Passa ai contenuti principali

Alcibiade ricorda la generosità di Socrate

Versione di Greco
 'Οπότε στρατεία ἡμῖν εἰς Ποτείδαιαν ἐγένετο καὶ συνεσιτοῦμεν ἐκεῖ. πρῶτον μὲν οὖν τοῖς πόνοις οὐ μόνον ἐμοῦ περιῆνἀλλὰ καὶ τῶν ἄλλων ἁπάντων. ότε γάρ ή μάχη ήν έξ ης έμοί και τάριστεία εδοσαν οί στρατηγοί, ούδείς άλλος έμέ εσωσεν ανθρώπων ή οὐτος,  τετρωμένον (nota 1) οὐκ ἐθέλων ἀπολιπεῖν, ἀλλὰ συνδιέσωσε καὶ τὰ ὅπλα καὶ αὐτὸν ἐμέ. καὶ ἐγὼ μέν, ὦ Σώκρατες, καὶ τότε ἐκέλευον σοὶ διδόναι τἀριστεῖα τοὺς στρατηγούς, καὶ τοῦτό γέ μοι οὔτε μέμψῃ οὔτε ἐρεῖς ὅτι ψεύδομαι: ἀλλὰ γὰρ τῶν στρατηγῶν πρὸς τὸ ἐμὸν ἀξίωμα ἀποβλεπόντων καὶ βουλομένων ἐμοὶ διδόναι τἀριστεῖα, αὐτὸς προθυμότερος ἐγένου τῶν στρατηγῶν ἐμὲ λαβεῖν ἢ σαυτόν. 

Note:
1) τετρωμένον: "ferito".

Traduzione in Italiano:
Allorché avemmo (dativo di possesso, lett. fu per noi) una spedizione militare a Potidea e là mangiavamo insieme, dapprima dunque era migliore nelle fatiche non solo di me, ma anche di tutti quanti gli altri. Quando infatti vi fu (lett. era) la battaglia, per la quale i comandanti mi diedero anche dei premi, nessun altro mi salvò degli uomini che questo, non volendo lui abbandonar(mi) ferito, ma salvò insieme sia le (mie) armi sia me stesso. E io, o Socrate, e allora supplicavo che i comandanti assegnassero a te dei premi e ciò  (lett. questo) certo non mi rimprovererai nè (mi) dirai che io mento: ma infatti i comandanti considerando il mio valore e volendo dare a me i premi, tu stesso fosti più favorevole dei comandanti che (li) ricevessi io anziché tu stesso.

tratto da Platone, Simposio, 219e; 220e; Plato Symposium


ANALISI DEI VERBI
ἐγένετο = 3 pers. sing. indicativo aoristo medio da γίγνομαι
συνεσιτοῦμεν = 1 pers. plur. indicativo imperfetto contratto attivo da συσ-σιτεω
περιῆν =  3 pers. sing. indicativo imperfetto da περι-εἰμί
ήν3 pers. sing. indicativo imperfetto da εἰμί
εδοσαν = 3 pers. plur. indicativo aoristo III cappatico da δίδωμι
εσωσεν = 3 pers. sing. indicativo aoristo I sigmatico da σῳζω
τετρωμένον = accusativo maschile singolare participio perfetto da τιτρώσκω
ἐθέλων = nominativo maschile singolare presente participio da (ἐ)θέλω
ἀπολιπεῖν = infinito aoristo II da ἀπολειπω
συνδιέσωσε =  3 pers. sing. indicativo aoristo I sigmatico da συν-δια-σῳζω 
ἐκέλευον = 1 pers. sing. indicativo imperfetto da κέλευω
διδόναι = infinito presente attivo da δίδωμι
 μέμψῃ = 2 pers. sing. indicativo futuro medio da μέμφομαι
ἐρεῖς = 2 pers. sing. indicativo futuro contratto attivo da ειρω
ψεύδομαι = 1 pers. sing. indicativo presente medio-passivo da ψεύδω
ἀποβλεπόντων = genitivo maschile plurale participio presente attivo da ἀπο-βλεπω (genitivo assoluto con τῶν στρατηγῶν)
βουλομένων = genitivo maschile plurale participio presente medio da βουλομαι (genitivo assoluto con τῶν στρατηγῶν)
διδόναι = infinito presente attivo da δίδωμι
ἐγένου = 2 pers. sing. indicativo aoristo medio II da γίγνομαι
λαβεῖν = infinito aoristo attivo II da λαμβάνω

