Tra i Dialoghi degli Dei di Luciano, quello che vede protagonisti Apollo ed Efesto è probabilmente il più denso di ironia e sarcasmo.
In esso si narrano le imprese del piccolo Ermes, ancora in fasce ma già astuto e scaltro, tratti che anticipano le qualità dell’Ermes adulto: il protettore dei viaggiatori e dei commercianti, nonché il ψυχοπομπός, guida delle anime nell’Ade.
Il dialogo si sviluppa in un clima di pungente satira, volto a ridicolizzare miti e divinità ormai svuotati di valore e di credibilità. Questa ironia riflette il mutato contesto culturale di un’epoca in cui le antiche credenze pagane perdevano forza, mentre il Cristianesimo si andava progressivamente affermando e diffondendo.
"Dialoghi degli dei" di Luciano di Samosata
(Dialogo VII — Ἥφαιστος καὶ Ἀπόλλων)
Ἥφαιστος
Ἐγὼ μὲν, ὦ Ἀπόλλων, ἔτι τὴν ἔμπυρον ἐτύπτον,
Io, o Apollo, stavo ancora battendo il metallo incandescente,
ὁ δὲ μικρὸς Ἑρμῆς — ὃν ἡ Μαῖα νυνδὴ ἔτεκεν — οὐκ οἶσθ’ ὅσα παίζων δρᾷ.
e il piccolo Hermes — che Maia ha partorito proprio ora — non sai quante cose fa, giocando.
Ἀπόλλων
Τί οὖν; λέγε, Ἥφαιστε· φιλομαθής εἰμι.
Che dunque? Dì, Efesto: sono amante del sapere.
Ἥφαιστος
Πρῶτον μὲν τὰς ἡμέτερας λαβίδας κλέψας ἀπέκρυψεν·
Per prima cosa, avendo rubato le nostre tenaglie, le ha nascoste;
εἶθ’ ὡς χελώνην τετελευτηκυῖαν λαβὼν
poi, avendo preso una tartaruga morta,
καὶ τὸ κέλυφος ἐκκενοποιήσας
e avendone svuotato il guscio,
χορδὰς ἐπέτεινεν,
vi tese delle corde,
ᾗ καὶ κιθάραν ἐποίησεν θαυμασίαν.
con le quali fece anche una cetra meravigliosa.
Ἀπόλλων
Καὶ ταῦτα ποιεῖ παιδίον οὕτως ἔτι νεογνόν;
E queste cose le fa un bambino ancora così neonato?
Ἥφαιστος
Ναί· καὶ τὰς χορδὰς ἁψάμενος ᾄδει καλῶς.
Sì; e, toccate le corde, canta bene.
Ἀπόλλων
Θαυμαστόν.
Straordinario.
Ἥφαιστος
Ἔτι δὲ καὶ ἄλλα πολλὰ κλέπτει·
E inoltre ruba anche molte altre (cose);
τῶν ἄλλων θεῶν ἀναρπάζει τὰ ὅπλα,
strappa via le armi degli altri dèi,
ἐπὶ πᾶν ἔρχεται,
si avventa su tutto,
καὶ πάντες αὐτὸν πανοῦργον φασίν.
e tutti lo chiamano scaltro/mascalzone.
Ἀπόλλων
Ἀλλ’ ἄρ’ οὖν δεῖ νουθετεῖν τὸ παιδίον.
Ma allora bisogna rimproverare il bambino.
Ἥφαιστος
Ἐγὼ γε οὐκ ὀργίζομαι·
Io, per parte mia, non mi arrabbio;
μικρὸς γὰρ ὢν οὕτως ἄγανεὐμήχανοςἐστίν.
infatti, pur essendo così piccolo, è eccessivamente ingegnoso.
Ἀπόλλων
Ἀλλ’ ἤδη φασιν αὐτὸν καὶ εἰς Ἅιδου πορεύεσθαι.
Ma già dicono che vada anche nell’Ade.
Ἥφαιστος
Καὶ πῶς οὔ;
E come no?
πᾶν γὰρ τόλμημα ῥᾷον αὐτῷ γίνεται.
poiché ogni audacia gli riesce più facilmente.
Ἀπόλλων
Φοβοῦμαι μόνον μή ποτε καὶ τὴν μουσικὴν ἀφαιρήσεταί μοι.
Temo soltanto che un giorno mi porterà via anche la musica.
Ἥφαιστος
Μηδὲν φοβοῦ·
Non temere nulla;
σὺ μὲν μουσικὸς ἔσῃ,
tu sarai uomo della musica,
ἐγὼ δὲ ἢν λάβω πάλιν τὰς λαβίδας, ἐπιδείξω σόι.
e io, se riprenderò di nuovo le tenaglie, te (le) mostrerò.
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