è giusto a volte compiacersi di se stessi
C. PLINIUS MATURO ARRIANO SUO S.
(1) Gratularis mihi quod acceperim auguratum: iure, gratularis, primum quod gravissimi
principis iudicium in minoribus etiam rebus consequi pulchrum est, deinde quod sacerdotium ipsum cum priscum et religiosum tum hoc quoque sacrum plane et insigne est, quod non adimitur viventi.
(2) Nam alia quamquam dignitate propemodum paria ut tribuuntur sic auferuntur; in hoc fortunae hactenus licet ut dari possit.
(3) Mihi vero illud etiam gratulatione dignum videtur, quod successi Iulio Frontino principi viro, qui me nominationis die per hos continuos annos inter sacerdotes nominabat, tamquam in locum suum cooptaret; quod nunc eventus ita comprobavit, ut non fortuitum videretur.
(4) Te quidem, ut scribis, ob hoc maxime delectat auguratus meus, quod M. Tullius augur fuit. Laetaris enim quod honoribus eius insistam, quem aemulari in studiis cupio.
(5) Sed utinam ut sacerdotium idem, ut consulatum multo etiam iuvenior quam ille sum consecutus, ita senex saltem ingenium eius aliqua ex parte assequi possim!
(6) Sed nimirum quae sunt in manu hominum et mihi et multis contigerunt; illud vero ut adipisci arduum sic etiam sperare nimium est, quod dari non nisi a dis potest. Vale.
Gaio Plinio saluta il suo Arriano Maturo
(1) Ti congratuli con me, perché ho ricevuto l'augurato; a ragione, ti congratuli, dapprima perché è bello ricevere la stima di un gravissimo principe (capo dei soldati) anche nelle più piccole cose; poi
perché lo stesso sacerdozio, (è) sia antico e religioso sia questo (è) anche certamente sacro e notevole, perché non viene tolto al vivente ( = dura tutta la vita).
(2) Infatti gli altri (incarichi), sebbene quasi pari per dignità, come sono attribuiti, così sono sottratti; in questo finora alla fortuna è lecito potercelo dare.
(3) In verità mi sembra che esso sia anche degno di congratulazione, che io sia succeduto a Giulio Frontino, uomo autorevole, il quale in questi anni consecutivi, nel giorno della nomina, mi nominava fra i sacerdoti, come se mi eleggesse al suo posto: e ora l'evento ha così giustificato in modo che non sembrasse casuale.
(4) Il mio augurato ti diletta certamente, come scrivi, soprattutto a causa di ciò: che anche Marco Tullio fu augure. Ti rallegri infatti che io mi dedichi agli onori di lui, che io desidero cercare di eguagliare nelle passioni.
(5) Ma volesse il cielo che come ho ottenuto questo sacerdozio, come (ho ottenuto) il consolato, molti più giovane di lui, così per lo meno da vecchio potessi eguagliare il suo ingegno in qualche parte!
(6) Ma certamente quelle cose che sono in mano agli uomini toccarono sia a me sia a molti; in verità ciò che non può essere dato se non dagli dei, come è arduo raggiunger(lo) così è anche eccessivo sperar(lo). Stammi bene.
(1) Gratularis mihi quod acceperim auguratum: iure, gratularis, primum quod gravissimi
principis iudicium in minoribus etiam rebus consequi pulchrum est, deinde quod sacerdotium ipsum cum priscum et religiosum tum hoc quoque sacrum plane et insigne est, quod non adimitur viventi.
(2) Nam alia quamquam dignitate propemodum paria ut tribuuntur sic auferuntur; in hoc fortunae hactenus licet ut dari possit.
(3) Mihi vero illud etiam gratulatione dignum videtur, quod successi Iulio Frontino principi viro, qui me nominationis die per hos continuos annos inter sacerdotes nominabat, tamquam in locum suum cooptaret; quod nunc eventus ita comprobavit, ut non fortuitum videretur.
(4) Te quidem, ut scribis, ob hoc maxime delectat auguratus meus, quod M. Tullius augur fuit. Laetaris enim quod honoribus eius insistam, quem aemulari in studiis cupio.
(5) Sed utinam ut sacerdotium idem, ut consulatum multo etiam iuvenior quam ille sum consecutus, ita senex saltem ingenium eius aliqua ex parte assequi possim!
(6) Sed nimirum quae sunt in manu hominum et mihi et multis contigerunt; illud vero ut adipisci arduum sic etiam sperare nimium est, quod dari non nisi a dis potest. Vale.
Gaio Plinio saluta il suo Arriano Maturo
(1) Ti congratuli con me, perché ho ricevuto l'augurato; a ragione, ti congratuli, dapprima perché è bello ricevere la stima di un gravissimo principe (capo dei soldati) anche nelle più piccole cose; poi
perché lo stesso sacerdozio, (è) sia antico e religioso sia questo (è) anche certamente sacro e notevole, perché non viene tolto al vivente ( = dura tutta la vita).
(2) Infatti gli altri (incarichi), sebbene quasi pari per dignità, come sono attribuiti, così sono sottratti; in questo finora alla fortuna è lecito potercelo dare.
(3) In verità mi sembra che esso sia anche degno di congratulazione, che io sia succeduto a Giulio Frontino, uomo autorevole, il quale in questi anni consecutivi, nel giorno della nomina, mi nominava fra i sacerdoti, come se mi eleggesse al suo posto: e ora l'evento ha così giustificato in modo che non sembrasse casuale.
(4) Il mio augurato ti diletta certamente, come scrivi, soprattutto a causa di ciò: che anche Marco Tullio fu augure. Ti rallegri infatti che io mi dedichi agli onori di lui, che io desidero cercare di eguagliare nelle passioni.
(5) Ma volesse il cielo che come ho ottenuto questo sacerdozio, come (ho ottenuto) il consolato, molti più giovane di lui, così per lo meno da vecchio potessi eguagliare il suo ingegno in qualche parte!
(6) Ma certamente quelle cose che sono in mano agli uomini toccarono sia a me sia a molti; in verità ciò che non può essere dato se non dagli dei, come è arduo raggiunger(lo) così è anche eccessivo sperar(lo). Stammi bene.
dalle lettere di C. Plinio Cecilio Secondo, Gaius Plinius Caecilius Secundus, epistolario, libro IV, epistola VIII
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