"Vedi, amiamo l'arte giapponese, ne siamo influenzati........tutti gli impressionisti condividono questa passione."
Queste sono le parole che l'artista scrisse in una lettera al fratello Theo.
Il 31 gennaio 1890, a Parigi, nasce il figlio di Theo Van Gogh e Johanna Bonger, un evento speciale per Vincent Van Gogh, che divenne il padrino del bambino. Per Vincent, l’arrivo del piccolo, che portava il suo nome, fu un momento di immensa gioia. Decise quindi di dedicargli un dipinto come segno d’affetto.
Nel febbraio dello stesso anno, mentre si trovava a Saint-Rémy in Provenza nello studio del suo medico, Vincent fu colpito dalla bellezza di un mandorlo in fiore nel giardino. L’albero, che fioriva nonostante il rigore dell’inverno, catturò la sua attenzione e gli ispirò l’idea per il regalo. Scelse proprio il ramo fiorito come soggetto della tela destinata a suo nipote.
Il 15 febbraio, Vincent scrisse alla madre di Theo: “Ho subito iniziato a lavorare a una tela per il figlio di Theo. È per la loro camera da letto: un cielo azzurro che fa da sfondo a grandi fiori di mandorlo bianchi”. Lavorò al dipinto con estrema cura e precisione, ripetendo il soggetto più volte per perfezionarlo e cogliere un momento di bellezza eterna. Van Gogh stesso ammise che il ramo di mandorlo rappresentava, forse, uno dei suoi migliori lavori, frutto di pazienza e calma.
Quei fiori delicati e meravigliosi incarnavano i sentimenti più profondi di Vincent: un amore sincero e una gratitudine immensa per la nuova vita. La tela emanava una felicità unica, difficile da ritrovare in altre sue opere. Il mandorlo in fiore simboleggiava il primo segnale della primavera e con essa la speranza di una nuova serenità. Tuttavia, questa tranquillità tanto attesa non arrivò mai: Vincent morì pochi mesi dopo la nascita del bambino.
Il nipote, Vincent Willem Van Gogh, crebbe circondato dall’amore e dalla bellezza delle opere dello zio, che ispirarono il suo sentimento di gratitudine. Nel 1973, questo amore lo spinse a fondare il Museo Van Gogh ad Amsterdam, celebrando l’arte e l’eredità del grande pittore.
Il dipinto presenta uno sfondo turchese brillante e sereno, con colori dominanti come il bianco, il verde e l’azzurro, intensi e ricchi di materia. Al centro dell’opera si stagliano pochi rami rigogliosi di mandorlo in fiore. I fiori, bianchi e delicati, sono dipinti con pennellate spesse e meticolose, e illuminano la composizione catturando l’attenzione dello spettatore.
I contorni dei rami sono definiti da linee verdi e marroni, che evidenziano i nodi e i grovigli con grande fedeltà. La tela, priva di prospettiva, conserva la bidimensionalità elegante delle stampe giapponesi. L’albero di mandorlo, con le sue gemme belle e fragili, fiorisce nel tardo inverno, annunciando l’inizio della primavera e la ripresa della vita.
Il paesaggio invernale, dominato dal grigio, cede gradualmente all’azzurro intenso e luminoso, con una palette di colori più vivaci che celebra il miracolo della rinascita e della vita.
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