di un elemento dell'enunciato.
Litote = (dal greco λιτότης = semplicità, attenuazione) = affermazione di un concetto negandone il contrario; un'apparente attenuazione, che in realtà conferisce maggior risalto al concetto stesso.
Es.
neque saepe (Caesar, De Bello Gallico, VI, 17, 5) = non spesso = raramente
"Non era certo un cuor di leone" = Manzoni su Don Abbondio per dire che era un fifone.
Metafora (dal greco μεταφορά = trasporto, trasfermiento) = trasferire una parola dal suo significato figurato che ha affinità con il primo; è una specie di similitudine abbreviata, in quanto è stato eliminato il "come" e viene istituito un rapporto di analogia tra i due elementi comparati.
Es. capitis nives (Horatius) = le nevi del capo = capelli bianchi come la neve
Metonimia = (dal greco μετωνυμία = scambio di nome) = trasferire un termine dal concetto a cui si applica propriamente ad un altro concetto con cui è in rapporto di contiguità: il contenente per il contenuto; la causa per l'effetto; l'autore per l'opera; l'astratto per il concreto; ecc (e viceversa).
Es. paulo supra hanc memoriam (Caesar, De Bello Gallico, VI, 19, 5) = poco prima di questo tempo (di cui abbiamo un ricordo, per cui "memoria" indica per metonimia → "ciò di cui uno si ricorda" e quindi → "un tempo, un periodo, un'età")
Omoteleuto = (dal greco ὀμοιοτέλευτος = di ugual fine) = accostamento di parole che terminano allo stesso modo.
Es. taratantara (Ennio) = suono della tromba
Ossimoro = (dal greco ὀξύμωρον, formato da ὀξύς, «acuto» e μωρός = stupido → acutamente stupido) = accostamento di parole di significato opposto per dare maggior risalto al concetto.
Es. concordia discors (Horatius)
casta inceste (Lucrezio)
Paratassi = dal greco παράταξις = ordinamento regolare) = mancanza di congiunzioni fra proposizioni legate da un rapporto di coordinazione o subordinazione.
Es. veni, vidi, vici
velim haec facias
Pleonasmo = (dal greco πλεονασμός = ridondanza, eccesso) = espressione ridondante con elementi morfologici, sintattici o lessicali non necessari.
Poliptoto = (dal greco πολύπτωτος = di molti casi) = ripetizione dello stesso termine in forme diverse (sostantivo in casi diversi, verbo in tempi o modi diversi).
Es: factiones ... factionum (Caesar, De Bello Gallico, VI, 11, 2-3)
Polisindeto = (dal greco πολυσύνδετον = multicollegato) collegamento di parole o frasi con la ripetizione di congiunzioni copulative
Es. et ... et. .. et ...
-que ... -que
Sincope = (dal greco συγκοπή = tagliare insieme, spezzare) = caduta di una vocale o di una sillaba nel corpo di una parola.
Sineddoche = (dal greco συνεκδοχή = comprendere insieme) = usare un termine nel senso più ampio (o più ristretto) di quello letterale: la parte per il tutto, il tutto per la parte, il singolare per il plurale o viceversa, la materia per l'oggetto. E' un particolare tipo di metonimia.
Es. puppis → navis (la poppa per intendere la nave)
Straniamento = procedimento stilistico con cui l'autore cerca di sorprendere il lettore usando metonimie, metafore, ossimori, aprosdoketon, ecc
Tmesi = (dal greco τμῆσις = taglio) = divisione di una parola composta nelle due parti che la compongono, con l'interposizione di altri elementi della frase.
Es. super tibi erunt → supererunt tibi (Virgilio)
A volte le due parti sono anche invertite.
Es. est super → superest (Catone)
Variatio = Cambiamento = ricerca di asimmetria nei costrutti, per interrompere la prevedibilità del discorso.
Es. Pompeius ... incitatus et quod ... volebat (Caesar, De Bello Civili, I, 4, 4) → al participio incitatus si contrappone la proposizione causale quod volebat.
Zeugma = (dal greco ζεῦγμα = aggiogamento, unione, legame) = collegare un elemento della frase a due o più parole mentre dal punto di vista grammaticale dovrebbe riferirsi soltanto ad una di esse.
Es. Haec ... circumcludunt atque ... utuntur (Caesar, De Bello Gallico, VI, 28, 6) → Haec è oggetto di circumcludunt, ma è unito anche a utuntur, che invece normalmente si costruisce con l'ablativo.
Fonti:
TITOLO: Gli Scrittori Latini. Autori per il liceo classico. Classe Prima. AUTORI: Flocchini N., Gelmetti P., Bongiorno A., Ottaviani G., Caviglia F.
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