Passa ai contenuti principali

Cicerone cerca prove contro Catilina e i suoi (II) Sconfitta degli Allobrogi

Pagina 500, numero 26 (b)
Itaque hesterno die L. Flaccum et C. Pomptinum praetores, fortissimos atque amantissimos rei publicae viros, ad me vocavi, rem exposui, consilium meum ostendi. Illi autem, qui omnia de re publica praeclara atque egregia sentirent, sine recusatione ac sine ulla mora negotium susceperunt et, cum advesperasceret, occulte ad pontem Mulvium pervenerunt atque ibi in proximis villis ita bipertito fuerunt, ut Tiberis inter eos et pons interesset. Eodem autem et ipsi sine cuiusquam suspicione multos fortes viros eduxerant, et ego praefectura Reatina complures delectos adulescentes, quorum opera utor adsidue in rei publicae praesidio, cum gladiis miseram. Interim tertia fere vigilia exacta cum iam pontem Mulvium magno comitatu legati Allobrogum ingredi inciperent unaque Volturcius, fit in eos impetus. Res praetoribus erat nota solis, ignorabatur a ceteris. Tum interventu Pomptini atque Flacci pugna, quae erat commissa, sedatur. Litterae, quae erant in eo comitatu, integris signis praetoribus traduntur; ipsi comprehensi ad me, cum iam dilucesceret, deducuntur.

da Cicerone, In Catilinam, 3, 5


Pertanto, ieri, a me chiamai (convocai) i pretori Lucio Flacco e Caio Pontino, uomini valorosissimi e amantissimi dello Stato, esposi (loro) la cosa (situazione), (gli) rivelai il mio progetto. Poi essi (quelli), che provano  per lo Stato tutte le cose (emozioni) più nobili e straordinarie, senza alcun indugio accettarono l’incarico e, facendosi sera (mentre si faceva sera, sul far della sera, al tramonto), pervennero in segreto sul ponte Milvio e lì, nelle vicine fattorie (case di campagna) furono (nascosti e) così (divisi) in due parti, così che tra loro (quelli) ci fosse in mezzo il fiume Tevere e il ponte. Al medesimo luogo, gli stessi poi senza alcun sospetto, avevano condotto molti uomini valorosi, e con le spade io avevo inviato dalla prefettura di Rieti numerosi giovani soldati scelti, della cui opera costantemente mi avvalgo nella (per la) difesa dello Stato.
Intanto, essendo quasi trascorso il terzo turno di guardia
(si erano fatte quasi le tre del mattino), iniziarono a giungere sul ponte Milvio gli ambasciatori degli Allobrogi con una grande compagnia (scorta) e insieme Volturcio, è fatto l’attacco contro quelli (sono assaliti). La cosa era nota ai soli pretori, era ignota ai restanti. Allora per intervento di Pontino e di Flacco, la battaglia, che era stata iniziata, è sedata. Le lettere, che erano in quella scorta (nelle loro mani), con i sigilli integri sono consegnate ai pretori; gli stessi catturati, albeggiando (mentre già albeggiava, all’alba), sono condotti da me. 

Commenti

Post popolari in questo blog

MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion

TRADUZIONE CONTRASTIVA: MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion Epigramma V, 34 Hanc tibi, Fronto pater, genetrix Flaccilla, puellam oscula commendo deliciasque meas, parvola ne nigras horrescat Erotion umbras oraque Tartarei prodigiosa canis. Impletura fuit sextae modo frigora brumae, vixisset totidem ni minus illa dies. Inter tam veteres ludat lasciva patronos et nomen blaeso garriat ore meum. Mollia non rigidus caespes tegat ossa nec illi, terra, gravis fueris : non fuit illa tibi. TRADUZIONI A CONFRONTO TRADUZIONE 1 A te, babbo Frontone, a te, mamma Flaccilla, io pienamente affido questa povera bimba, oggetto dei miei baci e delle gioie mie. Cara piccina! Ch'ella non provi terrore delle Ombre, né delle orrende fauci di Cerbero infernale. Avrebbe ora compiuto il suo sesto gelido inverno, s'ella fosse vissuta altri sei giorni ancora. Oh! Fra i suoi buoni vecchi che ella giochi e ripeta i capricci, e il mio nome balbetti c...

I complici di Catilina, Sallustio, 14 I seguaci di Catilina

I complici di Catilina  TESTO LATINO  - S allustio, De coniuratione Catilinae, 14. In tanta tamque corrupta civitate Catilina, id quod factu facillimum erat , omnium flagitiorum atque facinorum circum se tamquam stipatorum catervas habebat . Nam quicumque impudicus adulter ganeo manu ventre pene bona patria laceraverat , quique alienum aes grande conflaverat , quo flagitium aut facinus redimeret , praeterea omnes undique parricidae sacrilegi convicti iudiciis aut pro factis iudicium timentes , ad hoc quos manus atque lingua periurio aut sanguine civili alebat , postremo omnes quos flagitium egestas conscius animus exagitabat , ii Catilinae proximi familiaresque erant . Quod si quis etiam a culpa vacuus in amicitiam eius inciderat , cotidiano usu atque illecebris facile par similisque ceteris efficiebatur . Sed maxime adulescentium familiaritates appetebat : eorum animi molles etiam et [aetate] fluxi dolis haud difficulter capiebantur . Nam ut cuiusque studium ex aetate f...

LATINO Seneca, “Epistulae morales ad Lucilium”, Epistula 95

VITA E OPERE Lucio Anneo Seneca (Cordova, 4 a.C. – Roma, 65) apparteneva a una ricca famiglia equestre spagnola ed era figlio del famoso Seneca il Retore. Da giovane, fu portato a Roma dalla zia materna; e ricevette un’ottima educazione letteraria e storica, completata con studi di retorica e di filosofia: i suoi maestri furono: -          Sozione di Alessandria, vicino alla scuola stoico-pitagorica dei Sestii -          lo stoico Attalo, cultore di scienze naturalistiche -          Papirio Fabiano. Intorno al 26 d.C. si recò in Egitto per motivi di salute, con suo zio, il prefetto Gaio Valerio. Le sue condizioni di salute migliorarono, anche grazie alle cure della zia materna . Tornato a Roma, intorno al 33-34 d.C., ottenne la questura, il primo grado del cursus honorum ; si dedicò all'attività oratoria, ottenendo fama e successo. Scrisse la Consolatio ad...