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A l'aura il crin ch'a l'auro il pregio ha tolto

ANALISI DELLA POESIA


1) Nel primo verso del componimento Marino utilizza i termini «l’aura» e «l’auro» per alludere al  luogo comune secondo cui la donna amata ha capelli biondi quasi come l'oro, richiamandosi al sonetto in cui Petrarca afferma che la sua donna (Laura) ha i «capei d’oro a l’aura sparsi».

2) Nella seconda quartina, Marino descrive in modo artificioso e ricco di "meraviglia" ciò che la donna provoca nel momento in cui scioglie i suoi boccoli d’oro, i quali cadendo sulle spalle  e sul bel seno della donna danno luogo a un incredibile gioco di luci.

 3) Nel verso 9 "Amor vid’io, che fra i lucenti rami" vi sono due figure retoriche: una è la personificazione dell'Amore; l'altra è una metafora in quanto i capelli della donna vengono trasformati da Marino nei rami di una selva.
La personificazione dell'amore serve a Marino per esplicare (spiegare) il suo concetto di amore, sentimento forte, essenziale, profondo e invincibile che arriva a domare l'uomo.
La metafora ha la funzione di includere anche la natura circostante nella descrizione della sua donna, quasi come se ella emanasse la sua bellezza e la potenza del suo amore in tutto ciò che la circonda

4) Il verso 11 "tendea mille al mio cor lacciuoli ed ami" si ricollega all'Amor del v. 9 ed è una personificazione che Marino utilizza per spiegare come l'amore, partendo dalla donna e adoperando piccoli lacci e ami, riesce a catturare il cuore dell'uomo-poeta trasformandolo nella sua vittima.

5) Nelle ultime due terzine il poeta afferma di aver visto l'Amore che partendo dai capelli della donna splendenti come il "sole" e simili ad una selva tendeva al suo cuore una serie di trappole (mille... lacciuoli et ami), al fine di catturare il cuore del poeta. In particolare, gli occhi della donna, sono l'unica cosa importante per il poeta (uniche e sole) al punto che arriva ad affermare di aver visto anche il sole (e sole) "intento" e rapito da quei fili (stami) d'oro, volgersi verso di lei proprio come fa il girasole nei confronti del sole (si volge verso il sole).
L'ultima terzina termina con la similitudine finale "quasi un girasole il sole" che dona al componimento un forte effetto di stupore tipico dell'arguzia barocca, col fine di meravigliare i lettori.

6) Nel componimento la donna viene quasi trasfigurata in diversi elementi della natura attraverso una serie di metafore e immagini: i capelli della donna vengono dapprima paragonati per splendore al "sole" e successivamente trasformati nei "rami" di una selva; gli occhi della donna sono così attraenti da divenire l'unica cosa veramente importante per il poeta; addirittura nel finale Marino afferma che la sua donna è talmente potente che anche il sole finisce per essere rapito da lei e si rivolge verso di lei proprio come fa il girasole col sole. Questa particolare trasfigurazione serve a creare "meraviglia" attraverso l'artificio e ha come effetto lo stupore.

7) Nella poesia barocca di Marino si ha un profondo rinnovamento nel modo di rappresentare la donna, anche perché egli vuole creare "meraviglia". La donna qui descritta inizialmente potrebbe sembrare ancora ricollegabile all'immagine tradizionale della donna, bella e ideale, in quanto nel primo verso Marino richiama il tema petrarchesco de “i capei d’oro a l’aura sparsi” , ma nei versi successivi Marino rinnova profondamente l’immagine dei capelli (trasformati nei rami della selva) e della donna, rinunciando all'idealizzazione della figura femminile (volto angelico, capelli biondi, pelle bianchissima, labbra perfette, occhi languidi) tanto cara a Petrarca e ai suoi imitatori, e scegliendo di descriverla a pezzi: i capelli, gli occhi, il seno, in modo molto più concreto, utilizzando metafore originali.

8) Con questa espressione Giovanni Getto vuole sottolineare che il Barocco non ha nessuna certezza e nessuna fede, in quanto l'uomo del Seicento percepisce che tutte le cose sono incerte, ingannevoli e mutevoli. Infatti, l'uomo del Barocco assiste alle nuove scoperte scientifiche, astronomiche e geografiche che, attraverso l'uso dei nuovi strumenti (cannocchiale, telescopio, bussola, ecc) cominciano a dare il via alla scienza moderna e all'Età moderna, aprendo la mente degli uomini e mettendo in crisi il sistema rinascimentale. Per quanto riguarda la fede in Dio l'uomo del Barocco vive una profonda crisi spirituale e deve fare i conti con la Riforma, avviata in Germania da Martin Lutero e, in particolare, con la Controriforma, avviata dalla Chiesa a partire dal Concilio di Trento per cercare di rispondere in maniera efficace al dilagare del Protestantesimo. Per tale motivo, l'artista barocco nelle sue opere utilizza in maniera privilegiata la metafora perché è la figura retorica ideale per rappresentare la profonda mutevolezza delle cose e le continue trasformazioni del mondo che ci circonda. Inoltre, i poeti del Barocco danno vita a una poetica molto ricercata la cui tecnica viene sempre più perfezionata.


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