Il discorso di Pericle
ἔλεγε τοιάδε ("disse queste cose") così Tucidide introduce i discorsi diretti nella sua opera.
Il più celebre discorso è l'epitaffio pronunciato da Pericle per i caduti nel primo anno di guerra (2.35-46), che contiene l'elogio della democrazia ateniese.
‘ἄρξομαι δὲ ἀπὸ τῶν προγόνων πρῶτον: δίκαιον γὰρ αὐτοῖς καὶ πρέπον δὲ ἅμα ἐν τῷ τοιῷδε τὴν τιμὴν ταύτην τῆς μνήμης δίδοσθαι. τὴν γὰρ χώραν οἱ αὐτοὶ αἰεὶ οἰκοῦντες διαδοχῇ τῶν ἐπιγιγνομένων μέχρι τοῦδε ἐλευθέραν δι᾽ ἀρετὴν παρέδοσαν. [2.36.1]
"Comincerò dai nostri antenati: è giusto e insieme conveniente che abbiano l'onore della prima menzione in un'occasione come questa. Restando sempre gli stessi abitatori della terra, in una successione ininterrotta di generazioni, la tramandarono libera fino ai nostri giorni grazie al loro valore".
1. [...] ὄνομα μὲν διὰ τὸ μὴ ἐς ὀλίγους ἀλλ᾽ ἐς πλείονας οἰκεῖν δημοκρατία κέκληται [2.37.1].
"[la costituzione ateniese] ha il nome di democrazia perché è amministrata non a favore di pochi ma della maggioranza".
2.[...] καὶ οἱ αὐτοὶ ἤτοι κρίνομέν γε ἢ ἐνθυμούμεθα ὀρθῶς τὰ πράγματα, οὐ τοὺς λόγους τοῖς ἔργοις βλάβην ἡγούμενοι, ἀλλὰ μὴ προδιδαχθῆναι μᾶλλον λόγῳ πρότερον ἢ ἐπὶ ἃ δεῖ ἔργῳ ἐλθεῖν. [2.40.2]
"[....] e noi ateniesi giudichiamo o almeno ponderiamo in modo conveniente le decisioni da prendere, e pensiamo che un ostacolo all'agire non siano i discorsi ma il non essere informati dal discorso prima di entrare in azione".
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