Teoria Cellulare, Cellula procariote ed eucariote
LA
TEORIA CELLULARE
Nel
diciottesimo secolo Robert Hooke, usando un microscopio di sua invenzione, notò
che il sughero e
altri tessuti vegetali erano formati da piccole cavità separate da pareti; egli
chiamò queste cavità «celle», cioè «piccole stanze». Il termine cellula ha
assunto il suo attuale significato, cioè unità di base della materia vivente,
soltanto 150 anni dopo la scoperta di Hooke.
Nel 1838
Matthias J. Schleiden, un botanico tedesco, giunse alla conclusione che tutti i
tessuti vegetali sono costituiti da insiemi organizzati di cellule. Nell'anno seguente lo zoologo tedesco Theodor Schwann estese le osservazioni di Schleiden
ai tessuti animali e propose una base cellulare comune a tutti gli organismi viventi.
Nel 1858 l’idea che tutti gli organismi fossero formati da una o più cellule
assunse un significato ancora più ampio quando l’anatomopatologo tedesco Rudolf
Virchow affermò che le cellule possono essere originate solo da altre cellule
preesistenti.
Una cellula
può essere definita come un elemento di piccole dimensioni, delimitato da una
membrana, pieno di una soluzione concentrata di sostanze chimiche in acqua e
dotato della capacità di produrre copie di sé stesso, crescendo e dividendosi
in due.
Secondo
l’attuale formulazione, la teoria cellulare stabilisce
che:
1.
tutti gli esseri viventi sono costituiti da cellule, unità elementari dotate di proprietà
comuni;
2.
la
cellula è l'unità morfologica e fisiologica fondamentale nella struttura
degli organismi viventi, dei quali possiede tutte le proprietà caratteristiche.
Negli organismi viventi molte funzioni complesse sono rese possibili
dall'esistenza di una continua cooperazione tra le diverse cellule;
3.
le cellule si originano da altre cellule preesistenti;
4.
nelle
cellule l'informazione genetica risiede nel DNA e viene trasmessa dalle
cellule parentali alle cellule-figlie durante la divisione cellulare.
TIPI
CELLULARI
In base alla presenza o
meno di un nucleo vero e proprio, le cellule vengono divise in due gruppi:
cellule eucariotiche e cellule procariotiche.
La
cellula procariotica
Le cellule procariotiche
sono le più semplici e le più piccole cellule esistenti: le loro dimensioni variano da 0,5 a 5 μm.
Tutte le cellule
procariotiche possiedono la stessa struttura di base:
1.
sono
delimitate da una membrana plasmatica, composta da un doppio
strato di fosfolipidi. La membrana
plasmatica permette alla cellula di mantenere costanti le caratteristiche
chimico-fisiche dell’ambiente interno e agisce da barriera semipermeabile,
impedendo ad alcune sostanze di attraversarla e permettendo ad altre di entrare
e uscire da essa. La membrana plasmatica forma delle invaginazioni dette mesosomi:
sono sede di diversi siti enzimatici e sono coinvolti in processi quali
respirazione, fotosintesi, divisione cellulare e sintesi dei lipidi;
2.
all’interno
della membrana plasmatica si trova il citoplasma,
un materiale semifluido in cui avvengono tutte le reazioni cellulari. Il
citoplasma è composto da due parti: il citosol,
che è la parte più fluida, e le particelle insolubili sospese in esso,
fra le quali i ribosomi. Il citosol
è costituito per la maggior parte da acqua contenente in soluzione ioni,
micromolecole e macromolecole solubili come certe proteine;
3.
una zona
particolare del citoplasma, chiamata nucleoide
(senza membrana), contiene il DNA
che si trova sotto forma di un’unica molecola circolare. Il DNA fornisce le informazioni per costruire tutte le
proteine dell’organismo;
4.
nel
citoplasma sono sempre presenti i ribosomi,
aggregati di rRNA (RNA ribosomiale) e proteine del diametro di 25 nm,
in cui ha luogo la sintesi proteica: le informazioni provenienti
dal DNA sono usate per assemblare assieme gli amminoacidi a formare polipeptidi
e proteine.
