Kant: bello, sublime e Romanticismo
“Non esiste alcuna regola oggettiva del gusto che definisca mediante concetti che cosa è bello. Infatti ogni giudizio da simile sorgente è estetico, cioè sentimento del soggetto. E nessun concetto di un oggetto può essere una sua ragione determinante. La ricerca di un principio del gusto che ci offrisse il criterio generale del bello mediante determinati concetti è una sterile fatica perché ciò che ci si cerca è impossibile e in se stesso contraddittorio.” (I. Kant, Critica del giudizio)
Questo pensiero kantiano ispirò a Jena la nascita del Romanticismo.
Accanto al concetto di bello Kant pone il concetto di “sublime” (“das Erhabene”): “il giorno è bello, la notte è sublime”, sublimi sono “le masse montuose informi, poste l’una accanto all’altra, in un selvaggio disordine, con le loro piramidi di ghiaccio, oppure il mare cupo e tempestoso, e altre cose di questo genere.” (Critica del giudizio, § 26).
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