Tra amarezza e piacere: la scuola di retorica a Tuscolo
Versione di Latino
Cum essem otiosus in Tusculano, propterea quod discipulos obviam miseram, ut eadem me quam maxime conciliarent familiari suo, accepi tuas litteras plenissimas suavitatis, ex quibus intellexi probari tibi meum consilium, quod, ut Dionysius tyrannus, cum Syracusis pulsus esset, Corinthi dicitur ludum aperuisse, sic ego sublatis iudiciis amisso regno forensi ludum quasi habere coeperim. Quid quaeris? me quoque delectat consilium; multa enim consequor: primum, id quod maxime nunc opus est, munio me ad haec tempora. Id cuiusmodi sit, nescio; tantum video, nullius adhuc consilium me huic anteponere; nisi forte mori melius fuit.LEGENDA:
In verde i participi, in giallo gli altri tempi verbali, in azzurro i gerundi o gerundivi, sottolineati gli ablativi assoluti
Epistula ad Familiares IX, 18
Epistola 9, 18
Lettera di Cicerone 9, 18
TRADUZIONE LETTERALE
Essendo libero da impegni nella villa di Tuscolo, poiché avevo mandato i discepoli incontro, affinché mi riconciliassero il più possibile con il loro amico, ho ricevuto la tua lettera, pienissima di dolcezza, dalla quale ho capito che la mia decisione è approvata da te, perché, come il tiranno Dionisio, essendo stato cacciato da Siracusa, si dice che avesse aperto una scuola a Corinto, così io, tolti i processi, perduto il potere forense, ho cominciato ad avere quasi una scuola.Perché, chiedi? Anche a me piace la decisione; infatti ottengo molte cose: dapprima, cosa che è soprattutto necessaria ora, mi premunisco contro le circostanze presenti.
Non so di che maniera sia ciò; mi accorgo soltanto che finora non antepongo la decisione di nessuno
a questa; se non forse sarebbe stato meglio morire.
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