Scontro decisivo tra Persiani e macedoni (Giustino)

La battaglia di Isso


Versione di Latino


Post haec proelium committitur. Macedones in ferrum cum contemptu totiens a se victi hostis ruebant: contra Persae mori quam vinci praeoptabant. Raro in ullo proelio tantum sanguinis fusum est. Darius cum vinci suos videret, mori et ipse voluit, sed a proximis fugere compulsus est. Suadentibus deinde quibusdam ut pons Cydni fluminis, ad iter hostium impediendum, intercluderetur dixit non ita se saluti suae velle consultum ut tot milia sociorum hosti obiciat; dicebat enim debere et aliis fugae fiam patēre, quae patuerit sibi. Alexander autem periculosissima quaeque adgrediebatur; et ubi confertissimos hostes acerrime pugnare conspexisset, eo se semper immergebat periculaque sua esse, non militum, volebat. Hoc proelio Asiae imperium rapuit; cuius tanta felicitas fuit, quinto post acceptum regnum anno; cuius tanta felicitas fuit ut post hoc nemo rebellare ausus sit patienterque Persae, post imperium tot annorum, iugum servitutis acceperint.

LEGENDA:


In verde i participi, in giallo gli altri tempi verbali, in azzurro i gerundi o gerundivi, sottolineati gli ablativi assoluti


Traduzione in Italiano



Dopo ciò (lett. queste cose) è iniziato il combattimento. I Macedoni si gettarono verso il ferro ( = spada) con disprezzo del nemico vinto tante volte da (loro) stessi: al contrario i Persiani preferivano morire piuttosto che essere vinti. Raramente in qualche combattimento fu versato così tanto sangue (lett. una così grande quantità di sangue). Dario, vedendo che i suoi venivano vinti, volle morire anche lui stesso, ma fu costretto a fuggire dai parenti. Consigliando(gli) poi alcuni che venisse interrotto il ponte del fiume Cidno, per ostacolare la marcia dei nemici, disse che non voleva che per la sua salvezza (fosse) deciso così da esporre al nemico tante migliaia di alleati; diceva infatti che la via della fuga doveva essere accessibile anche agli altri, com’era stata accessibile a lui. Alessandro invece cercava quelle cose pericolosissime; e dove aveva visto che i nemici combattevano strettissimi con la massima violenza, si infilava sempre là e voleva che i pericoli fossero suoi, non dei soldati. Con questo combattimento conquistò il dominio dell'Asia, nel quinto anno dopo che il regno (era stato) preso: e di ciò la fortuna fu così grande che dopo questo nessuno osò ribellarsi e i Persiani pazientemente, dopo un dominio di tanti anni, accolsero il giogo della servitù.

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