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Carme 86 di Catullo LXXXVI Carme Quintia formosa est

LXXXVI. Ad Lesbiam

QUINTIA FORMOSA EST

Quintia formosa est multis mihi candida longa
    recta est: haec ego sic singula confiteor.
totum illud formosa nego: nam nulla venustas,
    nulla in tam magno est corpore mica salis.
Lesbia formosa est, quae cum pulcerrima tota est,
    tum omnibus una omnis surripuit veneres.

TRADUZIONE IN ITALIANO

Quinzia è splendida per molti, per me è bianca di carnagione, alta,
    onesta: queste cose sole io così (le) riconosco.


   In tutto splendida (lo) nego: infatti nessuna bellezza,
 nessuna briciola di sale c’è in un corpo tanto grande.
    
Lesbia è splendida, (ella) che non solo è bellissima tutta,





poi a tutte (ella) sola ha derubato tutte le Veneri.

In questo carme Catullo mette a confronto la bellezza di Quinzia, apprezzata da molti, con quella di Lesbia, per lui la donna perfetta. L’aggettivo formosa ricorre tre volte, all’inizio di ogni distico.
Vi è un perfetto parallelismo tra il v. 1 e il v. 5.
Venustas (v. 3), e Veneres (v. 6), in fine di verso, vogliono mettere in evidenza la perfezione che Quinzia non ha e ciò che, invece, Lesbia possiede in altissima misura, poiché l’ha sottratto a tutte le Veneri.
Vi è poi la contrapposizione fra tota (v. 5) e una (v. 6), entrambi predicativi di Lesbia.
Da notare il poliptoto omnibus/omnis (omnes) (v. 6).

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