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Uccisione dei comandanti, Senofonte, Anabasi, II, 31-33


TESTO GRECO
[31]  Ἐπεὶ δὲ ἦσαν ἐπὶ θύραις ταῖς Τισσαφέρνους, οἱ μὲν στρατηγοὶ παρεκλήθησαν εἴσω, Πρόξενος Βοιώτιος, Μένων Θετταλός, Ἀγίας Ἀρκάς, Κλέαρχος Λάκων, Σωκράτης Ἀχαιός· οἱ δὲ λοχαγοὶ ἐπὶ ταῖς θύραις ἔμενον. [32]  Oὐ πολλῷ δὲ ὕστερον ἀπὸ τοῦ αὐτοῦ σημείου οἵ τ' ἔνδον ξυνελαμβάνοντο καὶ οἱ ἔξω κατεκόπησαν. Mετὰ δὲ ταῦτα τῶν βαρβάρων τινὲς ἱππέων διὰ τοῦ πεδίου ἐλαύνοντες ᾧτινι ἐντυγχάνοιεν Ἕλληνι ἢ δούλῳ ἢ ἐλευθέρῳ πάντας ἔκτεινον. [33] Oἱ δὲ Ἕλληνες τήν τε ἱππασίαν ἐθαύμαζον ἐκ τοῦ στρατοπέδου ὁρῶντες καὶ ὅ τι ἐποίουν ἠμφεγνόουν, πρὶν Νίκαρχος Ἀρκὰς ἧκε φεύγων τετρωμένος εἰς τὴν γαστέρα καὶ τὰ ἔντερα ἐν ταῖς χερσὶν ἔχων, καὶ εἶπε πάντα τὰ γεγενημένα.        da XENOPHON - Anabasis, II

TRADUZIONE IN ITALIANO
Dopo che erano presso le porte (dell’accampamento) di Tissaferne, gli strateghi furono chiamati all’interno, il beota Prosseno, il tessalo Menone, l’arcade Aghia, lo spartano Clearco e l’acheo Socrate; mentre i locaghi, invece, restavano presso le porte. Non molto tempo dopo, ad uno stesso segnale, quelli che erano dentro furono incatenati, mentre quelli all’esterno furono massacrati. Dopo ciò, alcuni dei cavalieri dei barbari, che avanzavano attraverso la pianura, provvedevano ad uccidere ogni greco che incontrassero, schiavo o libero. I Greci si meravigliavano del movimento dei cavalli, vedendo dall’accampamento e non si capivano che cosa facessero, prima che giunse l’arcade Nicarco, fuggendo, ferito all’intestino e tenendo in mano le visceri, e raccontò tutte le cose che erano accadute.

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