Il citoplasma non è un comparto statico, ma le molecole in esso contenute sono in costante. movimento: una proteina può attraversare tutta la cellula in un minuto, e lungo il suo percorso può entrare in collisione con molte altre molecole. Questo movimento contribuisce ad assicurare che le reazioni biochimiche avvengano a un ritmo sufficiente per mantenere in vita la cellula. Infatti, pur avendo una struttura piuttosto semplice, le cellule procariotiche sono funzionalmente complesse, in quanto compiono ad ogni istante migliaia di reazioni.
Il citoplasma non è un comparto statico, ma le molecole in esso contenute sono in costante. movimento: una proteina può attraversare tutta la cellula in un minuto, e lungo il suo percorso può entrare in collisione con molte altre molecole. Questo movimento contribuisce ad assicurare che le reazioni biochimiche avvengano a un ritmo sufficiente per mantenere in vita la cellula. Infatti, pur avendo una struttura piuttosto semplice, le cellule procariotiche sono funzionalmente complesse, in quanto compiono ad ogni istante migliaia di reazioni.
Nel corso della loro
evoluzione, alcuni procarioti hanno sviluppato strutture specializzate in grado
di conferire un vantaggio alle cellule che le possiedono. Tali strutture
comprendono una parete cellulare protettiva, il ripiegamento della membrana plasmatica
in una membrana interna per la compartimentazione
di alcune reazioni chimiche e i flagelli
per il movimento della cellula nell'ambiente acquatico.
La parete cellulare e la capsula. Molti procarioti possiedono una parete cellulare
situata esternamente alla membrana plasmatica. La rigidità della parete
cellulare, costituita da un tipo
particolare di
carboidrati, i peptidoglicani
(formati da lunghe catene polisaccaridiche in cui si alternano unità di
ammino-zuccheri uniti da ponti trasversali di natura peptidica a formare una
struttura complessa, che avvolge la superficie batterica), serve da sostegno
alla cellula e ne determina la forma.
Attorno alla parete
cellulare, alcuni batteri presentano un ulteriore rivestimento composto da polisaccaridi e denominato capsula. In alcune specie, la capsula
batterica serve a proteggere i
batteri dagli attacchi del sistema
immunitario degli organismi infettati. In altri casi, la capsula contribuisce a
preservare la cellula dall'essiccamento e talvolta aiuta il
batterio ad aderire ad altre cellule oppure a un substrato. La capsula tuttavia
non è essenziale alla vita dei procarioti; molte specie non la producono e
quelli che la possiedono possono sopravvivere anche se la perdono.
Le membrane interne. Alcuni gruppi di batteri, chiamati cianobatteri (o alghe azzurre), sono in
grado di svolgere la fotosintesi,
poiché la loro membrana plasmatica si ripiega all’interno del citoplasma,
formando un sistema di membrane interne contenenti le molecole responsabili della
fotosintesi. L’affermarsi della fotosintesi, che necessita di ampie superfici
di membrana, è stato un evento importante nelle prime fasi dell’evoluzione
della vita sulla Terra.
I flagelli e i pili. Numerosi procarioti sono in grado di nuotare
usando appendici, denominate flagelli,
costituite da proteine capaci di contrarsi. Il flagello ha l’aspetto di un
piccolo cavatappi che ruota sul proprio asse come un’elica, spingendo avanti la
cellula. Senza flagelli, la cellula non è più in grado di spostarsi. Altri
procarioti possiedono strutture più corte e molto più numerose, che sporgono
dalla superficie della cellula: queste strutture filiformi sono chiamate pili e servono a far aderire un
batterio a un altro durante gli scambi di materiale genetico, oppure favoriscono
l’adesione dei batteri alle cellule animali da cui ricavano protezione o cibo.
