Testo argomentativo Evelina Santangelo ACCOGLIERE
“Accogliere” di Evelina Santangelo
Oggi più che mai sento quanto avesse ragione la Bachmann quando diceva «Non date ai vostri pensieri un unico fondamento, potrebbe essere pericoloso». Bisogna dare moltissimi fondamenti ai propri pensieri per scardinare pregiudizi, visioni sclerotizzate, superare distanze dettate dall'incomprensione, e accogliere prima di tutto questo mondo in cui viviamo, dove i destini dell’umanità, le lingue e le culture si stanno intrecciando in modo inestricabile, o comunque si ritrovano a vivere una prossimità come mai forse era accaduto prima. Ciò che oggi ci è straniero è prima di tutto questo tempo, che fatichiamo a decifrare, e dunque ad accogliere.
È scomodissimo dare più fondamenti al proprio pensiero. Bisogna mettere in discussione certezze su cui si è edificata la propria vita e quella della collettività in cui siamo cresciuti. Per farlo bisogna compiere un gesto difficile: mettersi in ascolto.
È stato ascoltando un film realizzato da Itastra (Scuola di Italiano per stranieri dell’università di Palermo: «Io, Souleymane Bah») che ho capito come la lingua possa diventare non solo uno strumento di inclusione, come si dice spesso, ma una forma di salvezza per chi vive tutta la vita da analfabeta (come lo erano milioni di italiani nel dopoguerra, spesso costretti a migrare: «migranti economici», li definiremmo oggi). È la storia di Souleymane Bah, un ragazzo di un villaggio della Guinea Conakry, arrivato nel nostro Paese nel 2016 senza possedere una lingua con cui leggere e scrivere, dopo un’infanzia e un’adolescenza trascorsa a cercare lavoro ovunque spingendosi sino in Libia. E lì: solo lavoro, fatica, «bastone e fucile», come racconta… finché non è giunto a Itastra e lì ha imparato l’unica lingua che oggi sa leggere e scrivere, o come precisa: una lingua con cui «capire meglio il mondo e me stesso».
Ecco, per me «accogliere» ha a che fare con questa urgenza di imparare anche noi una nuova lingua con cui provare a comprendere il mondo e noi stessi, per non rischiare di finire a vivere da stranieri in questo nostro tempo.
da un articolo de L'espresso
https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2018/10/10/news/accogliere-1.327689
ELABORATO:
Evelina Santangelo, dopo aver visto un docu-film sulla travagliata storia di un ragazzo africano di nome Souleymane Bah che, partito dal suo villaggio in Guinea Conakry, era riuscito a trovare lavoro e a ambientarsi solo dopo aver imparato a scrivere e leggere l'Italiano grazie all'associazione Itastra che si occupa di formazione, consulenza e ricerca.
Secondo la Santangelo, non si deve limitare i propri pensieri su una sola visione, su un solo punto di vista, su un solo modo di essere, nel mondo di oggi non si deve e non si può essere chiusi a livello mentale perché farlo significherebbe isolarsi e non capire nulla di ciò che ci accade intorno, ma si deve essere sempre disponibili ad accogliere la diversità, i diversi modi di pensare e vedere tutto ciò che ci circonda, come la natura, la religione, la cultura e l'approccio alla vita, altrimenti non si crescerà mai e ci si ritroverà a essere isolati dal mondo e dall'evoluzione della specie umana.
In questo testo, Evelina Santangelo evidenzia l'importanza di aprire il proprio "pensiero" e di non fermarsi a un solo fondamento, proprio come affermato dalla poetessa Bachmann, quindi precisa che bisogna essere disponibili ad ascoltare e soprattutto ad "accogliere", una parola utilizzata più volte proprio per sottolinearne l'importanza nella società odierna. Portando l'esempio di Souleymane Bah, viene poi messa in evidenza anche l'importanza di conoscere, leggere e scrivere in almeno una "lingua", un altro termine ricorrente nel testo.
Il tema dell'articolo è l'importanza dell'apertura mentale al fine di permettere l'accoglienza degli stranieri, vincendo le barriere dovute alle diversità linguistiche e culturali. La tesi di Evelina Santangelo (righe 10-14) è la necessità di imparare una nuova lingua grazie alla quale è possibile trovare un lavoro, comprendere il mondo che ci circonda, evitando di isolarci come "stranieri" del momento storico che stiamo vivendo (righe 19-21) e scegliendo di non vivere da analfabeti.
La tesi dell'autrice è indirettamente in relazione con la citazione della poetessa Bachmann, perché quest'ultima si focalizza sulla necessità di non limitare i propri pensieri a un unico fondamento, mentre la scrittrice Santangelo parte dalla questione della conoscenza della lingua e poi si collega al tema dell'"accoglienza".
In Italia, quasi quotidianamente vengono calpestati i diritti di moltissimi uomini e donne di origine straniera, soprattutto ad opera di alcuni gruppi politici razzisti e estremisti, appoggiati da politici disposti a tutto pur di mantenere la poltrona, sfruttando a proprio vantaggio la disperazione della gente che si trova a vivere in questo periodo di gravi crisi economica e dei valori. In Italia, è fortemente sentito il problema dell'immigrazione: periodicamente arrivano sulle nostre coste centinaia/migliaia di stranieri che chiedono ospitalità e gli stessi diritti degli Italiani. Gran parte del popolo italiano ritiene che gli stranieri siano la principale o unica causa della crisi economica, della scarsità di lavoro, delle violenze sessuali e dei più efferati crimini. Alcuni politici vanno spesso per le piazze ad aizzare i cittadini italiani all'odio contro lo "Straniero" descrivendolo come la causa di ogni nostro male, "mostro" da cacciare, combattere, ecc. Ogni uomo è cosmopolita, ossia cittadino del Mondo, e non si deve dare la colpa agli stranieri delle difficoltà economiche e lavorative degli ultimi decenni. Infatti, in ogni popolo ci sono soggetti buoni e cattivi, e scacciare gli stranieri non risolverà le difficoltà attuali, soprattutto considerando che la maggior parte degli immigrati residenti in Italia svolge lavori umilissimi, malpagati e massacranti quali la lavorazione dei campi, l'impiego nelle fabbriche, il badare agli anziani e ai malati, ecc.
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