Altri titoli: Socrate a Potidea; Alcibiade e Socrate

Commenti

Post popolari in questo blog

MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion

TRADUZIONE CONTRASTIVA: MARZIALE, Per la morte della piccola Eròtion Epigramma V, 34 Hanc tibi, Fronto pater, genetrix Flaccilla, puellam oscula commendo deliciasque meas, parvola ne nigras horrescat Erotion umbras oraque Tartarei prodigiosa canis. Impletura fuit sextae modo frigora brumae, vixisset totidem ni minus illa dies. Inter tam veteres ludat lasciva patronos et nomen blaeso garriat ore meum. Mollia non rigidus caespes tegat ossa nec illi, terra, gravis fueris : non fuit illa tibi. TRADUZIONI A CONFRONTO TRADUZIONE 1 A te, babbo Frontone, a te, mamma Flaccilla, io pienamente affido questa povera bimba, oggetto dei miei baci e delle gioie mie. Cara piccina! Ch'ella non provi terrore delle Ombre, né delle orrende fauci di Cerbero infernale. Avrebbe ora compiuto il suo sesto gelido inverno, s'ella fosse vissuta altri sei giorni ancora. Oh! Fra i suoi buoni vecchi che ella giochi e ripeta i capricci, e il mio nome balbetti c...

I complici di Catilina, Sallustio, 14 I seguaci di Catilina

I complici di Catilina  TESTO LATINO  - S allustio, De coniuratione Catilinae, 14. In tanta tamque corrupta civitate Catilina, id quod factu facillimum erat , omnium flagitiorum atque facinorum circum se tamquam stipatorum catervas habebat . Nam quicumque impudicus adulter ganeo manu ventre pene bona patria laceraverat , quique alienum aes grande conflaverat , quo flagitium aut facinus redimeret , praeterea omnes undique parricidae sacrilegi convicti iudiciis aut pro factis iudicium timentes , ad hoc quos manus atque lingua periurio aut sanguine civili alebat , postremo omnes quos flagitium egestas conscius animus exagitabat , ii Catilinae proximi familiaresque erant . Quod si quis etiam a culpa vacuus in amicitiam eius inciderat , cotidiano usu atque illecebris facile par similisque ceteris efficiebatur . Sed maxime adulescentium familiaritates appetebat : eorum animi molles etiam et [aetate] fluxi dolis haud difficulter capiebantur . Nam ut cuiusque studium ex aetate f...

LATINO Seneca, “Epistulae morales ad Lucilium”, Epistula 95

VITA E OPERE Lucio Anneo Seneca (Cordova, 4 a.C. – Roma, 65) apparteneva a una ricca famiglia equestre spagnola ed era figlio del famoso Seneca il Retore. Da giovane, fu portato a Roma dalla zia materna; e ricevette un’ottima educazione letteraria e storica, completata con studi di retorica e di filosofia: i suoi maestri furono: -          Sozione di Alessandria, vicino alla scuola stoico-pitagorica dei Sestii -          lo stoico Attalo, cultore di scienze naturalistiche -          Papirio Fabiano. Intorno al 26 d.C. si recò in Egitto per motivi di salute, con suo zio, il prefetto Gaio Valerio. Le sue condizioni di salute migliorarono, anche grazie alle cure della zia materna . Tornato a Roma, intorno al 33-34 d.C., ottenne la questura, il primo grado del cursus honorum ; si dedicò all'attività oratoria, ottenendo fama e successo. Scrisse la Consolatio ad...