Orazio
A Leuconoe (carm. 1, 11)
Non domandare quale sia la sorte
che gli dèi hanno dato a me e a te,
Leuconoe (non ci è dato di conoscerla),
e non frugare in cabale caldee.
Meglio piegarsi al vento del destno:
Giove può darci ancora molti inverni
o l'ultimo sarà questo, che ora
sfianca il mare Tirreno rovesciandolo
contro un muro di scogli. Ecco la chiave
della saggezza: filtra il vino e tronca
in così breve vita il lungo filo
della speranza. Noi parliamo, e intanto
è già fuggito il tempo che ci guarda
coi suoi occhi maligni. Gusta il frutto
che puoi cogliere oggi, e non attendere
che sia maturo quello di domani.
Al coppiere (carm. 1, 38)
Odio il fasto persiano e non mi piacciono
le corone intrecciate con il tiglio,
ragazzo: non cercare dove sboccia
l'ultima rosa.
Non voglio che ti affanni ad intrecciare
altro al semplice mirto: basta il mirto
a te che mesci e a me che bevo sotto
pergola folta.
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