Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
Parafrasi
Ho sempre amato questo colle solitarioe questa siepe, che impedisce al mio sguardo
di scorgere l’interezza dell’estremo orizzonte.
Ma quando sono qui seduto e guardo, comincio
a immaginare spazi sterminati al di là di essa,
e un silenzio sovrumano e una pace abissale,
fin quasi a sentire il cuore tremante di paura.
E non appena sento il fruscio degli alberi accarezzati
dal vento, paragono questa voce
a quell’infinito silenzio: e d’improvviso affiora nella mia mente
l’eternità, e tutte le ere ormai trascorse,
e quella presente, viva, con la sua voce.
Così il mio pensiero è sommerso in quest’immensità
ed è dolce, per me, inabissarmi in questo mare.
Analisi Metrica
L'Infinito è formato da quindici endecasillabi sciolti.Figura importante in questa poesia è l'enjambement che troviamo ai vv. 2-3; vv. 4-5; vv. 5-6; vv. 8-9; vv. 9-10; vv. 13-14.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle -anastrofe
Interminati, Sovrumani, Profondissima -Iperbole
Questa siepe.... Quello infinito silenzio a questa voce, Morte stagioni... viva -Antitesi
Stormir -Onomatopea
S'annega... il naufragar m'è dolce in questo mare -Metafora
Spiegazione
L'Infinito di Giacomo Leopardi fa parte degli Idilli leopardiani, una raccolta poetica molto importante del poeta di Recanati; egli descrive il suo amato colle di Recanati, per lui fonte di grandi riflessioni e di grande tranquillità a livello mentale. L'Infinito è considerato come uno dei più grandi capolavori scritti dal poeta.Il testo, si sviluppa in due parti:
• La prima parte, in cui prevalgono i dati visivi, comunica un senso di inquietudine (interminati spazi, sovrumani silenzi, il cor non si spaura), e si apre con la descrizione di una siepe che costituisce un ostacolo alla visione dell’orizzonte; la percezione di una siepe suscita in Leopardi l'immaginazione dell’infinito spaziale, a cui segue un profondo smarrimento;
• La seconda parte è centrata sui dati uditivi, come il rumore del vento, e comunica un senso di appagante dolcezza (sempre caro, profondissima quiete, il naufragar m’è dolce in questo mar).
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