Il potere dei bei discorsi
θεραπεύεσθαι δὲ τὴν ψυχὴν ἔφη, ὦ μακάριε, ἐπῳδαῖς τισιν, τὰς δ' ἐπῳδὰς ταύτας τοὺς λόγους εἶναι τοὺς καλούς·
Πλάτων, Χαρμίδης
Platone, Carmide
Traduzione Letterale:
"E diceva che l'anima (deve) essere curata, o caro, con alcuni incantesimi, e questi incantesimi sono i bei discorsi".
Analisi
- θεραπεύεσθαι: essere curata (è mediop. infinito di θεραπεύω)
- δὲ: e, inoltre
- τὴν ψυχὴν: l'anima (all'accusativo perché è una infinitiva)
- ἔφη: diceva (da φημί, indicativo imperfetto 3a sing.)
- ὦ μακάριε: o beato, o caro
- ἐπῳδαῖς τισίν : con certi incantesimi (o canti)
- τὰς δ' ἐπῳδὰς ταύτας: e che questi incantesimi
- τοὺς λόγους: le parole (all'accusativo perché è una infinitiva)
- εἶναι: essere (all'infinito perché è una infinitiva)
- τοὺς καλοὺς: belle (all'infinito perché è una infinitiva)
Commento
Platone, nel "Carmide", introduce l'idea che l'anima possa essere curata tramite l'uso di bei discorsi o "incantesimi" verbali. È una metafora potente che riflette il suo pensiero secondo cui il dialogo filosofico non solo illumina la mente ma anche cura e nutre l'anima umana.
I "bei discorsi" sono più che parole eleganti: rappresentano l'ideale del vero, del buono e del bello, che Platone considera fondamentali per una vita virtuosa. Per Platone il linguaggio e la filosofia possono avere un impatto significativo sul nostro benessere interiore. La parola può davvero avere un potere curativo, capace di influenzare profondamente l'essenza umana.
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