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Platone Fedone 60-61

Dal Fedone di Platone

Versione di Greco


 Socrate: Πολλάκις μοι φοιτῶν τὸ αὐτὸ ἐνύπνιον ἐν τῷ παρελθόντι βίῳ, ἄλλοτ᾽ἐν ἄλλῃ ὄψει φαινόμενον, τὰ αὐτὰ δὲ λέγον, «Ὦ Σώκρατες», ἔφη, «μουσικὴν ποίει καὶ ἐργάζου». Καὶ ἐγὼ ἔν γε τῷ πρόσθεν χρόνῳ ὅπερ ἔπραττον τοῦτο ὑπελάμβανον αὐτό μοι παρακελεύεσθαί τε καὶ ἐπικελεύειν, ὥσπερ οἱ τοῖς θέουσι διακελευόμενοι, καὶ ἐμοὶ οὕτω τὸ ἐνύπνιον ὅπερ ἔπραττον τοῦτο ἐπικελεύειν, μουσικὴν ποιεῖν, ὡς φιλοσοφίας μὲν οὔσης μεγίστης μουσικῆς, ἐμοῦ δὲ τοῦτο πράττοντος.

In verde i participi, in giallo gli altri tempi verbali, in azzurro i gerundi o gerundivi, sottolineati gli ablativi assoluti

Fedone 60e – 61a


Traduzione in Italiano


“Più volte, nella mia vita passata, mi appariva il medesimo sogno, ora in una forma ora in un’altra, ma sempre mi ripeteva la stessa cosa: «Socrate, mi diceva, componi e fa’ musica». E io allora credevo che quello che stavo facendo fosse proprio ciò che il sogno mi esortava e spingeva a fare; e, alla maniera di coloro che incitano i corridori già in corsa, così anche me il sogno incitasse a fare quello che già facevo, cioè a comporre musica; se fare filosofia è fare musica altissima, io ho fatto musica.

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