Et autumno ac vere terrae crebrius moventur, sicut fulmina. ideo Galliae et Aegyptus minime quatiuntur, quoniam hic aestatis causa obstat, illic hiemis. item noctu saepius quam interdiu. maximi autem motus existunt matutini vespertinique, sed propinqua luce crebri, interdiu autem
circa meridiem. fiunt et solis lunaeque defectu, quoniam tempestates tunc sopiuntur, praecipue vero cum sequitur imbres aestus imbresve aestum. Navigantes quoque sentiunt non dubia coniectura, sine flatu intumescente fluctu subito aut quatiente ictu. intremunt vero et in navibus post<es> aeque
quam in aedificiis crepituque praenuntiant. quin et volucres non inpavidae sedent. est et in caelo signum praeceditque motu futuro aut interdiu aut paulo post occasum sereno tenuis ceu lineae nube in longum porrecta spatium.
Sia in autunno sia in primavera le terre vengono scosse con maggior frequenza, allo stesso modo dei fiumi. Perciò le Gallie e l’Egitto vengono squassati in minima parte, poiché qui lo impedisce la presenza dell’estate, lì quella dell’inverno. Ugualmente ciò avviene più spesso di notte che durante il giorno. Tuttavia i più grandi terremoti si verificano di mattina e di sera, ma con maggior frequenza all’approssimarsi del giorno, mentre durante il giorno intorno a mezzogiorno. Si verificano anche se manca il sole e la luna, poiché allora le tempeste si calmano, specialmente in verità quando il caldo fa seguito alle piogge o le piogge al caldo. I naviganti anche lo avvertono in base ad una non dubbia predizione, dal momento che all’improvviso i flutti si ingrosserebbero o si calmerebbero di colpo. In verità anche sulle navi tremano le porte alla stessa maniera di come avviene negli edifici e lo preannunciano col loro crepitio. E di certo anche gli uccelli vanno a posarsi non senza timore. Vi è anche in cielo un segno ed esso precede il futuro terremoto, o durante il giorno o poco dopo il tramonto, col tempo sereno, allorchè una nube, al pari di una sottile linea, venga ad estendersi entro un vasto spazio.
Plinio il vecchio
circa meridiem. fiunt et solis lunaeque defectu, quoniam tempestates tunc sopiuntur, praecipue vero cum sequitur imbres aestus imbresve aestum. Navigantes quoque sentiunt non dubia coniectura, sine flatu intumescente fluctu subito aut quatiente ictu. intremunt vero et in navibus post<es> aeque
quam in aedificiis crepituque praenuntiant. quin et volucres non inpavidae sedent. est et in caelo signum praeceditque motu futuro aut interdiu aut paulo post occasum sereno tenuis ceu lineae nube in longum porrecta spatium.
Sia in autunno sia in primavera le terre vengono scosse con maggior frequenza, allo stesso modo dei fiumi. Perciò le Gallie e l’Egitto vengono squassati in minima parte, poiché qui lo impedisce la presenza dell’estate, lì quella dell’inverno. Ugualmente ciò avviene più spesso di notte che durante il giorno. Tuttavia i più grandi terremoti si verificano di mattina e di sera, ma con maggior frequenza all’approssimarsi del giorno, mentre durante il giorno intorno a mezzogiorno. Si verificano anche se manca il sole e la luna, poiché allora le tempeste si calmano, specialmente in verità quando il caldo fa seguito alle piogge o le piogge al caldo. I naviganti anche lo avvertono in base ad una non dubbia predizione, dal momento che all’improvviso i flutti si ingrosserebbero o si calmerebbero di colpo. In verità anche sulle navi tremano le porte alla stessa maniera di come avviene negli edifici e lo preannunciano col loro crepitio. E di certo anche gli uccelli vanno a posarsi non senza timore. Vi è anche in cielo un segno ed esso precede il futuro terremoto, o durante il giorno o poco dopo il tramonto, col tempo sereno, allorchè una nube, al pari di una sottile linea, venga ad estendersi entro un vasto spazio.
Plinio il vecchio
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