Il mare in Grecia
θάλασσα /thàlassa/ = mare. I Greci, popolo circondato dal mare, possedevano molti termini per “dire” mare (quasi quanti ne hanno i popoli arabi per dire deserto):
θάλασσα /thàlassa/: invocato da Senofonte, il mare vicino alla costa, forse di origine cretese, concetto generico e riconducibile perciò al mare per antonomasia, il Mediterraneo, il mare dei mari.
ἅλς /hàls/: hals era il mare-materia, acqua e sale, il brodo primordiale della pentola terrestre (lett. "la salata").
πέλαγος /pèlagos/. Pelagos era il mare aperto, è la distesa, il mare come immagine, quello che inevitabilmente incute timore, il mare dei miti, il palcoscenico, che talvolta diventa (pensiamo ai migranti) patibolo; frequente è anche il significato figurato di “immensità”, “abisso” (mantenuto anche in italiano): p. plouvtou (immensità di ricchezze) in Pind. fr. 124.6
πόντος /pòntos/: il mare come elemento da attraversare, un ponte tra terre emerse, la via di comunicazione, colui che unisce, il mare per le navi da crociera, in cui ti addormenti a Genova e ti svegli a Tunisi. Chantraine sottolinea che è un termine soprattutto poetico, raro in prosa (Dictionnaire etymologique de la langue grecque). "(lo spazio) da attraversare" che diventa, in latino, "lo spazio attraversante"
κόλπος /kòlpos/ = utero, seno, piegatura della veste, seno del mare. kòlpos era il golfo e per analogia l’Adriatico.
Nota: in Omero non c’è mai, né nell’Iliade né nell’Odissea, un apprezzamento estetico per il mare in quanto tale. L’azzurro, il colore mediterraneo per eccellenza, è assente dalla grande epopea. Forse la tragicità stessa dei poemi omerici impone al mare il grigio, tutt’al più il viola, oppure il «color del vino».
(vedi [Guarracino 2007] Guarracino S., Mediterraneo. Immagini, storie e
teorie da Omero a Braudel, Bruno Mondadori, Milano 2007, citazione in "Anche il mare sogna" di Luciano De Fiore, Editori Internazionali Riuniti, 2013).
Da thàlassa derivano: TALASSEMIA (dall’ingl. thalassemia, comp. anomalo di thalasso–, da θαλασσο–, forma compositiva di θάλασσα e –emia, da αἷμα, “sangue”: malattia ereditaria caratterizzata da un'alterazione dei globuli rossi e da anemia; frequente tra gli abitanti delle coste mediterranee), TALASSOTERAPIA...
Da hàls deriva es. ALICE e, tramite il lat. sal –lis, “sale”: SALE, SALAMOIA, SALUME, SALCICCIA...
Da pèlagos derivano: ARCIPELAGO, IMPELAGARSI, PELAGIE (l’arcipelago più meridionale d'Italia, a cui appartiene Lampedusa)
Da pòntos derivano: ELLESPONTO (mare di Elle). Il sanscr. panthās, “via”, in un ambiente insulare diventato “mare”, che rappresenta la via ordinaria di comunicazione, a Roma, sulle rive del Tevere, ha fatto assumere a pons pontis il sign. di PONTE; PONTEFICE (Autorevolmente sostenuta (cfr. ad es. N. TURCHI, pontefice, in Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, vol. XXVII (1935), p. 891), l’etimologia più verisimile rimane sempre quella da pontem e facĕre, suggerita da Varrone (De lingua lat., V 83), legata alla costruzione e allo smontaggio per motivi di difesa del sacro Ponte Sublicio, per lungo tempo unico ponte di Roma). Per altre ipotesi vedi GRECO VIVO nota π 68, p.510
Da kòlpos abbiamo: GOLFO, COLPOSCOPIA (comp. di colpo–, da κόλπος e –scopia, da –σκοπία, der. di –σκοπέω, “osservare”, d. “osservazione dell’utero”: indagine di riferimento per la valutazione di secondo livello dei pap–test anomali)
(tratto da Greco vivo)
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