CICERONE

La vita

Marco Tullio Cicerone nacque nel 106 a.C. ad Arpino, nel Lazio, da una famiglia dell'ordine equestre.

Studiò a Roma presso i più famosi oratori e giuristi e il filosofo Filone di Larissa. Dall'80 a.C. esercitò la professione di avvocato. Dal 79 al 77 a.C. visse in Grecia (ad Atene e a Rodi) per studiare retorica e filosofia.
Tornato a Roma, da homo novus (primo membro della sua famiglia a percorrere il cursus honorum) si diede alla politica: nel 75 a.C. divenne questore in Sicilia, nel 69 a.C. edile curule e nel 66 a.C. pretore; console nel 63 a.C., e fece condannare a morte Catilina e i congiurati.
A seguito del “primo triumvirato” (alleanza del 60 a.C. tra Cesare, Pompeo e Crasso), Cicerone rimase politicamente isolato, e nel 58 a.C. andò in esilio in Grecia a causa della legge di Clodio contro chi aveva causato esecuzioni a morte di cittadini romani senza diritto di appello al popolo (provocatio ad populum).
Fu richiamato in Italia nel 57 a.C. da Pompeo e nel 56 a.C. appoggiò, con l'oratione De provinciis consularibus, gli accordi triumvirali di Lucca; difese in tribunale gli avversari di Clodio, ucciso in uno scontro con Milone. Cicerone difese - senza successo - Milone.
Nel 51 a.C. divenne proconsole di Cilicia. A Roma nel 50 a.C. cercò di impedire la guerra civile tra Cesare e Pompeo, e poi si schierò a favore di Pompeo e lo seguì in Epiro (49 a.C.), senza partecipare alla battaglia di Farsàlo (48 a.C.).
Tornato in Italia, chiese e ottenne il perdono di Cesare. Scrisse le orazioni cesariane (46-45 a.C.) per far perdonare alcuni ex-pompeiani.
A causa della dittatura di Cesare e della morte di sua figlia Tullia, Cicerone abbandonò la vita  politica e scrisse tra il 46 e il 44 a.C moltissime opere retoriche e filosofiche.
Dopo la morte di Cesare (alle idi di Marzo, ossia  il 15 marzo del 44 a.C.), tornò in politica, e tra il 44 e il 43 a.C. discusse le 14 orazioni Filippiche contro Antonio. Ma quando Antonio strinse un patto con Ottaviano e Lepido (il cosiddetto 'secondo triumvirato' del 43 a.C.), Cicerone fu proscritto e poi fu ucciso da sicari il 7 dicembre del 43 a.C. mentre scappava.
 

Le orazioni



Cicerone lavorò come avvocato per quasi quarant’anni, fino alla sua morte. Scrisse numerose orazioni (oggi possediamo 58 orazioni intere e 30 titoli) di genere giudiziario e politico. Nella Pro Quinctio (81 a.C.) e nella Pro Sexto Roscio Amerino (80 a.C.) Cicerone usò lo stile asiano, più esuberante. Poi, dopo aver frequentato a Rodi la scuola del retore Apollonio Molone, seguì lo stile da lui stesso definito RODIESE, meno artificioso.
Nel 70 i Siciliani lo chiamarono per accusare Verre di concussione. Cicerone scrisse 7 orazioni, dette Verrine, ma solo le prime due furono pronunciate, dato che Verre scelse di andare in esilio, prima che lo condannassero.
Nel 66 Cicerone sostenne con l'orazione Pro lege Manilia, de imperio Cn. Pompei la proposta del tribuno Manilio di dare a Pompeo grandi poteri nella guerra contro Mitridate, per aiutare gli equites. Nel 63 a.C., combatté con 4 orazioni  (De Lege agraria) il tentativo di riforma della proprietà terriera - a favore dei populares - mostrandosi profondamente conservatore. Con le 4 Orazioni Catilinarie (due pronunciate davanti al senato e due davanti al popolo), represse la congiura di Catilina.
Nel 62 a.C. scrisse la Pro Archia per difendere il poeta greco Archia accusato di avere rubato la cittadinanza romana, e in tale orazione elogia la poesia e la cultura umanistica.
Tra il 57 e il 56 a.C. pronunciò le 4 orazioni post reditum (dopo il ritorno dall’esilio), tra cui la Pro domo sua ad pontifices, per riavere il suo terreno (mentre la sua casa era stata abbattuta per volere di Clodio).
Nel 56 a.C. compose le orazioni De provinciis consularibus (per il comando proconsolare di Cesare nelle Gallie), la Pro Sestio (per difendere il tribuno Sestio, avversario di Clodio, grazie al consensus bonorum omnium) e la Pro Caelio (per difendere Celio Rufo, accusato di reati ai danni di Clodia, la Lesbia di Catullo).
Nel 52 a.C. Cicerone  difese Milone, accusato dell’omicidio di Clodio, ma perse la causa e modificò la Pro Milone.  
Cicerone nel 46-45 a.C. compose le tre orazioni politiche 'cesariane' (Pro Marcello, Pro Ligario, Pro rege Deiotaro) per chiedere il perdono degli ex-pompeiani, in stile atticista (semplice).
Alla morte di Cesare, attaccò Antonio tra il 44 e il 43 a.C. con le 14 orazioni Antoniane o Filippiche, così dette perché richiamavano le 4 orazioni dell'oratore greco Demostene contro Filippo II, re di Macedonia. A causa di queste orazioni, Cicerone si inimicò molti romani e fu ucciso.


Le orazioni di Cicerone sono ricche di cultura umanistica:
  • Usa la storia per gli exempla;
  • La letteratura greca e  latina per le citazioni;
  • la filosofia per affrontare temi difficili con abilità dialettica e rigore logico;
  • considerazioni sul diritto, sull'etica, sulla politica, sull'arte.
Lo stile ha vari toni - dal tenue all'elevato e magniloquente - a seconda delle diverse "finalità deIl’orazione' (officia oratoris):
  • nelle narrationes ARGOMENTA (docere) con semplicità;
  • Con le descrizioni, i ritratti, gli aneddoti INTRATTIENE (delectare) il pubblico;
  • E’ CONVINCENTE (fidem tacere) nella logica, nelle argomentazioni, nella difesa dei valori (patria, libertà, giustizia, pace);
  • Crea emozioni e pathos (sensus movere), negli exordia e nelle perorationes.
I periodi, ipotattici, sono complessi, ma equilibrati e simmetrici. Il ritmo è dato dalla concinnitas.
Il lessico è vario, e importante è la ricerca di armonia.

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