Un omicidio deve essere sempre soggetto alle stesse leggi e alle stesse punizioni
Versione di Latino
15. [...] Mihi vero Cn. Pompeius non modo nihil gravius contra Milonem iudicasse, sed etiam statuisse videtur quid vos in iudicando spectare oporteret. Nam qui non poenam confessioni, sed defensionem dedit, is causam interitus quaerendam, non interitum putavit.
16. Iam illud ipse dicet profecto, quod sua sponte fecit, Publione Clodio tribuendum putarit an tempori. Domi suae nobilissimus vir, senatus propugnator, atque illis quidem temporibus paene patronus, avunculus huius iudicis nostri, fortissimi viri, M. Catonis, tribunus plebis M. Drusus occisus est. Nihil de eius morte populus consultus, nulla quaestio decreta a senatu est. [...]
17. Quid ita? quia non alio facinore clari homines, alio obscuri necantur. Intersit inter vitae dignitatem summorum atque infimorum: mors quidem inlata per scelus isdem et poenis teneatur et legibus. Nisi forte magis erit parricida, si qui consularem patrem quam si quis humilem necarit: aut eo mors atrocior erit P. Clodi, quod is in monumentis maiorum suorum sit interfectus--hoc enim ab istis saepe dicitur; proinde quasi Appius ille Caecus viam muniverit, non qua populus uteretur, sed ubi impune sui posteri latrocinarentur!
Traduzione in Italiano
15. [...] Quindi, mi pare che Pompeo per primo non sia troppo maldisposto o prevenuto nei confronti di Milone, ma vi abbia indicato ciò che dovete valutare per esprimere il vostro giudizio. Infatti, Pompeo non ha punito il reo confesso, ma gli ha concesso una difesa e ha creduto che si dovessero vagliare le cause dell'omicidio, non l'omicidio.
16. Ma sarà Milone stesso che, tra poco, ci dirà se pensa che la responsabilità di ciò che ha fatto vada attribuita a Publio Clodio o alle circostanze.
15. [...] Mihi vero Cn. Pompeius non modo nihil gravius contra Milonem iudicasse, sed etiam statuisse videtur quid vos in iudicando spectare oporteret. Nam qui non poenam confessioni, sed defensionem dedit, is causam interitus quaerendam, non interitum putavit.
16. Iam illud ipse dicet profecto, quod sua sponte fecit, Publione Clodio tribuendum putarit an tempori. Domi suae nobilissimus vir, senatus propugnator, atque illis quidem temporibus paene patronus, avunculus huius iudicis nostri, fortissimi viri, M. Catonis, tribunus plebis M. Drusus occisus est. Nihil de eius morte populus consultus, nulla quaestio decreta a senatu est. [...]
17. Quid ita? quia non alio facinore clari homines, alio obscuri necantur. Intersit inter vitae dignitatem summorum atque infimorum: mors quidem inlata per scelus isdem et poenis teneatur et legibus. Nisi forte magis erit parricida, si qui consularem patrem quam si quis humilem necarit: aut eo mors atrocior erit P. Clodi, quod is in monumentis maiorum suorum sit interfectus--hoc enim ab istis saepe dicitur; proinde quasi Appius ille Caecus viam muniverit, non qua populus uteretur, sed ubi impune sui posteri latrocinarentur!
Traduzione in Italiano
15. [...] Quindi, mi pare che Pompeo per primo non sia troppo maldisposto o prevenuto nei confronti di Milone, ma vi abbia indicato ciò che dovete valutare per esprimere il vostro giudizio. Infatti, Pompeo non ha punito il reo confesso, ma gli ha concesso una difesa e ha creduto che si dovessero vagliare le cause dell'omicidio, non l'omicidio.
16. Ma sarà Milone stesso che, tra poco, ci dirà se pensa che la responsabilità di ciò che ha fatto vada attribuita a Publio Clodio o alle circostanze.
Qualche tempo fa, un uomo di nobili natali, che sempre si era schierato a difesa del Senato e quasi ne era diventato un patrono, fu barbaramente ucciso in casa propria durante l'anno del suo tribunato. Sto parlando di Druso, zio dell'illustre Marco Catone, presente tra noi in qualità di giudice.
In occasione della sua morte il popolo non venne consultato né, tantomeno, il senato aprì un'inchiesta. [...]
17 E perché mai? Perché? nessuna differenza intercorre tra la morte di un nobile e quella di un comune cittadino? È evidente che, finché? si è vivi, la condizione di chi ha potere e di chi non ne ha non è la stessa: però, quando c'è di mezzo un delitto, è giusto che lo si sottoponga alle medesime leggi e, di conseguenza, alle medesime pene. A meno che voi non vogliate considerare un po' più assassino chi ha ucciso un padre ex-console rispetto a chi ha tolto la vita a un padre oscuro! Oppure, come qualcuno afferma con insistenza, riteniate la morte di Clodio più atroce perché avvenuta lungo la via Appia, che è la testimonianza dell'operato dei suoi antenati. Come se l'ideatore della strada, il famoso Appio Claudio Cieco, l'avesse costruita non pensando all'utilità pubblica, ma perché i suoi discendenti vi potessero tendere agguati impunemente!
da Cicerone, Pro Milone, tratti da 15, 16, 17
17 E perché mai? Perché? nessuna differenza intercorre tra la morte di un nobile e quella di un comune cittadino? È evidente che, finché? si è vivi, la condizione di chi ha potere e di chi non ne ha non è la stessa: però, quando c'è di mezzo un delitto, è giusto che lo si sottoponga alle medesime leggi e, di conseguenza, alle medesime pene. A meno che voi non vogliate considerare un po' più assassino chi ha ucciso un padre ex-console rispetto a chi ha tolto la vita a un padre oscuro! Oppure, come qualcuno afferma con insistenza, riteniate la morte di Clodio più atroce perché avvenuta lungo la via Appia, che è la testimonianza dell'operato dei suoi antenati. Come se l'ideatore della strada, il famoso Appio Claudio Cieco, l'avesse costruita non pensando all'utilità pubblica, ma perché i suoi discendenti vi potessero tendere agguati impunemente!
da Cicerone, Pro Milone, tratti da 15, 16, 17
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