Passa ai contenuti principali

L'Eneide di Carlotta

 Per sorridere un po' 

Scritto da Emiliano Miliucci 


- Papà?

- Dimmi Carlotta.

- Ora devo studiare l’Eneide. Poi posso ripetertela?

- Per me rappresenterebbe fonte di incommensurabile giubilo e incontenibile gaudio.

- Ma veramente?

- Eh. In Italia ormai ce sta Benigni co la Divina Commedia e te co l’Eneide. Mica te devo pagà, no?

- Papà non sei mai serio. Comunque ora studio e poi torno a ripetertela.

- Se proprio devi.


Tempo 4 minuti e si è ripresentata.


- Ma giá hai studiato?

- Certo!

- Vabbè.

- Vado?

- Vai!

- Dunque. L’Eneide è un poema composto da 12 libri.

- Ah peró. E io che pensavo male.

- Scitto da  Publio Virgilio Marone.

- Eh la peppa. Comunque per gli amici solo Virgilio.

- Ci tengo ad essere precisa.

- Benissimo.

- E narra la storia di Eneido.

- Ah ecco. Me pareva strano. Eneido chi è? Immagino il cugino di Iliado.

- Oh. Quello dell’Odissea è Odisseo, quindi quello dell’Eneide…

- Non fa na piega. Comunque per gli amici Enea. E che fa questo Enea?

- Scappa dalla guerra.

- Quale guerra.

- Una guerra.

- Essenziale. Comunque era la famosa guerra di “Diversamente Casta” che quella parola

Su Facebook non si può usare.

- Deve costruire una nuova cittá piena di palazzi nel Lazio.

- Ah che bello. La storia di un palazzinaro in fuga che arriva dalle nostre parti. Ce serviva. Hai per caso letto se non vende sogni, ma solide realtá?

- No.

- Menomale. E raccontami del suo viaggio.

- Prima di arrivare nel Lazio si ferma a Cartagine dove si innamora di Didone.

- Ah. Vedi che quando vuoi…

- Poi però va via e Didone lo maledice.

- E dove va?

- Fa un altro paio di tappe.

- Dove?

- Papá. Non lo so. 

- Perchè?

- Perchè sul libro non  era scritto in grassetto e quindi non è importante.

- Ragionamento irreprensibile. La Sibilla Cumana ringrazia. Comunque arriva nel Lazio e...?

- E il re di Latini lo accoglie e gli offre in sposa sua figlia Lavinia. Solo che Lavinia doveva sposarsi con Turno. E quindi dopo una guerra, Turno ed Enea fanno un duetto.

- Un duetto?

- Eh.

- Dirige Beppe Vessicchio?

- Ma che c’entra. Comunque vince Enea.

- Col televoto o la giuria popolare? Carlò. Ma non è che per caso sul libro era scritto “un duello”?

- Vabbè è uguale. Insomma, Enea vince e fonda una cittá.

- Come si chiama la cittá?

- Non era scritto in grassetto.

- Vabbè La…

- Latina!

- No. Quella non l’ha fondata Enea. Comunque Lavinio. E suo figlio Ascanio fonda Alba…

- AlbaChiara!

- Città famosa perchè respira piano senza far rumore, si addormenta di sera e si risveglia col sole. Albalonga, Carlò!

- Vabbè. Che dici, papá, la so?

- Uh!

- Vado volontaria all’interrogazione?

- Guarda. Io magari aspetterei un po’. Ma se dovesse interrogarti, tu mi raccomando sii decisa. Quello che dici bella convinta guardando la prof negli occhi e senza tentennamenti mai. Cosí magari la prof se distrae, non te sente e la portamo a casa.


Eneido.

Io comunque almeno 'na figlia studiosa me la meritavo.

....


Commenti

Post popolari in questo blog

MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion

TRADUZIONE CONTRASTIVA: MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion Epigramma V, 34 Hanc tibi, Fronto pater, genetrix Flaccilla, puellam oscula commendo deliciasque meas, parvola ne nigras horrescat Erotion umbras oraque Tartarei prodigiosa canis. Impletura fuit sextae modo frigora brumae, vixisset totidem ni minus illa dies. Inter tam veteres ludat lasciva patronos et nomen blaeso garriat ore meum. Mollia non rigidus caespes tegat ossa nec illi, terra, gravis fueris : non fuit illa tibi. TRADUZIONI A CONFRONTO TRADUZIONE 1 A te, babbo Frontone, a te, mamma Flaccilla, io pienamente affido questa povera bimba, oggetto dei miei baci e delle gioie mie. Cara piccina! Ch'ella non provi terrore delle Ombre, né delle orrende fauci di Cerbero infernale. Avrebbe ora compiuto il suo sesto gelido inverno, s'ella fosse vissuta altri sei giorni ancora. Oh! Fra i suoi buoni vecchi che ella giochi e ripeta i capricci, e il mio nome balbetti c...

I complici di Catilina, Sallustio, 14 I seguaci di Catilina

I complici di Catilina  TESTO LATINO  - S allustio, De coniuratione Catilinae, 14. In tanta tamque corrupta civitate Catilina, id quod factu facillimum erat , omnium flagitiorum atque facinorum circum se tamquam stipatorum catervas habebat . Nam quicumque impudicus adulter ganeo manu ventre pene bona patria laceraverat , quique alienum aes grande conflaverat , quo flagitium aut facinus redimeret , praeterea omnes undique parricidae sacrilegi convicti iudiciis aut pro factis iudicium timentes , ad hoc quos manus atque lingua periurio aut sanguine civili alebat , postremo omnes quos flagitium egestas conscius animus exagitabat , ii Catilinae proximi familiaresque erant . Quod si quis etiam a culpa vacuus in amicitiam eius inciderat , cotidiano usu atque illecebris facile par similisque ceteris efficiebatur . Sed maxime adulescentium familiaritates appetebat : eorum animi molles etiam et [aetate] fluxi dolis haud difficulter capiebantur . Nam ut cuiusque studium ex aetate f...

LATINO Seneca, “Epistulae morales ad Lucilium”, Epistula 95

VITA E OPERE Lucio Anneo Seneca (Cordova, 4 a.C. – Roma, 65) apparteneva a una ricca famiglia equestre spagnola ed era figlio del famoso Seneca il Retore. Da giovane, fu portato a Roma dalla zia materna; e ricevette un’ottima educazione letteraria e storica, completata con studi di retorica e di filosofia: i suoi maestri furono: -          Sozione di Alessandria, vicino alla scuola stoico-pitagorica dei Sestii -          lo stoico Attalo, cultore di scienze naturalistiche -          Papirio Fabiano. Intorno al 26 d.C. si recò in Egitto per motivi di salute, con suo zio, il prefetto Gaio Valerio. Le sue condizioni di salute migliorarono, anche grazie alle cure della zia materna . Tornato a Roma, intorno al 33-34 d.C., ottenne la questura, il primo grado del cursus honorum ; si dedicò all'attività oratoria, ottenendo fama e successo. Scrisse la Consolatio ad...