Il citoscheletro. “Citoscheletro” è un nome collettivo usato per definire vari tipi di
filamenti proteici che hanno un ruolo nella divisione cellulare o nel mantenimento
della forma delle cellule. In passato si pensava che soltanto le cellule
eucariotiche avessero un citoscheletro, ma recentemente i biologi hanno
verificato che questa struttura è largamente diffusa anche tra i procarioti.
La
cellula eucariotica
Le cellule eucariotiche
hanno diametro compreso fra i 10 e 100
μm.
Come le cellule
procariotiche, anche le cellule eucariotiche sono delimitate dalla membrana citoplasmatica e contengono citoplasma,
ribosomi e DNA; tuttavia hanno una struttura interna molto più complessa di
quella delle cellule batteriche. Esse infatti sono caratterizzate dalla
presenza di compartimenti interni delimitati da membrane, gli organuli o organelli, nei quali sono
contenuti specifici enzimi. Grazie a tali enzimi, ogni tipo di organulo può
svolgere particolari reazioni chimiche che non si realizzano nelle altre parti
della cellula.
Gli organuli e le altre
strutture cellulari si possono osservare al microscopio elettronico oppure si
possono studiare dopo averli isolati grazie a un processo chiamato frazionamento cellulare che li separa in base alla densità.
Alcuni organuli sono
presenti in tutti i tipi di cellule eucariotiche: tra questi il più evidente è
il nucleo che contiene gran parte
del materiale genetico (DNA) della cellula. Nel nucleo hanno luogo la duplicazione del DNA e le prime tappe della decodificazione dell’informazione
genetica.
In tutte le cellule
eucariotiche sono presenti anche il reticolo
endoplasmatico (RE) e l’apparato di Golgi, i mitocondri e i vacuoli. Altri tipi di organuli sono invece caratteristici solo
delle cellule vegetali o delle cellule animali. I cloroplasti, per esempio, si trovano soltanto nelle cellule
vegetali, mentre i lisosomi sono
presenti esclusivamente in quelle animali.
Tutti gli organuli sono
avvolti da una membrana costituita
da fosfolipidi e proteine. La membrana svolge due
funzioni importanti:
1.
tiene
separate le biomolecole dell’organulo dalle altre molecole presenti nella
cellula, impedendo che reagiscano impropriamente tra loro;
2.
regola gli scambi
lasciando entrare nell'organulo le materie prime e liberando i prodotti
direttamente nel citoplasma oppure all'interno di vescicole, anch'esse rivestite di membrana, che si dirigono verso la loro destinazione specifica.
Le
cellule: differenze e aspetti comuni
Le cellule che formano gli
esseri viventi presentano delle differenze e degli aspetti comuni.
Fra le differenze notiamo
che:
•
le dimensioni
variano dai pochi micrometri dei batteri al millimetro dell'uovo di rana;
•
alcune
cellule hanno possibilità di movimento, mentre altre sono immobili;
•
a volte è
presente un rivestimento esternamente alla membrana, che può avere struttura e
composizione chimica variabile;
•
alcune
cellule utilizzano l'ossigeno atmosferico, mentre altre ne sono avvelenate;
•
alcune
cellule sono in grado di produrre composti particolari, come ormoni, amido,
grasso, pigmenti o gomma.
Fra gli aspetti comuni
notiamo che:
•
la
composizione chimica delle cellule si basa su: proteine, carboidrati, lipidi e
acidi nucleici;
•
le reazioni
chimiche che permettono di produrre energia sono comuni, tutte le cellule
svolgono la glicolisi e l'ATP rappresenta sempre il principale composto
attraverso il quale la cellula può mettere da parte energia e renderla
facilmente disponibile;
•
in tutte le
cellule l'informazione genetica risiede nel DNA, che ha la stessa struttura
chimica in tutti i viventi.
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