La rinascita delle città e l'età comunale

La lunga crisi della civiltà urbana in epoca altomedievale 

Dalla città alla campagna, per sfuggire alle invasioni

LA CRISI DELLE CITTA' E IL CALO DEMOGRAFICO

Nei Regni romano-germanici, le città avevano perso importanza ed erano divenute insicure a causa delle violenze e dei saccheggi degli invasori. Ciò aveva spinto molti abitanti a fuggire nelle campagne. L'artigianato e il commercio si erano ridotti. Alcune città scomparvero del tutto, altre erano quasi disabitate. Guerre, pestilenze e povertà causarono una forte diminuzione della popolazione.

UNA SOCIETA' E UN'ECONOMIA RURALI

La società dell'Alto Medioevo divenne pertanto una società rurale. Scomparvero i luoghi tipici dei Romani: il foro, le terme, le basiliche, il circo. Nelle città rimasero solo le sedi vescovili. Molte persone cercarono lavoro e protezione nelle grandi aziende agricole dei proprietari terrieri, i latifondi. La proprietà terriera fu organizzat in un modo che portò alla nascita del sistema curtense. Anche la situazione delle campagne peggiorò: gli argini e i canali non venivano sistemati adeguatamente  e aumentarono le paludi, le foreste e le terre incolte e boscose.

Una rudimentale agricoltura di sussistenza 

Il paesaggio nell'Alto Medioevo 

Si ebbe la "ruralizzazione" dell'Occidente. Nell'Alto Medioevo i boschi ricoprirono le colline e le montagne, le strade e i sentieri, danneggiando tutto ciò che era stato costruito precedentemente. L'economia era di pura sussistenza (ossia si produceva soltanto quello che serviva per vivere) e i pochi prodotti in eccesso venivano portati al mercato più vicino.
Le terre erano di propretà di grandi proprietari terrieri e i contadini vivevano in villaggi, costituiti da case di legno (materiale facile da trovare), mattoni, tegole, paglia e canne, simili a "isole" abitate tra campi coltivati, vigne, prati per il pascolo e bosco. Si coltivavano soprattutto cereali, come la segale o il miglio, di cui si nutrivano queste comunità agricolo-pastorali.

L'arretratezza dell'agricoltura e la marginalità dell'artigianato 

La rotazione biennale e il maggese 

Le tecniche di coltivazione medioevali erano limitate: gli strumenti, essendo fatti di solo legno, non permettevano di arare in profondità il terreno e non c'erano animali adatti a trainare gli aratri. Si praticava la rotazione biennale: si divideva il terreno in 2 parti e ogni anno lasciava vuoto un campo per farlo «rinforzare» per l'anno seguente. La parte lasciata a riposo era detta maggese.
Le rese agricole (cioè il raccolto) erano limitate, anche perché non tutto poteva essere mangiato, ma si doveva mettere da parte i semi per l'anno successivo. Per alimentarsi allora si ricorreva alla raccolta di frutti ed erbe, alla caccia e alla pesca.

Artigianato e commercio nelle città

Nelle città era rimasta solo una forma di artigianato, che produceva ciò che i contadini non erano in grado di prodursi da soli. Le grandi aziende agricole scambiavano i prodotti in eccesso a livello locale, nelle città e nei mercati vicini. 
Forme di commercio erano rappresentate dalle fiere, come quella di San Dionigi, vicino a Parigi, sin dal 635. Il commercio a lunga distanza invece diminuì in Occidente, ma veniva praticato ancora dai bizantini e soprattutto dagli arabi.
Nell'VIII secolo gli scambi commerciali ripresero. Per l'acquisto di grandi merci si usavano monete d'oro o d'argento, per le piccole spese si usava il baratto.
Per favorire il commercio nel Nord della Francia e in Inghilterra nacquero importanti porti e sbocchi commerciali, mentre Venezia iniziò a diventare il porto d'arrivo per le navi che venivano dall'Oriente.

Il sistema curtense: la riorganizzazione della produzione agricola 

Pars dominica e pars massaricia 

Nell'VIII secolo, comparve una classe di proprietari terrieri che organizzò la vita economica delle popolazioni nelle campagne. Questo sistema, detto "sistema curtense", si basava sulle grandi aziende agricole (curtes), ciascuna divisa in due parti:
  • la pars dominica, gestita direttamente dal proprietario;
  • la pars massaricia, assegnata in modo permanente a famiglie di contadini obbligati a pagare un affitto al proprietario e a svolgere giornate di lavoro senza essere pagati (corvées).
Tale organizzazione veniva detta signoria fondiaria. Una parte della produzione veniva venduta nei piccoli mercati locali. I ricchi proprietari terrieri acquistano anche beni di lusso, come la seta e le spezie, importati dall'Oriente.
Alcuni proprietari terrieri, inoltre, chiedevano affitti più bassi e a lungo termine, permettendo così di coltivare anche le terre mai coltivate. Tale processo si arrestò a causa delle invasioni del IX-X secolo e riprese nell'anno 1000.

