La versione dei Persiani


Senofonte, Anabasi, II, 37-38
[37] Mετὰ  ταῦτα   ἐξῆλθον   φυλαττόμενοι   τῶν Ἑλλήνων στρατηγοὶ  μὲν  Κλεάνωρ  Ὀρχομένιος  καὶ  Σοφαίνετος Στυμφάλιος,  ξὺν  αὐτοῖς  δὲ  Ξενοφῶν  Ἀθηναῖος,  ὅπως μάθοι  τὰ  περὶ  Προξένου·   Χειρίσοφος  δὲ  ἐτύγχανεν  ἀπὼν ἐν  κώμῃ  τινὶ  ξὺν   ἄλλοις  ἐπισιτιζομένοις. [38]  ‘Eπειδὴ  δὲ ἔστησαν  εἰς  ἐπήκοον,  εἶπεν  Ἀριαῖος  τάδε.  Κλέαρχος  μέν, ὦ  ἄνδρες  Ἕλληνες,  ἐπεὶ  ἐπιορκῶν  τε  ἐφάνη  καὶ  τὰς  σπονδὰς  λύων,  ἔχει  τὴν  δίκην   καὶ   τέθνηκε,   Πρόξενος  δὲ  καὶ  Μένων,  ὅτι  κατήγγειλαν  αὐτοῦ  τὴν  ἐπιβουλήν,  ἐν μεγάλῃ  τιμῇ  εἰσιν.  Υμᾶς  δὲ  βασιλεὺς  τὰ  ὅπλα  ἀπαιτεῖ· αὑτοῦ  γὰρ  εἶναί  φησιν,  ἐπείπερ  Κύρου  ἦσαν  τοῦ  ἐκείνου δούλου. 

TRADUZIONE IN ITALIANO
[37]  Dopo ciò uscirono, con cautela, gli strateghi dei Greci Cleanore di Orcomeno e Sofeneto di Stinfalo, con gli stessi (c'era) Senofonte l'ateniese, per conoscere la sorte di Prosseno (lett. Le cose riguardo a Prosseno). Chirisofo non si trovava lì, essendo in un villaggio con altri che cercavano rifornimenti.
[38]  Quando furono a portata di vice, Arieo disse ciò: "Clearco, o uomini Greci, ha mostrato di essere uno spergiuro, ha sciolto i patti, ed ha (avuto) la giusta punizione ed è morto. Prosseno e Menone, per aver svelato la sua insidia, sono in ( = godono di) grandi onori. Il re vi chiede le armi (verbo costruito col doppio accusativo della cosa e della persona): infatti dice che sono le sue, perché erano di Ciro, suo schiavo".


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