Secondo Cicerone, solo certe volte è permesso all'uomo lamentarsi. Nel secondo libro delle Tusculanae Disputationes, Cicerone affronta la questione del dolore e della sofferenza. A parere suo, è necessaria una grande forza d'animo ("animi contentio", distensione della mente), prerequisito fondamentale e imprescindibile per ciascuno tipo di funzione o dovere (officium) a cui si aspira ma, soprattutto quando si tratta di dolore e sofferenza, l'Arpinate ritiene che un uomo dovrebbe sopportarli senza piangere né urlare. A un uomo romano allora non è mai permesso urlare o gemere? Sì, negli sport che servono per rendere più forte il colpo. A un uomo è permesso talvolta lamentarsi, ma solo raramente; in realtà, per lui, non è permesso nemmeno a una donna urlare, perché un rumore assordante come un urlo è proibito, persino ai funerali. Né un uomo saggio o coraggioso geme mai, a meno che non si sforzi di dare maggiore forza alla sua risoluzione. E per quanto riguarda l...
Il compito di ogni scienziato è diffondere cultura e condividere la conoscenza (knowledge sharing)