La svolta dell'anno Mille e lo sviluppo della produzione agricola

L'incremento della popolazione e della produzione agricola 

Dalla paura dell'anno Mille a una nuova fiducia 

Secondo alcuni storici del passato, l'arrivo dell'anno Mille venne atteso con paura, ansia e speranza  dalle popolazioni cristiane: molti pensavano che sarebbe venuta la fine del mondo. Nel X secolo, invece, l'uomo mostrò una nuova fiducia in se stesso e nel mondo. La popolazione cominciò ad aumentare perchè:

  1. Diminuì la mortalità perchè calarono le epidemie (l'ultima nel 742-743);
  2. Il clima migliorò nel Nord Europa;
  3. Aumentò la produzione di generi alimentari. 

L'agricoltura estensiva: dissodamento e bonifiche


Aumentarono i terreni coltivabili: furono sfruttate terre incolte; intere comunità presero possesso di terreni fuori dal controllo dei signori e nel Baltico e nell'Europa orientale. L'agricoltura fu allora detta estensiva
Per appagare i nuovi bisogni alimentari i contadini fecero un intenso lavoro di dissodamento (aratura), coltivarono terreni boscosi e attuarono la bonifica delle paludi e la regolazione delle acque e la ricostruzione delle antiche strade romane. Fu fondamentale il lavoro dei grandi monasteri. Cominciarono a nascere grandi centri abitati: case contadine, borghi e villaggi, spesso fortificati. 

La nascita di nuovi centri abitati

Gli abitanti di questi nuovi centri sistemavano e difendevano il suolo. Nel Nord Europa furono coltivate le terre incolte, in Italia si ricominciò a lavorare terreni abbandonati, in Spagna i terreni devastati dalla guerra (a causa della Reconquista). Molti coloni occupavano i territori signorili che venivano disboscati, appiccando poi il fuoco al sottobosco per fertilizzare il terreno con la cenere. Nella Valle padana fu realizzata una sistemazione idraulica, tutt'ora funzionante.

Nuove tecniche per Aumentare la produttività dei campi


La rotazione triennale delle colture

Durante il X-XI secolo migliorarono anche le tecniche produttive: si passò dalla rotazione biennale a una più fruttuosa rotazione triennale, ossia la divisione del campo in tre parti: 

  • una era seminata in autunno a frumento;
  • una in primavera ad avena, piselli, orzo, ceci, fave; 
  • una terza era lasciata a rnaggese (riposo).
L'anno dopo:

  • il maggese veniva seminato a frumento;
  • la parte prima seminata a frumento veniva seminata ad avena; 
  • la parte ad avena veniva lasciata a maggese. 

e cosi via. La rotazione triennale permetteva alla terra di riposare e produrre le sostanze nutritive utili alle piante. Tale pratica permise un aumento (incremento quantitativo) della produzione rispetto alla rotazione biennale e una differenziazione delle piante prodotte: l'avena serviva a nutrire il bestiame, mentre l'alimentazione umana si arricchì grazie alle proteine contenute nei legumi. 

I vantaggi dell'aratro a versoio

In quest'epoca furono inventati attrezzi che diedero una svolta all'agricoltura:   

  • L'aratro a versoio (o aratro pesante), trainato da buoi o cavalli aggiogati (legati) con un sistema che ne sfrutta tutta l'energia, permette di rovesciare la terra, esponendola al sole e rendendola più fertile. Questo aratro è dotato di un versoio — cioè la parte del vomere che rivolta la terra — realizzato in metallo e quindi capace di affondare meglio nel terreno. 
  • La ferratura del cavallo era già conosciuta in età romana, e venne ripresa in quest'epoca, permettendo di velocizzare l'aratura, gli spostamenti dei contadini dal villaggio ai campi, il trasporto dei semi e dei raccolti. 
  • L'uso del collare rigido, facendo pesare la fatica sulle spalle e non sul collo dell'animale, permise di  caricare maggiormente l'animale (maggiore capacità di carico). 
  • L'allevamento: le abbazie si facevano dare dai sovrani le terre incolte per sfruttarle per la pastorizia e allevarono ovini. 
  • Si diffusero i nuovi e costosi attrezzi in ferro, come la grande ascia per il disboscamento.
  •  Il grano prodotto veniva portato a macinare al mulino ad acqua di proprietà del signore o del monastero. Il mulino ad acqua si diffuse in Europa intorno al IX secolo: l'acqua corrente di un fiume muoveva le pale di una grande ruota che, girando, metteva in azione la macina. Questo mulino fu usato anche per fornire energia all'industria tessile, metallurgica, ecc. 
  • Dal XII secolo fu introdotto anche il mulino a vento, soprattutto in Spagna, dove era stato portato dagli arabi, e poi in Olanda. 

FONTE:

Storia: per diventare cittadini. Per i Licei e gli Ist. magistrali.  Dal Medioevo all'età moderna - di Adriano Prosperi, Gustavo Zagrebelsky, Paolo Viola

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